Una carissima amica mi ha mandato la lettera che qui di seguito pubblico sottoponendo ai lettori del blog non tanto la questione se proporre o no la mia candidatura a qualcosa, bensì la richiesta di fare politica con me. Chi ci sta? Chi vuole aderire al Nuovo Partito d'Azione per un'Italia più libera e più giusta? Chi vuole aderire a Spazio Lib-Lab per un'Italia più liberale, più moderna, più socialista in senso europeo e riformatore? Qualcuno di voi ha qualcosa da proporre?
----------------
caro massi,
tu non sei senza arte ne parte sei un laureato superingamba con una gran cultura. secondo me dovresti insistere per ritagliarti un posto in politica, io manco ci provo per una mia ignoranza totale in materia ,non mi sento proprio all'altezza, ma so per certo che tu lo sei. insisti! e provale tutte per farti candidare ovunque. se non ci provi allora è sicuro che non ce la fai, ma tu almeno prova e insisti per un pò. e abbi fiducia in te, io c'è l'ho perche ti conosco e so quanto vali. io sono pronta a stravotarti in qualunque partito ti candiderai.
saluti e baci,
ale.
22 commenti:
Caro Massimo,
se fai un appello ai tuoi lettori, non posso non sentirmi chiamato in causa. Io voglio vivere in un paese libero e giusto, moderno e riformatore. La via più rapida è quella di cambiare paese e spero di farcela al più presto. Ma intanto è questo il paese in cui vivo, e allora ti chiedo: che argomentazioni e fatti hai da portare affinché io concluda che aderire al Nuovo partito d'azione e a Spazio Lib Lab sia un modo efficace per concretizzare quei desideri?
Luigi,
aderire al Nuovo Partito d'Azione significa dare forza alla formazione ed alla tradizione politica italiana che ha sempre denunciato le malefatte del potere, che ha riformato l'idea del socialismo innestando in esso il rispetto delle libertà individuali e ha così, viceversa, arricchito il liberalismo classico superandolo nel liberalsocialismo, appunto. Se quando arrivarono gli alleati trovarono i Comitati di Liberazione Nazionale ed in essi non prevalevano i comunisti ciò fu dovuto alla presenza ed alla lotta partigiana azionista. Se la nostra Costituzione è il nobile alto compromesso che è (con tutti i suoi limiti) è grazie alla determinata lotta del Partito d'Azione che ha impedito che la nostra carta fondamentale fosse solo un ibrido di principi socialcomunisti e cattodemocratici. Se si giunse ad un nazionale sitema di distribuzione dell'energia elettrica ciò fu dovuto anche alla pubblicistica di azionisti come Ernesto Rossi. Se oggi c'è chi, tra politicanti capaci di tutto e politicanti buoni a nulla (citando Pannella), intende rifondare l'azionismo e renderlo capace di incidere io sono fra quelli e tu?
Riguardo Spazio Lib-Lab valgono per me molte delle cose che ho scritto riguardanti il neoazionismo ed altre ancora. Spazio Lib-Lab intende essere infatti, innanzi tutto, laboratorio di idee liberali e socialiste. Se in Sinistra e Libertà sono presenti candidati liberali di sinistra (non in Sicilia e per questo ho finito per scegliere la Hack) essi sono liberali di Spazio Lib-Lab. Solo l'incontro tra liberali interessati alla soluzione della questione sociale e socialisti interessati alle libertà individuali facendone un unico insieme di liberalsocialisti, appunto, può condurre l'Italia ad essere più europea.
Ti chiedevo fatti che motivassero l'adesione al Nuovo partito d'azione oggi, no ieri. Tu hai tirato fuori antico e glorioso passato e in più propagnada e buone intenzioni. Tutto questo è per me insignificante. Il genere di fatti che chiedo e quello a cui appertiene p. es. il fatto che, come tu hai scritto, il Nuovo partito d'azione ha appoggiato le liste comuniste in queste elezioni. Nei blog si scrive un po' di tutto e si sono rivelati incapaci di autodisciplinarsi e di costituirsi come attività giornalistica alternativa e autorevole a quella tradizionale. Quindi dubito di tutto, ma se quel fatto che tu hai raccontato è vero, allora mi sembra abbastanza chiaro che la propaganda liberale del Nuovo partito d'azione mal si combina con quella scelta, la scelta di appoggiare liste anti-liberali, come per l'appunto le liste comuniste. In politica non si fa niente per ninete, immagino. Non conosco i vantaggi che i neoazionisti traggono da questa mossa, ma mi pare certo che non vanno nella direzione delle idee propagandate, a meno che non ci siano equivoci sui concetti di libertà e giustizia. La libertà per i comunisti è una cosa, per i liberali un'altra. Così la giustizia.
