tag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post4237559012043253370..comments2022-11-21T09:45:21.395+01:00Comments on GeoLib - nonviolento.blogspot.it: Circolo on line per lo Stato unico federale e federato nella Palestina storicaMassimo Messinahttp://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comBlogger50125tag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-70182405258824146262011-03-15T23:56:51.407+01:002011-03-15T23:56:51.407+01:00Ed io che ti credevo un infedele!Ed io che ti credevo un infedele!Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-88272162429256256272011-03-10T19:30:03.310+01:002011-03-10T19:30:03.310+01:00prego!prego!Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-19653837541915618152011-03-06T16:44:08.572+01:002011-03-06T16:44:08.572+01:00Grazie, Luigi, per la spiegazioneGrazie, Luigi, per la spiegazioneMassimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-9545560733991278062010-08-31T11:57:55.908+02:002010-08-31T11:57:55.908+02:00Sulla esistenza ci sono almeno due principali scuo...Sulla esistenza ci sono almeno due principali scuole filosofiche. Io credo che sulla faccenda dell'esistenza fossero nel giusto Frege, Russell e Quine, nell'affermare che l'esistenza non è un predicato (del primo ordine), alla stregua di essere rosso o essere musico. Affermare che l'esistenza non è un predicato del primo ordine significa darne una spiegazione in termini quantificazionali, con l'ausilio del simbolo di identità. In altre parole, quando affermiamo che qualcosa x esiste stiamo affermando che c'è (nel nostro universo di discorso, inteso comne dominio di quantificazione) un y tale che y = x. <br /><br />Quando affermiamo che Napoleone esiste nel xix secolo stiamo affermando che quando l'orologio segnava il xix secolo c'era una entità y, nel nostro universo di discorso, tale che y = Napoleone.Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-49254608163620211342010-08-30T17:35:22.659+02:002010-08-30T17:35:22.659+02:00Luigi,
non riesco a rispondere alla tua domanda. N...Luigi,<br />non riesco a rispondere alla tua domanda. Non ho fatto un'analisi approfondita sul tema dell'esistenza tale da poter rispondere. Non saprei cosa deve accadere affinché si possa affermare che Napoleone esista relativamente al 1100 avanti Cristo così come non saprei cosa deve accadere per poter affermare che Napoleone esista relativamente alla Nuova Zelanda. Potrei abbozzare delle mezze risposte che tu smonteresti dicendomi che sono tautologiche o insignificanti poiché non sono di certo rigorose e sarebbero solo dei tentativi di iniziare a rispondere da parte mia. Tutto ciò perché semplicemente non so spiegare in termini rigorosi che significa esistere e chiedo a te di spiegarmelo, visto che di certo ne sai più di me in proposito.<br />Continuo nel frattempo a non capire perché la relativizzazione rispetto al tempo per te abbia maggiore significato della relativizzazione rispetto allo spazio.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-25981542245558528122010-08-30T10:56:32.502+02:002010-08-30T10:56:32.502+02:00è una risposta tautologica. Non dice cosa deve acc...è una risposta tautologica. Non dice cosa deve accadere affinché tizio esista o non esista rispetto a uno spazio s. Si postula che è possibile che relativamente a uno spazio s tizio esista e rispetto a un altro spazio s*, e nello stesso tempo, tizio non esista.<br /><br />Con questo metodo si può postulare tutto, financo il logicamente impossibile.Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-65414686531857499812010-08-30T10:35:28.816+02:002010-08-30T10:35:28.816+02:00Luigi,
