Osserva un pipistrello e vedi se va in cerca di cibo, sonno, sesso, rifugio, calore, contatto con i propri simili. Vedi se si dirige solitamente verso qualcosa che la sua specie, quindi, potremmo dire che trova attraente. Vedi se rifugge qualcosa che, quindi, potremmo dire che la sua specie trova repellente. Vedi se esistono così pure gusti particolari dei singoli individui di pipistrello. Potremmo così capire tutto sommato che vorremmo gli altri diano ad un pipistrello e cosa vorremmo non diano, se vogliamo seguire la regola aurea.
Cosa vorremmo fosse fatto a noi? Innanzi tutto vorremmo essere considerati per quello che siamo e vorremmo ricevere ciò che vogliamo per noi. Quindi fare agli altri quello che noi vogliamo per noi significa considerarli per quello che sono e dare loro ciò che essi per sé stessi desiderano.
20 commenti:
di ormai molti anni fa è un libro di Stefania Ariosto, Il leone e la gazzella, mi ricordo pure le sfottute di Vittorio Sgarbi. A quel libro voglio ispirarmi. Che cosa desidereremmo se fossimo delle gazzelle? Semplice: osserviamo il comportamento. Ebbene, pare che la gazzella non desideri essere mangiata dal leone. Che cosa desidereremmo se fossimo dei leoni? Semplice: osserviamone il comportamento. Ebbene, pare che i leoni desiderino mangiare le gazzelle. Agire secondo la c.d. regola aurea nei riguardi della gazzella significa violare la stessa regola aurea nei riguardi del leone. E se io fossi il virus dell’hiv, che cosa desidererei gli altri facessero per me?
Quindi? Vuoi impedire al leone di mangiare la gazzella? Vuol dire che ti schieri dalla parte di quest'ultima e non applichi la regola aurea per il leone. Vuoi aiutare il leone a raggiungere prima la gazzella? Forse non ti schiereresti neppure dalla parte del leone, poiché se il leone disimpara a cacciare, si abitua ad essere domestico e non è allenato adeguatamente finisce per annoiarsi e stare male ed a non essere più autonomo. Se vogliamo, quindi, applicare la regola aurea sia al leone che alla gazzella faremmo forse meglio ad applicare la prima direttiva di Star Trek, la quale pone già a priori questioni filosofiche interessanti e mi piacerebbe che tu l'analizzassi con i tuoi strumenti della ragione.
I don't follow you.
... maybe because you are not a lion and I am not a gazelle!
until now I never have seen a gazelle equipped of humour!
your English is a lot worse than my bad Italian
do you wanna give me English lessons too? anyway, your bad Italian is the last thing I'd worry about.
Yes, I do... However, I don't worry about your English as you don't worry about my Italian.
"I give lessons, ergo I am". I find out what you intend for "la prima direttiva di Star Trek". I say something about it when I can. But, at first, there seems that rule cannot provide a good answer to the problem. among other things, it would not allow us to enforce the golden principle respect with lion or gazelle, but that is what you propose.
Luigi,
citare la prima direttiva di Star Trek è un modo per dire non intervenire nelle dinamiche relative a specie inferiori, se consideriamo inferiori degli umani i leoni e le gazzelle.
I’m not following you again. Now you say that we shouldn’t enforce the golden principle when we have to do with lions or gazelle, because of their inferior being, but you also wrote: “Sul precetto della regola aurea io mai ho introdotto il concetto di "umanità", bensì ho scritto "altri" o "persone con cui veniamo a contatto", non necessariamente umani, quindi, e comunque intesi nella loro singolarità e concepiti nella relazione, nella comunicazione che veniamo ad avere con lui o lei”. I think that you need to agree with yourself. However, the contradiction I focus on raises also when we have to do with other human beings. It is easy to see why: we can imagine circumstances in which to enforce the golden principle with respect to anyone means not to enforce the same principle with respet to anyone else.
Non possono esservi altri che non siano umani e neppure inferiori? La regola aurea, ripeto, non va presa alla lettera. Essa è conosciuta tra i parlati la lingua inglese con l'espressione "the golden rule".