Luigi,
non ho capito che c'entri ciò che scrivi relativamente ai blog. Aderisco al Nuovo Partito d'Azione e quindi so che è stata una sua scelta l'appoggio alla lista comunista e se vuoi puoi verificare andando sul sito ufficiale del partito (www.nuovopartitodazione.it). Il partito neoazionista fa tutt'altro che "propaganda liberale", cerca di fare propaganda azionista. L'azionismo non appartiene affatto al liberalismo classico (o almeno appartiene ad esso solo in parte), ma è liberalsocialista e non soltanto liberalsocialista. Se la lista comunista sia lista "anti-liberale", sinceramente non lo so e ti chiedo di argomentare questo giudizio. A me sembrano socialdemocratici (e se vuoi argomento) affezionati ai simboli ed alla tradizione operaista e socialcomunista. Tutto ciò non mi spiace affatto. In politica esistono anche scelte non rientranti nella logica del do ut des. Che "ci siano equivoci sui concetti di libertà e giustizia" nel partito neoazionista di Quartana ne sono certo, ma gli equivoci, in politica, li si supera cammin facendo, a mio modesto parere. Condivido che "La libertà per i comunisti è una cosa, per i liberali un'altra" ed aggiungo che per gli azionisti è altro ancora, anzi di azionismi, a dire il vero, ce ne sono stati diversi nella storia italiana ed ognuno intendeva la libertà diversamente. Tutte queste concezioni azioniste della libertà, comunque, hanno come minino comune denominatore il rispetto della volontà individuale così come tale rispetto è inteso nei regimi liberali occidentali.
Ci sono, inoltre, momenti in cui, come fu la lotta antifascista, i comunisti, i socialisti, i liberali, gli azionisti i cattolici democratici ed i monarchici si mettono insieme per salvare la patria e l'attuale momento storico mi pare abbia elementi somiglianti con quelli del ventennio di regime quello sì di certo antiliberale.
Aspetto allora con ansia la fondazione del Nuovo partito monarchico (così ci siamo tutti!). Ti ripeto: sono totalmente insensibile a questo genere di discorsi, perché li trovo totalmente insignificanti. Sono terra terra, se vuoi. Prendo atto del fatto che alla mia domanda terra terra continui a non rispondere, o, se si preferisce, a volare alto. Il fatto che il Nuovo partito d'azione abbia appoggiato i comunisti è invece qualcosa di significante e mi fa pensare che chi vuole vivere in un paese più liberale e più liberista debba tenersi alla larga da posizioni, come quelle di Bertinotti - che in una intervesta disse: non sono mai stato liberale, non ci tengo a esserlo - o di diliberto e compagni, le cui politiche economiche antiliberiste sono ben note, e naturalmente da chi li appoggia economicamente o elettoralmente. Se vuoi dialogare con me su queste cose, è meglio tagionare terra terra, perché io non sono disposto a seguirti in più o meno coerenti sequenze di simboli, etichette e simili.