il "per te", nel mio commento pre...Luigi,<br />il "per te", nel mio commento precedente non è da leggere così come l'hai letto e mi scuso dell'ambiguità implicita nell'espressione, ambiguità rafforzata da ciò che ti dissi al telefono. Volevo intendere, invece, nel mio commento precedente che se si è in s Tizio esiste (indipendentemente che Tizio si riesca a vedere da quel punto di osservazione, poiché Tizio potrebbe essere ovunque), mentre se si è in s* Tizio proprio non esiste e non esiste in nessun luogo. Potrebbe essere un'idea interessante per un romanzo, un racconto o un film di fantascienza, no? Mi pare che qualcosa del genere abbiano già immaginato gli autori di Star Trek, ma si implicava che attraversando lo spazio si facessero salti temporali all'indietro o in avanti, io, invece, immagino che l'esistenza di Tizio proprio dipenda da dove si trovi l'osservatore, a parità di tempo.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-48257755786741573262010-08-29T11:29:21.859+02:002010-08-29T11:29:21.859+02:00Se tu esisti, ci sarà un luogo o uno spazio s in c...Se tu esisti, ci sarà un luogo o uno spazio s in cui un qualunque osservatore non è nelle condizioni di sapere della tua esistenza (è ciò che tu dici affermando ambiguamente che tu non esisti per lui) e ci sarà pure un luogo s* in cui un osservatore è in grado di sapere della tua esistenza (ambiguamente possiamo anche dire che tu esisti per lui).<br /><br />La prima circostanza non è descrivibile come quella in cui tu non esisti relativamente allo spazio s, ma come la circostanza in cui tu esisti e l'osservatore in s non è in grado di saperlo. <br /><br />"esiste per me" come "è vero per me" non implicano relativizzazioni rispettivamente della esistenza e della verità, come la somiglianza grammaticale con altri enunciati sembra suggerire. Stiamo attenti a queste cose. Il significato di "esiste per me" è quello di "per me esiste", cioè "secondo me esiste". "è vero per me" ha lo stesso significato di "per me è vero", "secondo me è vero".luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-44062770986934609992010-08-29T10:53:04.167+02:002010-08-29T10:53:04.167+02:00Luigi,
se guardi il tuo dispositivo satellitare se...Luigi,<br />se guardi il tuo dispositivo satellitare sei tu che devi trovarti nello spazio s, non necessariamente Tizio. Allo stesso modo un altro osservatore sarà nello spazio s*, non mutando il tempo. Nello stesso tempo Tizio, quindi, esisterà per te e non per l'altro osservatore essendoci così "uno spazio relativamente al quale Tizio esiste e uno in cui non esiste", indipendentemente se Tizio si trova in s, in s* o in qualsiasi altro punto dello spazio. <br />Se "un un oggetto O esiste nel tempo t1, allora non esiste nel tempo t2 (e viceversa)", ma esiste comunque nell'eternità, poiché ritengo ogni istante eterno. Mi sono convertito? Alla metafisica popolare? Non me ne sono accorto.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-25148927871487385022010-08-29T10:28:57.767+02:002010-08-29T10:28:57.767+02:00Caro Roberto,
per me il Signore è come un libro, u...Caro Roberto,<br />per me il Signore è come un libro, un libro da solo nulla può realizzare, però si dice, ad esempio, "quel libro mi ha cambiato la vita", poiché leggedolo ci ha fatto comprendere qualcosa che abbiamo ritenuto importante.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-23974205030435116892010-08-28T18:45:50.016+02:002010-08-28T18:45:50.016+02:00Massimo,
l’idea è senz’altro da rigettare perché t...Massimo,<br />l’idea è senz’altro da rigettare perché totalmente destituita di significato. Consideriamo questi due enunciati:<br /><br />1) Tizio esiste relativamente al tempo t e non esiste relativamente al tempo t*<br />2) Tizio esiste relativamente allo spazio s e relativamente allo spazio s*<br /><br />Mentre per il primo siamo in grado di indicare stati di cose che lo verificano o lo falsificano, per il secondo no. Lo stato di cose che verifica il primo enunciato è grosso modo questo: io guardo il mio orologio, quando il mio orologio segna l’ora t, Tizio è un’entità (non è un puro nulla), quando il mio orologio segna l’ora t*, Tizio non è un’entità. <br /><br />Consideriamo invece ciò che tu suggerisci. Consideriamo cioè il seguente stato di cose: io guardo il mio dispositivo satellitare, il mio dispositivo satellitare segna che Tizio si trova nello spazio s, il mio orologio segna l’ora t, Tizio esiste. Ora, come c’è un tempo relativamente al quale Tizio esiste e un tempo t* in cui Tizio non esiste, così dovrebbe esserci uno spazio relativamente al quale Tizio esiste e uno in cui non esiste. Cosa dovrebbe succedere in quest’ultimo caso? Se io guardo