Il lavoro non è soltanto quello dipendente, subordinato, e la scelta "laburista" della sinistra (nel passato più che nel presente, a mio modesto avvisto) è stata una scelta intrisa di un senso di liberazione collettiva, di cammino di emancipazione dei lavoratori... Si è sbagliato il modo, ma l'obiettivo era di certo giusto...
Sul lavoro in genere ritengo poi che esso sia inscindibile dall'essere umano. Anche Robinson Crusoe, quando si ritrova da solo tra la natura, lavora per trasformare la realtà che lo circonda, per trovare il cibo e per farlo con sempre meno fatica. Il cammino di liberazione umana è lungo, molto lungo ed il lavoro è mezzo per attraversare tale cammino.
2 commenti:
Non concordo sul fatto che il lavoro appartenga all'essenza dell'essere umano. Questo modo di vedere porta ad un eccessivo atteggiamento di difesa del proprio lavoro (fino a vere proprie bardature), dal momento che alla sua perdita corrisponderebbe la perdita della propria essenza. In momenti in cui vi è un numero elevato di disoccupati, affermare che l'uomo è essenzialmente lavoratore significa deprivare i disoccupati non soltanto della busta paga, ma anche della loro dignità di essere umani. Secondo me, una politica riformatrice del lavoro dovrebbe partire dalla sdrammatizzazione del lavoro.
Grazie, Luigi, per il tuo intervento. Mi sembra però, che il fatto che il lavoro sia inscindibile dall'essere umano poco c'entri con le tue argomentazioni. Io parlo del lavoro nel senso più ampio, tu parli della "difesa del proprio lavoro", del proprio contratto di lavoro, o peggio del proprio posto di lavoro.
Affermare che l'essere umano è essenzialmente lavoratore mi porta a vedere il lavoro anche nel disoccupato, piuttosto che vederlo meno umano perché non ha un lavoro retribuito. La società per cui mi batto prevede l'azzeramento della disoccupazione, ma ovviamente soltanto di quella involontaria. Chi non vorrà lavorare non sarà costretto a farlo, essendo una società libertaria, ma chi più e meglio si impegnerà migliorerà le proprie condizioni economiche e chi meno e peggio si impegnerà le peggiorerà.
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