Errata: tagionare; corrige: ragionare
Luigi,
qual è la tua "domanda terra terra" a cui non ho risposto (di certo perché non l'ho capita non perché volevo volare alto)? Penso da sempre che per fare le riforme liberali e liberiste in Italia ci voglia l'alleanza con i comunisti. Le riforme liberiste, ad esempio, del mercato del lavoro e quelle del mercato delle telecomunicazioni sono state fatte da governi in cui i comunisti o appoggiavano o, addirittura, erano parte integrante. Bertinotti blaterava tante cose ed è ora fuori dai giochi. Se gli imputo qualcosa oggi è principalmente di essere stato lui a volere spaccare il suo partito (i vendoliani sono suoi figli politici). Diliberto spero presto si faccia pure da parte e definitivamente. I compagni comunisti in generale ultimamente sulle questioni economiche predicano malissimo, ma incominciano a razzolare benino. Ricordi le riforme di Bersani? La sinistra comunista è quella che ha posto meno problemi, anzi le caldeggiava chiedendo che si riformassero le attuali barriere alle professioni, mentre i cosiddetti liberali dicevano contemporaneamente che le riforme di Bersani non bastavano e difendevano i privilegi. Gli stessi sedicenti liberisti che poi hanno drogato il mercato finanziario coprendo le malefatte delle banche ed impedendo che il mercato decidesse le sorti di Alitalia a spese dei cittadini. Ragiono abbastanza terra terra se vado al di là delle etichette e vedo chi è realmente liberale e liberista nei fatti come faceva il liberale Gobetti alleato ai comunisti Gramsci e Terracini?
Adesso ragioniamo. Può darsi che un accordo con i comunisti sia desiderabile per far passare riforme come quelle degli ordini professionali, riforme che hanno conseguenze sociali evidenti e non toccano gli interessi degli elettori comunisti. Infatti, quelle che passano come riforme Bersani toccavano gli interessi dei tassisti (categoria che passa per essere di destra) e di altre categorie che non figurano nel corpo elettorale comunista. Tutto questo è in teoria possibile. Non bisogna tuttavia trascusare il forte legame con il mondo sindacale e la circostanza che una riforma liberale-liberista comporta un allargamento della forbice politica/economia, politica/educazione in generale. Non mi sembra che da questo punto di vista, fondamentale, l'alleanza con i comunisti sia qualcosa di desiderabile o addirittura di indispensabile.
Dal momento che sei un militante neoazionista, ti chiedo quali siano stati i termini (le ragioni o altro) che hanno portato i neoazionisti ad appoggiare la liste comuniste (tra l'altro, i comunisti lo sanno?).
scusa il ritardo con cui rispondo al tuo commento.
Quanto alla letterina firmata da ale, volevo dire che c'è in essa una contraddizione (scusate la deformazione professionale); infatti, dire a qualcuno: "datti alla politica", significa esattamente dirgli (o pensare di lui, più o meno consapevolmente), in forma elegante, che non ha né arte né parte!:-)
Luigi,
la riforma degli ordini professionali ed altre riforme liberiste in italia saranno possibili (non dico saranno realizzate poiché il futuro non lo conosco) solo con il prossimo governo con almeno la presenza di forze della sinistra socialcomunista e magari pure con il benestare (tacito o espresso) dei sindacati. Che vuol dire che "una riforma liberale-liberista comporta un allargamento della forbice politica/economia, politica/educazione in generale"?
Riguardo "i termini (le ragioni o altro) che hanno portato i neoazionisti ad appoggiare" i comunisti di Ferrero e Diliberto puoi trovarli nel sito del partito (www.nuovopartitodazione.it). Se ti interessa come la comunità neoazionista (almeno quella che comunica tramite il web) vede tale scelta del partito puoi visitare il forum neoazionista http://nuovopartitodazione.forumup.it ed in particolare la discussione relativa a "La definitiva scelta di campo per le europee" (http://nuovopartitodazione.forumup.it/about599-nuovopartitodazione.html). Non solo i comunisti sanno di tale appoggio, essendosi incontrati i vertici neozionisti e comunisti ma non è esclusa una collaborazione con i comunisti di Ferrero e Diliberto che si sviluppi nel tempo, dato che alcuni punti del programma neoazionista trovano ascolto presso i comunisti.
Riguardo la contraddizione di ale concordo, di solito, purtroppo, si dà alla politica chi non è capace in altri campi, ma a volte anche chi ha passione per la politica. In me, dandomi alla politica, ci sarebbero entrambe le componenti.