il mio dispositivo satellitare e il mio dispositivo satellitare segna che Tizio non si trova nello spazio s, posso solo concluderne che Tizio non si trova nello spazio s, non già che non esiste relativamente allo spazio s. Posso concluderne che non è visibile nel perimetro di s, ma non che non esiste relativamente allo spazio s. Insomma non ha proprio senso affermare che io esisto relativamente allo spazio s e non esisto, nello stesso tempo, relativamente allo spazio s*. Se io esisto e mi trovo in s non posso trovarmi, nello stesso momento, in s*, ma questo non significa che io non esisto in s*, significa semplicemente che non mi trovo in s*.<br /><br />Quanto al fatto che tu ritenga corretto affermare che se un oggetto O esiste nel tempo t1, allora non esiste nel tempo t2 (e viceversa). Trovo anch’io che sia corretto, infatti molti oggetti esistono nel tempo t1 e non esistono nel tempo t2 (tali oggetti sono contingenti, non sono eterni). Assumendo che la vita media di un uomo non hai mai superato i 150 anni, trovo finanche corretto affermare che se tizio esiste nel 2010, allora non esiste nel 2200 (e viceversa). Com’è, ti sei convertito alla metafisica popolare? Così subito?luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-5167663090762608252010-08-28T00:28:38.600+02:002010-08-28T00:28:38.600+02:00Affermare che tizio esiste nell'istante t e no...Affermare che tizio esiste nell'istante t e non esiste nell'istante t* è perfettamente significante. Possiamo affermare che il significato di un enunciato (parliamo di enunciati dichiarativi naturalmente) consiste nella proposizione che esprime e che comprendere una proposizione significa comprendere le condizioni di verità della proposizione stessa, dovremmo essere in grado di far vedere (con gesti, disegni, parole, insomma dantoci da fare) che cosa dovrebbe accadere affinché quella proposizione sia vera o falsa. Se prendiamo l'enunaciato "tizio esiste relativamente allo spazio s nel tempo t" non siamo in grado di comunicare ciò che dovrebbe accadere affinché la proposizione espressa dall'enunciato sia vera, non siamo in grado di indicare delle condizioni di verità relativamente a quella parte dell'enunciato che contiene la relativizzazione spaziale. <br /><br />Affinché "Tizio esiste nel momento t" risulti vero deve accadere che io guardi il mio orologio (il mio orologio deve funzionare bene) e che il mio orologio segni il momento t, in questo istante Tizio deve essere una entità (non è un puro nulla, è qualcosa). Cosa deve accadere in più, rispetto a quanto detto, per accreditare l'idea che la relativizzazione spaziale nel caso della predicazione dell'esistenza sia significante? Non riesco proprio a immaginarlo!<br /><br />Tu sostieni che esistere-nel-tempo-t1 ed esistere-nel-tempo-t2 siano proprietà contrarie (cioè tali che uno stesso oggetto non può averle). Se questo vale per il predicato di esistenza, non si capisce perché non debba valere anche per ogni altro predicato. Anzi, deve valere per ogni altro predicato, almeno se si vuole negare ogni forma di persistenza nel tempo. Infatti, se io dico che l'oggetto O ha la proprietà P-nel-tempo-t1 e la proprietà P-nel-tempo-t2, ne affermo implicitamente la persistenza nel tempo t1 e nel tempo t2.luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-27328470700458004542010-08-27T23:49:43.166+02:002010-08-27T23:49:43.166+02:00Luigi,
il principio "due oggetti con diversa ...Luigi,<br />il principio "due oggetti con diversa E CONTEMPORANEA collocazione spaziale non possono essere numericamente identici" non ci dice se due oggetti che abbiano diversa collocazione temporale e spaziale non possano essere gli stessi tanto quanto l'altro principio.<br />Non comprendo ancora che non-sensi crea. Se non riusciamo a trovare esempi ciò non significa che la nostra incapacità derivi dall'oggettiva impossibilità che tali esempi esistano o possano esistere. Ti chiedo cortesemente di dimostrarmi la seguente tua affermazione: "L’esistenza è un predicato che non ammette relativizzazioni spaziali, a differenza di altri predicati".