domenica 17 ottobre 2010
Il conflitto di interessi
Se la politica diventa lo scontro tra i tifosi di Berlusconi ed i tifosi di Travaglio, Grillo e Santoro allora diventa molto squallida, a mio modesto avviso. Parliamo del canone, che viene invocato da Santoro come titolo che gli abbonati dovrebbero usare per pretendere che Anno Zero vada in onda. Perché non abolirlo? Perché tre reti pubbliche nazionali? Perché tutte e tre vengono finanziate dal canone ma anche dalla raccolta pubblicitaria? Non è stato forse proprio il fatto che ce ne fossero tre di reti pubbliche nazionali e lottizzate dai partiti il pretesto per leggi che hanno il duopolio televisivo bloccando così la concorrenza nel settore? In ciò, da sinistra, non è da riconoscere che, almeno inizialmente, quella che era la Fininvest ed ora è Mediaset è stata un bene per il Paese, per il pluralismo dell'informazione? In ciò, da destra, non è da riconoscere che è un sistema malato quello in cui il padrone di metà delle televisioni nazionali (nonché editore, imprenditore edile, presidente di una squadra di calcio, imprenditore in servizi finanziari e bancari e così via) è potuto diventare capo di un partito ed addirittura presidente del consiglio? Se i poteri si concentrano in una o in poche persone la libertà di tutti diminuisce! Cìò vale oggi per la situazione italiana, ma vale sempre e dovunque: è un discorso generale e non antiberlusconiano. Ricordo che nel 1993 il professor Marcello Pera, già avvicinatosi al Cavaliere, diceva chiaramente in pubblico che il conflitto di interessi era questione che Berlusconi doveva risolvere al più presto, prima di giungere alle elezioni del 1994. Siamo al 2010 e Pera nel frattempo è stato Presidente del Senato e sembra avere dimenticato quelle sue parole da liberale. Allo stesso modo anche la sinistra non ha mai fatto nulla per applicare il principio (già presente nella legge attuale) che impedisce ad un concessionario di un bene pubblico (in questo caso l'etere) di diventare presidente del consiglio.
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