Massimo,
la riforma degli ordini professionali - che il sottoscritto non riformerebbe, ma eliminerebbe - non esaurisce il campo delle riforme liberiste, le quali troverebbero nelle componenti comuniste un forte ostacolo relativamente alle riforme in senso liberista della pubblica amministrazione, della scuola! (qui sarebbe impossibilibile!!!), della sanità, del giornalismo, dell'università. Una riforma liberista del settore cultura (giornalismo, scuola, università e ricerca, editoria et.,) significherebbe, dal punto di vista dei comunisti, consegnare tali settori alla ideologia e alla propaganda capitalistiche. Come si fa a non capire questo? Quanto alla forbice politica/economia, la politicizzazione dell'economia è per i comunisti un fondamentale punto programmatico. In questo periodo mi sono dato alla fantascienza, ma tu finirai col farmi appassionare anche alla fantapolitica.
errata: impossibilibile!!! corrige: impossibile
Luigi,
concordo sull'eliminazione delle leggi sugli ordini professionali, ma non mi sembra liberale neppure l'abolizione per legge degli ordini. Svuotarli di ogni potere di diritto pubblico è liberale, ma se gli appartenenti ad una specifica professione vogliono associarsi liberamente e stabilire regole che valgono soltanto tra gli associati quale vero liberale glielo vieterebbe, tu? Riguardo riforme liberiste della "pubblica amministrazione" proprio non riesco a capire a che ti riferisci. Privatizzare la pubblica amministrazione va di certo al di là di qualsiasi liberalismo o liberismo. Puoi razionalizzarla, snellirla, introdurre alcuni (solo alcuni) principi manageriali che vanno bene nel privato, ma che altro? Darla in mano ai privati significa cancellare semplicemtento lo Stato e ciò è antiliberale di certo. Se intendevi questo più che al liberismo dovresti rifarti al pensiero libertarian più estremo o altrimenti chiamato pensiero anarcocapitalistico, che supera il liberalismo in direzione opposta rispetto al superamento dello stesso dei liberalsocialisti, ai quali io appartengo. Riguardo la scuola alcuni elementi concorrenziali, lo ammentto, possono essere introdotti, ma prima credo si dovrebbe smettere di foraggiare ogni tipo di formazione privata violando la Costituzione! Sulla sanità la stessa cosa. Sul giornalismo è scandaloso per me che tutta la stampa riceva finanziamenti pubblici, nessuno escluso e sul giornalismo televisivo credo che prima o poi anche i comunisti arriveranno a comprendere che tre reti pubbliche sono troppe, visto che ora non hanno più le mani in pasta non essendo più nelle istituzioni. Riguardo l'università. sono proprio curioso di sapere quali sono le riforme liberiste che vorresti. Io idee ne avrei e so che su queste i comunisti, è vero, mi manderebbero a quel paese, come fecero quando ero universitario ed esprimevo tali idee liberiste tra i colleghi. Quindi so che ai comunisti o a chi come loro pensa proprio certe cose non calano e non caleranno. Mi fai proprio stupido! La politicizzazione dell'economia non mi spiace, ma in senso di certo diverso da quello dell'ortodossia marxista nelle sue varianti rivoluzionarie o socialdemocratiche. Sono, infatti, per il mutualismo ed a favore di quella tendenza, che ormai è stata messa quasi totalmente da parte, che portava i lavoratori a partecipare all'ambito decisionale dell'impresa in maniera responsabile e attraverso metodi "democratici", nonviolenti e tutt'altro che statalisti. Esempi di tali esperimenti socialisti libertari ed anche liberisti erano presenti nella Juogoslavia socialista prima che andasse in frantumi (non intendo affatto, ovviamente esprimere nostalgie jugoslave, penso che sai che ero dalla parte dei bosniaci) così come nel movimento kibbutzim in Israele o tra i gandhiani in India.
Massimo,
per abolizione degli ordini professionali intendevo significarne l'abolizione del loro valore legale: si potrebbe parlare anche di liberalizzazione delle professioni. Non è nelle mie intenzioni vietare qualunque forma di associazionismo a patto che non si trovi nei fatti in violazione della costituzione. La stessa introduzione di principi manegeriali all'interno della pubblica amministrazione troverre i comunisti contrari, dal momento che questo significherebbe introdurre principi in qualche modo mercantili (per non parlare del feticcio del lavoro fisso, che non è qualcosa di accidentale al loro modo di concepire il rapporto uomo/lavoro). Sul fronte della scuola, della università e della ricerca, mi pare che concordiamo sul fatto che ai comunisti certe cose non calano, come dici tu. Non calano in generale per il settore cultura, compreso il giornalismo. La politicizzazione dell'economia a me invece spiace, spiace molto. Anche qui, però, non mi far dire cose che non dico e non penso: se qualche impresa intende gestire i suoi capitali e i suoi profitti all'insegna di qualche modello marxista o di qualche modello da te auspicato, credo che abbia tutto il diritto di farlo, di sperimentare i propri metodi, quali che siano, assumendosene le responsabilità.