<br />Ciò che per me non può persistere nel tempo è tutto ciò che è collocato nello spazio e nel tempo, non qualsiasi "predicato P". Puoi collocare i predicati nello spazio e nel tempo? Mi spieghi perché la mia idea ci porterebbe in un baratro? Mi faresti vedere la "consequentia mirabilis" che non vedo ancora? L'islam è certamente religione monoteistica, ed il mio discorso mi pare si concili sia con il monoteismo che con il politeismo. Nel monoteismo l'Eterno è oltre lo spazio ed il tempo... o li contiene, in un ottica panteistica. Continua pure, da te posso solo imparare e di ciò ti ringrazio.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-56254832064007103422010-08-26T11:26:04.647+02:002010-08-26T11:26:04.647+02:00In un commento del 27/4/2010 hai detto che l'a...In un commento del 27/4/2010 hai detto che l'amore significa realizzare tante cose belle. Realizzare significa effettuare, creare, eseguire. Ma come, Dio non realizza nulla, ma amare significa realizzare tante cose belle.Qual'è il nesso logico?Roberto Amatonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-41053566011048739432010-08-24T01:24:02.172+02:002010-08-24T01:24:02.172+02:00“Anche il principio "due oggetti con diversa ...“Anche il principio "due oggetti con diversa E CONTEMPORANEA collocazione spaziale non possono essere numericamente identici" nulla dice su oggetti che abbiano diversa collocazione temporale e spaziale!”<br /><br />Non è vero, parlando di contemporaneità parla di collocazione temporale. La differenza tra questo principio di Aristotele e il tuo non consiste in due versioni complementari, l’una che parla del tempo, l’altra dello spazio, o viceversa, ma di un principio completo (che parla sia di collocazione spaziale sia di collocazione temporale) e di un principio che deriva dal primo per indebito spostamento di parole e concetti, creando non-sensi, analogamente al modo in cui potremmo ricavare dall’enunciato “Napoleone fu primo console” quest’altro enunciato: “Primo fu console Napoleone”. Infatti, mentre è significante affermare che qualcosa esiste relativamente a un tempo t e non esiste nel tempo t* (siamo in grado di portare degli esempi al riguardo), non significa assolutamente nulla affermare che qualcosa esiste relativamente a uno spazio s e non esiste relativamente allo spazio s*, nello stesso tempo. Infatti, se ti chiedessi di farmi un esempio di un oggetto che esiste nel tempo t relativamente allo spazio s1 e non esiste nello stesso tempo t relativamente allo spazio s2, ti troveresti in gravi difficoltà: quale sarebbe un tale oggetto? L’esistenza è un predicato che non ammette relativizzazioni spaziali, a differenza di altri predicati. Se io mi trovo nel mio studio in questo momento t ed esisto, qual è il luogo relativamente al quale io non esisto in questo stesso istante t? Su marte? In un altro sistema solare? Che senso ha tutto questo? Se ha un senso, è un senso simile al senso di “Primo fu console Napoleone”. <br /><br />Quanto al baratro di cui ho parlato, questo riguarda la circostanza che il tuo principio implica che non soltanto l’esistenza, ma qualsiasi altro predicato P è tale che P-in-T1 e P-in-T2 risulterebbero contrari (non sarebbero predicabili dello stesso oggetto), ciò dà luogo a una consequentia mirabilis, da cui ricaveremmo la verità della persistenza degli oggetti nel tempo e nello spazio. Quanto alla religione islamica, mi pare che sia una religione monoteistica, il tuo discorso invece implica il politeismo: il dio che crea o sta in qualche relazione con l’istante t è altro dal Dio che crea o sta in qualche relazione con l’istante t*. Vuoi che continui?Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-59797711424729694782010-08-23T15:57:27.153+02:002010-08-23T15:57:27.153+02:00Luigi,
