Dopo l'intervista a Silvano Borruso in occasione dell’uscita della sua traduzione dell'Ordine Economico Naturale di Silvio Gesell gli ho proposto di farne altre per GeoLib che ci permettano così di conoscerlo meglio, non solo sulle sue idee economiche.
Il Sole 24 ORE pubblicò l'anno scorso un interessante articolo a firma di Riccardo Sorrentino che esponeva la moneta geselliana come concretamente usata nel passato ma più che altro in utilizzi attuali (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Tempo%20libero%20e%20Cultura/ventiquattro/2010/03/approfondimento-moneta-a-tempo.shtml). Secondo lei perché chi ne ha il potere non ha ancora pensato a usare una moneta nazionale a tasso d'interesse negativo per la circolazione interna affiancata all'euro, destinato invece agli scambi tra i 17 Stati della zona euro?
Oltre al potere ci vuole anche il volere, ma dopo aver saputo e capito. Non sta a me leggere nelle menti di costoro. Lo scopo di questo dialogo è di educare, così da poter fare capire la questione a coloro che un domani saranno in grado di eseguire ciò che è vero e giusto.
Il professor Gwyn Prins, economista e direttore del Mackinder Center (programma della London School of Economics che studia gli eventi economici nel lungo periodo), previde quattro anni fa la crisi dell'euro, spingendosi fino a teorizzare la fine dell’Unione Europea. In un'intervista fatta durante una sua recente visita a Roma e pubblicata da Panorama.it (http://blog.panorama.it/economia/2011/11/23/leuro-non-ha-futuro-meglio-divederlo-in-due-lintervista), Prins ha esposto la sua idea di dividere l'euro in due monete, una per i Paesi del nord e l’altra per i Paesi del sud, con un controllo sui tassi di cambio tra le due differenti valute. La divisione dell'euro in due monete permetterebbe ai Paesi del sud dell'Europa di non avere un tasso di cambio così pesante che impedisce loro di essere competitivi. Cosa pensa di questa proposta?
Non si risolve un problema sdoppiandolo. Il problema di base, cioè di tutte le monete portavalori di qualsiasi tempo e luogo, è che non permettono la stabilità dei prezzi all’interno e quella del tasso di scambio con una moneta straniera contemporaneamente. Uno Stato, infatti, commercia con un altro proprio perché le due economie differiscono. Ora né il Nord Europa ha una economia omogenea, né ce l’ha il Sud. Infatti, non ce l’ha neanche qualsiasi paese multiregionale. Ecco perchè nella Francia dell’Ancien Régime circolavano i méreaux, monete locali di cuoio, piombo, bronzo ecc. assieme alla moneta regia normalmente (data la superstizione di Creso) di metallo prezioso. L’unificazione della moneta nazionale in un paese economicamente eterogeneo (come l’Italia) è già un errore, e non di poco conto.
Da quanto tempo vive in Kenya?
Dal 1960.
Come vede l'Europa da italiano che vive in Africa?
Come una larva in decomposizione dal 1648, dopo che la pace di Westphalia ratificò le cinque pugnalate alle spalle della Cristianità inferte da Bodin, Machiavelli, Hobbes, Descartes e Grozio. Il discorso qui sarebbe lungo.
Perché ha scelto di insegnare in Kenya?
Motivi personali. Chi ne è curioso mi scriva personalmente.
Come è cambiato il Kenya negli ultimi decenni?
Dalla cosiddetta indipendenza ha ripetuto tutti gli errori commessi in Europa negli ultimi 200 anni.
Com'è cambiata l'Italia negli ultimi decenni?
Da paese sconfitto militarmente a paese sconfitto culturalmente, economicamente e politicamente.
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