Qualcosa però non deve sfuggire: l'indispensabilità dei comunisti per le riforme liberali-liberiste in Italia esce, dalla nostra discussione, con le ossa rotte.
arridaglie!
Errata: troverre; corrige: troverebbe
Vuoi che ti elenchi tutte le riforme liberali e liberiste che sono state fatte in italia grazie ai comunisti (ed anche grazie ai cattolici)? Vuoi che ti elenchi anche tutte le riforme ancora da fare nell'ambito dei diritti civili in cui i comunisti sono ormai liberali, mentre molti cosiddetti liberali non lo sono?
Se lo ritieni utile, sì!
Limitandoci alle principali misure del cosiddetto "pacchetto Bersani" approvato con il decreto-legge n. 223 del 4 luglio 2006 e definitivamente convertito dalla Legge n. 248 del 4 agosto 2006:
- Alimentari: liberalizzazione della produzione del pane. Da oggi sarà sufficiente una dichiarazione di inizio attività al Comune, aboliti i limiti quantitativi alla produzione ed il numero dei panifici in ciascun comune.
- Assicurazioni: abolita la vendita in esclusiva delle polizze assicurative, con possibilità di agenti plurimandatari. I risarcimenti arriveranno inoltre dalla propria compagnia, riducendo i tempi di attesa.
- Authority: multe tra il 3% e il 10% del fatturato per violazione delle norme sulla concorrenza.
- Banche: obbligo per la banca di comunicare al cliente per iscritto le variazioni al contratto del conto corrente con possibiltà per il correntista di recedere dal contratto senza costi ulteriori. Ogni banca che modificherà inoltre i propri tassi di interesse a seguito delle variazioni stabilite dalla Banca Centrale Europea dovrà adeguare contestualmente sia i tassi debitori che quelli creditori.
- Casa: abolizione dell'obbligo della dichiarazione Ici con la possibilità per i proprietari di case di liquidare l'imposta sulla dichiarazione dei redditi (Unico o 730).
- Farmaci: via libera alla loro vendita - se non soggetti a prescrizione medica - nei supermercati e in tutti gli esercizi commerciali (esclusi gli alimentari). Unico vincolo: la presenza di un laureato in farmacia.
- Notai: abolito l'obbligo dell'atto notarile nel caso di passaggio di proprietà di automobili, moto e barche. Da oggi sarà necessario solo un atto, gratuito, da effettuare in Comune.
- Professionisti: abolita la tariffa minima per i professionisti, con possibilità del cliente di negoziare la parcella. Da oggi i liberi professionisti - ad eccezione dei medici nell'esercizio della professione reso nell'ambito del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso - potranno pubblicizzare la propria attività.
- Pubblici esercizi: prevista l'abolizione delle commissioni comunali e provinciali per il rilascio della licenza necessaria all'apertura di un esercizio pubblico.
- Taxi: nuova disciplina del servizio ed aumento dei mezzi in circolazione attraverso la programmazione a livello locale. Possibilità per i tassisti di ampliare i turni di lavoro, avvalendosi di dipendenti o familiari, e per i consorzi di utilizzare veicoli aggiuntivi.
Parliamo poi dei cosiddetti diritti civili (divorzio, aborto, obiezione di coscienza, eutanasia)? In questi ambiti i comunisti mi sembrano oggi liberali, appunto, più della destra attuale che si fregia del nome di Popolo della LIbertà.