il mio principio nulla dice su oggetti che ...Luigi,<br />il mio principio nulla dice su oggetti che abbiano diversa collocazione temporale e spaziale. Dove sta la contraddizione? Anche il "tuo" principio "due oggetti con diversa E CONTEMPORANEA collocazione spaziale non possono essere numericamente identici" nulla dice su oggetti che abbiano diversa collocazione temporale e spaziale! Anche questo principio che qui nel dialogo hai ribadito più volte e sul quale concordo cade in contraddizione? Perché? Perché non nega che il mio computer a casa mia domani ed il tuo a casa tua dopodomani siano lo stesso computer? Non comprendo.<br />La "circolarità viziosa" ed il "baratro" sono certo che saprai meglio spiegarmeli, poiché ancora non li ho compresi, così come poco comprendo, dall'altra parte "l'armonia" del pensiero che le cose esistano in più istanti. Se mi nomini il Signore, poi, oltre all'invito a non farlo invano, ti faccio presente che questa mia idea va d'accordissimo almeno con la teologia islamica che vede il Signore creatore di ogni istante. Ogni cosa, in tale visione del mondo, quindi, sembra persistere nel tempo, ma in realtà è costantemente creata, ovvero viene all'esistenza proprio in quel preciso istante (vedi www.lnf.infn.it/edu/incontri/2006/relazioni/Ventura.doc). Ciò che tolgo a quella visione del mondo è il Creatore e l'idea stessa della creazione.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-28374865299446903752010-08-23T11:42:23.869+02:002010-08-23T11:42:23.869+02:00Appunto. Affermare che "due oggetti con diver...Appunto. Affermare che "due oggetti con diversa collocazione temporale e con medesima collocazione spaziale non possono essere numericamente identici" significa affermare che se è soddisfatta la condizione della medesima collocazione spaziale, due oggetti diversamente collocati nel tempo POTREBBERO essere numericamente identici. In altre parole il tuo princio afferma che il tuo computer e il mio, diversamente collocati nel tempo, ma anche diversamente collocati nello spazio, non soddisfacendo la condizione della medesima collocazione spaziale (posta dal tuo principio), POTREBBERO essere numericamente identici, cioè non sarebbe contraddittorio affermarlo. Questa è solo una delle tante contraddizione implicate dal tuo principio. Un'altra, la quale emerge anche se tolta la stravagante condizione della medesima collocazione spaziale, è la circolarità viziosa in cui il principio si avvolge, nella misura in cui considera le proprietà esistere-nel-tempo-t1 ed esistere nel tempo t2 propreità contrarie, non predicabili dello stesso oggetto. Non è un caso che da millenni l'uomo non considera quelle proprietà contrarie. Infatti, se le considerasse tali, si avvolgerebbe in un baratro di contraddizioni. Con questo non sto dicendo che da millenni l'uomo abbia avuto coscienza di quel baratro. Piuttosto il pensiero che afferna la persistenza degli oggetti nel tempo e nello spazio gli è stato di grande utilità nell'orientarsi nel mondo esterno. Sappiamo però anche che quel pensiero, oltre ad essere utile all'uomo, è anche vero. L'amore per il vero non può non spingerci a desiderare quella armonia. L'amore per Dio, per i credenti, non può non spingerci a desiderare che ciò che è utile alla sopravvivenza sia anche vero, a desiderare cioè che Dio non ci chieda di vivere nel falso al fine di sopravvivere, o di perire al fine di pervenire al vero.Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-80690312236390809282010-08-23T10:55:21.477+02:002010-08-23T10:55:21.477+02:00Il mio computer a casa mia oggi ed il mio computer...Il mio computer a casa mia oggi ed il mio computer a casa mia domani non sono lo stesso computer. Il mio computer a casa mia domani ed il mio computer a casa tua dopodomani, non sono neppure lo stesso computer, ma quest'ultima affermazione non è di certo dimostrata da ciò che è emerso dal nostro dialogo.<br /><br />Ribadisco: "qui non ho alcuna intenzione di dimostrare e neppure di argomentare l'immobilità dell'essere".Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-16348554328474295822010-08-23T01:32:10.549+02:002010-08-23T01:32:10.549+02:00Mi sai fare almeno un esempio in cui qualcosa x e ...Mi sai fare almeno un esempio in cui qualcosa x e qualcosa y (non sappiamo se x è identico a y) esistono in tempi diversi a parità di condizioni spaziali, e almeno un esempio in cui qualcosa x e qualcosa y esistono in tempi diversi ma a con diverse condizioni di condizioni spaziali?