giovedì 18 febbraio 2010

Umani gli israeliani?

Tratto dal sito www.israele.net
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Il vero volto di Israele

di Daniel Doron
La missione di soccorso israeliana ad Haiti si è guadagnata elogi internazionali. Ma la cosa più notevole è lo stupore che è stato espresso dai mass-media per quanto fossero efficienti e umani i soldati delle Forze di Difesa israeliane. Possibile? Efficienti e umani gli israeliani?
Si può ancora ammettere che gli israeliani siano efficienti. Da anni ci viene detto quanto siano abili i soldati israeliani nel combattere i terroristi. Per cui è comprensibile che siano riusciti ad arrivare così rapidamente sulla scena del disastro, anche se si trovava a più di 8.000 chilometri da Israele, e che prima che chiunque altro avesse messo in piedi un misero ambulatorio, abbiano messo in funzione un intero ospedale da campo perfettamente attrezzato.
Ma umani? Non sono forse gli stessi israeliani che usano carri armati contro i bambini armati solo di fionde, non sono forse quell’esercito che tutti accusano di fare continuamente un uso eccessivo della forza? Mio dio, non è possibile che l’esercito di quel “piccolo paese di merda” (per citare un ambasciatore francese a Londra di qualche anno fa) agisca con tanta, toccante umanità. Non è così che eravamo abituati a immaginare i soldati ebrei.
Per coloro che realmente conoscono Israele – cioè, che lo conoscono non soltanto attraverso le lenti distorte dei mass-media – l’efficienza del suo sforzo di soccorso e la sua umanità non costituisco affatto una sorpresa. È un paese che da decenni è costretto a vedersela con le atrocità dei terroristi, il suo esercito popolare è per lo più composto da riservisti che difendono letteralmente le loro case. Per cui sono fortemente motivati a eccellere nelle opere di soccorso, anche a rischio della loro stessa vita.
I soldati israeliani hanno fatto un sacco di dolorosa esperienza nel rimuovere morti, mutilati e ustionati da sotto tonnellate di macerie e ferri contorti in molti paesi, dalla Turchia alla Tailandia. Purtroppo sono diventati molto competenti in questo campo.
L’esercito di Israele fatto di cittadini riflette il grosso del paese, nel bene e nel male. I mass-media del mondo sono bravissimi nel dare massima pubblicità solo al secondo aspetto (sì, è vero, gli israeliani non sono sempre così garbati e ossequiosi come i mass-media stranieri li vorrebbero; e poi, sì, capita che possano essere parecchio aggressivi, altrimenti non sarebbero sopravvissuti un solo giorno in questo insanguinato Medio Oriente). Per cui, ci sia permesso riequilibrare un po’ il quadro con alcuni qualche di fatto.
A dispetto dell’immagine degli israeliani come un popolo di bellicosi intolleranti, la realtà è che essi sono forse una delle popolazioni più misurati e tolleranti. Ridicolo? Si consideri il fatto che, anche subito dopo le decine di attentati terroristici arabo-palestinesi contro civili israeliani, quando i corpi martoriati di bambini, donne e anziani non erano ancora rimossi, arabi palestinesi i cui compatrioti e forse addirittura parenti avevano commesso e rivendicato quelle atrocità, continuavano ad aggirarsi con la massima tranquillità in ogni parte del paese. Certo, i mass-media possono sempre esibire una o due immagini di qualche piccola banda di adolescenti isterici che, subito dopo una di queste atrocità terroristiche, agitano i pugni gridando “morte agli arabi”. Ma non si è mai vista nessuna folla prendersela, men che meno far del male o uccidere dei passanti arabi. Profondamente addolorati, talvolta veramente atterriti (non puoi mai sapere quando e dove colpirà il prossimo attentato, con i terroristi che arrivano a piazzare esplosivi a scoppio ritardato per colpire chi accorre in aiuto), nondimeno gli israeliani hanno sempre dimostrato un autocontrollo quasi sovrumano, non dando mai libero sfogo alla loro rabbia su innocenti passanti arabi.
Per decenni, centinaia di migliaia di palestinesi (prima degli Accordi di Oslo; decine di migliaia dopo) hanno trovato lavoro all’interno di Israele. Ad eccezione di circa tre incidenti che hanno visto all’opera degli aggressori mentalmente squilibrati, non sono mai stati lesi, e hanno sempre goduto della libertà di movimento.
Quanti paesi possono garantire che i loro cittadini agirebbero con altrettanto auto-controllo? Che, come gli israeliani, dimostrerebbero straordinaria tolleranza astenendosi dal prendersela con arabi i cui compatrioti avessero appena commesso atti di così grande ferocia, rivendicandoli e gloriandosene?
E quanti cittadini di altri paesi tollererebbero, come gli abitanti di Sderot e di altri villaggi vicini alla striscia di Gaza, anni di lanci di razzi casuali e implacabili? Nella maggior parte dei paesi possiamo star certi che quei cittadini dopo poche settimane (non mesi o anni) eserciterebbero fortissime pressioni sul loro governo per spingerlo a fare qualcosa – sì anche ritorsioni e colpo mirati contri i capi terroristi – pur di porre fine a tali attacchi. Gli israeliani non l’hanno fatto. Ci sono voluti più di sette (sette!) anni prima che reagissero. Lo definireste un comportamento bellicoso e aggressivo? C’è piuttosto da chiedersi se sia ragionevole un autocontrollo così estremo?
Vi sono molti altri esempi della tolleranza israeliana. Ad esempio, basta visitare un ospedale israeliano per restare stupiti dalla quantità di arabi di Cisgiordania che vi vengono curati: curati come qualunque israeliano, senza un’ombra di discriminazione.
Per cui sì, una volta tanto ciò che abbiamo visto coi nostri occhi è proprio la realtà, anche se contrasta con l’idea creata dai mass-media. Ciò che si è visto nei servizi da Haiti – le straordinarie scene di israeliani che rischiano la vita nello sforzo di salvare altre persone per il solo fatto che sono altri esseri umani – quello è il vero volto di Israele. E riflette fedelmente la vera natura di un popolo che, anche sotto attacchi prolungati, strazianti e sanguinosi, riesce a preservare la propria umanità.
(Da: Jerusalem Post, 10.2.10)

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