Caro Massimo,
Queste cose mi fanno pensare a un film con Massimo Troisi, di cui purtroppo non ricordo il titolo. Comunque, l’ambientazione è quella italiana nel ventennio fascista: un conciliabolo di avventori elogiava i pregi del governo del paese da parte di Benito Mussolini, pressappoco con queste battute: da quando c’è Lui i treni arrivano sempre in orario. Troisi: sarebbe stato sufficiente farLo capostazione! La battuta fu interpreta come eccessivamente sediziosa e per essa fu preso a legnate e incarcerato. Voglio dire: è sufficiente che per qualche provvedimento i comunisti siano un partito politico disposto a dare l’assenso, senza per questo accreditarlo come partito governativo o addirittura come una forza politica indispensabile nel nostro paese per dare il via alle riforme liberali-liberiste (la cosa, non ti offendere, ma suona particolarmente ridicola). Molte parti del pacchetto Bersani non sono esclusivamente classificabili come liberiste, p. es. la maggiore trasparenza che esprime il punto 4) del tuo commento non è qualcosa di esclusivamente liberista e può facilmente trovare l’assenso di forze non liberiste. In questa sezione delle cose non esclusivamente liberali-liberiste metterei anche i diritti civili (di cui tu parli alla fine del commento): divorzio, aborto, obiezione di coscienza, eutanasia. Ti faccio osservare che su divorzio, aborto ed eutanasia c’è in campo l’etica del clero cattolico. Non stupisce dunque l’appoggio dei comunisti su questi temi. Quanto all’obiezione di coscienza, anche qui possiamo individuare qualcosa di non liberale da parte comunista, p. es. l’antimilitarismo, almeno quando il militarismo è atlantico. Altre parti del pacchetto Bersani non hanno avuto alcun effetto, se non sul piano della propaganda politica, p. es. i punti 6) e 8). Io continuo ad acquistare i farmaci da banco nelle farmacie, evidentemente i vincoli posti, come p. esempio la presenza di un laureto in farmacia, rendono l’operazione non particolarmente conveniente da parte di coloro che ne avrebbero diritto, come i supermercati. 8) è davvero ridicolo, perché l’ordine continua a diramare tariffe minime, benché nella forma di meri consigli (non so come meglio dire), e il problema è che se il consiglio promana dalla fonte della legittimazione del tuo esercizio professionale (l’ordine per l’appunto), allora è conveniente tenerne conto; in seconda battuta, possiamo anche dire che le tariffe erano anche prima concordate. 8) non ha influito sui poteri corporativi della professione in questione, né aumentato la concorrenza. Si fanno buchi nell’acqua se si intende riformare le professioni senza abolire il valore legale degli ordini professionali e, aggiungo, dei titoli di studio. Se si gira attorno a queste cose, lo ripeto, si fanno buchi nell’acqua o al massimo propaganda politica. Quanto al resto, si potrebbero dire altre cose analoghe. Sarebbero inutili, perché il pacchetto Bersani era già stato preso in considerazione nei nostri precedenti commenti, anche se senza scendere nei dettagli, ed io sono molto d’accordo sul fatto che i comunisti possano essere utili nella riforma degli ordini professionali. Comunque l’impressione che l’ambito che le regole e l’efficacia del pacchetto Bersani ritagliano lascia fuori di sé il paese intero è davvero forte. Proprio per queste mi sembra eccessivo chiamare tali provvedimenti riforme. Quanto ai comunisti, sono dell’idea che sia sufficiente far fare loro i capistazione all’occorrenza!
Caro Luigi,
il film di Troisi è "Le vie del Signore sono finite", del 1987, con Troisi protagonista e regista.
Riguardo le riforme, sono per i piccoli passi, verso la direzione giusta, fino a quando non avremo un governo capace di "abolire il valore legale degli ordini professionali" e "dei titoli di studio". Riguardo "l’ambito che le regole e l’efficacia del pacchetto Bersani ritagliano" riguarda tutti i cittadini in quanto consumatori. Senza i conunisti difficilmente sarà possibile mandare a casa i potenti e prepotenti attuali partitocrati, statalisti, protezionisti, razzisti, affaristi, oligopolisti dell'informazione, della pubblicità, dell'edilizia, dello sport, mafiosi, camorristi, corrotti e corruttori (anche di minorenni, in quanto pedofili), clericali ipocriti, nazistoidi, putiniani, gheddafiani e ahmadinejadiani.
Vedo che non riesco a convincerti. Spero di vivere abbastanza a lungo per vedere riforme liberali autenticamente tali in Italia. Solo allora vedremo quale sarà stato l'apporto dei partiti comunisti. Prevedo nullo.
Posta un commento