<br /><br />Mi sa che se non siamo in grado di indicare questi due casi (e io penso che né io né tu siamo in grado di farlo, perché tali casi non ci sono), allora affermare che "Esistere nell'istante t significa non esistere in nessun altro istante a parità di collocazione spaziale" non è falso, è privo di significato. Tognazzi direbbe "supercazzola".Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-11690290361857141492010-08-23T00:30:16.896+02:002010-08-23T00:30:16.896+02:00Esistere nell'istante t significa non esistere...Esistere nell'istante t significa non esistere in nessun altro istante a parità di collocazione spaziale!Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-63776309436537838782010-08-22T16:38:01.097+02:002010-08-22T16:38:01.097+02:00Riletto. Stante il tuo principio, due oggetti con ...Riletto. Stante il tuo principio, due oggetti con diversa collocazione temporale e la stessa collocazione spaziale, non possono essere numericamente identici. Mentre due oggetti con diversa collocazione temporale e diversa collocazione spaziale possono essere numeircamente identici.<br /><br />Qualche esempio. Se Marco esiste nel tempo t1 e si trova nel suo studio e Marco esiste nel tempo t2 e si trova nello stesso studio, allora il primo e il secondo Marco sono due persone diverse. Se, invece, Marco esiste nel tempo t1 e si trova nel suo studio e Marco esiste nel tempo t2 e si trova in salotto, è possibile che il primo e il secondo Marco siano la stessa persona. In questo caso esistere-nel-tempo-t1 ed esistere-nel-tempo-t2 non sono più contrari? In questo caso è possibile per una stessa persona, a patto di trovarsi in luoghi differenti, di esistere-in-t1 ed esistere-in-t2? Non avevi detto che esistere nell'istante t significa (nel tuo vocabolario) non esistere in nessun altro istante? Hai già cambiato idea?Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-74267074085266042782010-08-22T16:18:09.841+02:002010-08-22T16:18:09.841+02:00Luigi,
vuoi intendere che "in quell'istan...Luigi,<br />vuoi intendere che "in quell'istante" potrebbe significare "in un altro instante che non sia quello"? Certo che il principio implica che "due oggetti con diversa collocazione spaziale e diversa collocazione temporale, possono essere numericamente identici, mentre se hanno la stessa collocazione spaziale, no". Cosa non comprendi, allora? Pongo "la condizione della stessa condizione spaziale" perché tu hai sollevato quella della contemporaneità. Rileggi tutti il dialogo.Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-54656656509444552742010-08-22T13:03:05.375+02:002010-08-22T13:03:05.375+02:00In quale vocabolario? :-)
Comunque, il principio ...In quale vocabolario? :-)<br /><br />Comunque, il principio che hai affermato è in contraddizione con sé stesso, perché implica (almeno se è affermato come principio) che due oggetti con diversa collocazione spaziale e diversa collocazione temporale, possono essere numericamente identici, mentre se hanno la stessa collocazione spaziale, no. Per me questo è incomprensibile. Perché poni la condizione della stessa condizione spaziale?Luiginoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-59920954014853288012010-08-22T11:03:20.624+02:002010-08-22T11:03:20.624+02:00Caro anonimo,
come lì significa non-qui così in qu...Caro anonimo,<br />come lì significa non-qui così in quell'istante significa in nessun altro istante!Massimo Messinahttps://www.blogger.com/profile/03689274419577556150noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5902472357538994730.post-90393230429789540432010-08-21T23:50:26.516+02:002010-08-21T23:50:26.516+02:00Qunado affermo che due oggetti qualunque con diver...Qunado affermo che due oggetti qualunque con diversa E CONTEMPORANEA collocazione spaziale sono numericamente identici, incappo nella violazione del principio di Leibniz, cioè affermo della stessa cosa proprietà contrarie, e cioè che si trova qui e lì (cioè non-qui) contemporaneamente.<br /><br />Nella versione temporale del princpio, non si capisce quale sia la contraddizione a cui mi espongo col dire che è possibile che l'oggetto che esiste nel tempo t trovandosi a Milano è lo stesso oggetto che esiste nel tempo t2 trovandosi a Milano. Quale sarebbe questa contraddizione? Io non la vedo.Anonymousnoreply@blogger.com