You put me on? Do you know beings that are both not-human and not-inferior? Is a bat a being of this sort? You say that we shouldn't think of the golden principle as a principle in the literally sense. I ask you again how we should understand it in order to avoid the contradictions I focus on. I suggest if too clauses (but you didn't provide them) are required to make sense of it, that counts as a proof of its illness.
Luigi,
perché continui a scrivere in barbaro? Per esercitarti? Io preferisco la mia lingua ed intendo usare questa con un compatriota. L'inglese non lo amo più da parecchio, pur rendendomi conto della sua utilità. Conosco sì essere non umani e non inferiori. Non so se il popistrello rientra nella categoria. Il principio della regola aurea (che, ripeto, per i parlanti la lingua inglese è "golden rule") è l'amore verso il prossimo. Le contraddizioni che hai esposto sono interessanti e se avrò il tempo anch'io le analizzerò, ma non è questo qui ora il mio scopo. La debolezza della formula della regola aurea non mi scandalizza affatto. Nella tradizione cristiana (ma anche in altre tradizioni, come quella taoista) la debolezza è un valore tanto quanto la forza. L'errore, la caduta, la contraddizione sono tutti simboli dell'umano, che gli manca sempre qualcosa per essere divino.
Why do you think in a barbaric style? You say it is possible that a bat is a not-human and not-inferior being. Then you have to provide a set of conditions on which a being is human or not-human, inferior or not-inferior. You proposed to not enforce the golden principle (is there difference between “rule” and “principle”?) with respect to inferior beings, and obviously your proposal depend on our ability to pick out beings of that sort. You suggest that we don’t have to take the golden principle in a literally sense and that it means, in a deep sense, we must love our neighbour. No doubt that this is a funny way to solve the problems concerning the golden principle and other moral question. It is as funny as the claim that error, contradiction, downfall (I’d add terrible confused ideas) are symbols.
Luigi,
non volevo essere offensivo scrivendo "barbaro", semplicemente volevo rimarcare il fatto che siamo entrambi non solo italiani ma addirittura siciliani, ovvero conterranei, quindi non abbiamo bisogno di fare ricorso ad una lingua straniera, tra l'altro una lingua che non amo più così tanto... Ma se ti serve per esercitarti fai pure. Perché dovrei essere tenuto a fornire le condizioni sotto le quali un essere sia umano o non umano, inferiore o non inferiore all'essere umano? Per vedere quando applicare la regola aurea e quando no? Mai detto che essa non vada applicata agli inferiori, semplicemente faccio notare che gli inferiori ci sono meno prossimi e quindi secondo il Vangelo prima dobbiamo perseguire il bene degli umani e poi dei non umani, indipendentemente dal fatto che siano superiori o inferiori. Applicare la regola aurea verso gli esseri inferiori penso possa essere fatto "con l'aiuto della prima direttiva di Star Trek", ovvero non intervenendo (o intervenendo il meno possibile) nell'interazione tra esseri inferiori in conflitto tra loro.
Sono contento che trovi buffe le mie idee religiose riguardanti "l'amore verso il prossimo", "l'errore, la caduta, la contraddizione" e pure le idee confuse.
When you say that inferior beings are less neighbour than human beings, obviously the proximity you keep in mind isn’t such that I have to consider my cat more neighbour than the president of USA in that my cat is in here and obama is anywhere. So, can you give us further data about this notion, notion of neighbour?
Quando quello che ora è comunemente noto con il nome di Gesù citò letteralmente la Toràh dicendo "ama il prossimo tuo" gli chiesero chi era 'sto benedetto prossimo. Lui rispose con la parabola del buon Samaritano. Copio qui a seguire il testo, nella versione che puoi trovare nella Nuova Riveduta, ovvero una tra le più diffuse traduzioni bibliche usate oggi in ambiente evangelico-riformato
Luca 10:25-37
Il buon Samaritano
Mt 22:34-40; 7:12; Ro 13:8-10
25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, e gli disse: «Maestro, che devo fare per ereditar la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» 27 Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». 28 Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa' questo, e vivrai». 29 Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?» 30 Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 32 Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. 33 Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; 34 avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". 36 Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» 37 Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa».
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