sabato 29 agosto 2009

Attacco alla libertà di stampa

Inaccettabili le intimidazioni del Premier alla stampa
Prendiamo atto con stupore della denuncia presentata dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro il gruppo editoriale “L'Espresso”.
Riteniamo che questa iniziativa giudiziaria, sia una vera e propria intimidazione inaccettabile alla libertà di stampa.

E' palese che questa inverosimile operazione mira ad azzittire le voci non allineate e critiche verso l'operato del Governo che si rifugia nella querela per sottrarsi al confronto e al chiarimento di situazioni e vicende che eufemisticamente potremmo definire “torbide”.

Auspichiamo forti iniziative di protesta sia da parte delle forze politiche di opposizione che dalle organizzazioni della stampa.

Gabriele Oliviero

Membro del Coordinamento nazionale N.P.A.

13 commenti:

luigi il barbaro ha detto...

Rientra tra i diritti di ciascuno di noi, compreso il presidente del consiglio, muovere querela contro ciò che si ritiene calunnia. Se l'espresso fa informazione e non calunnia si difenderà nei modi migliori.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
il problema qui sta nel fatto che i mezzi di comunicazione di massa sono in gran parte nelle sue mani ed abbiamo un Presidente del Consiglio che assomma in sé potere economico, politico e strumenti di comunicazione. Mi pare lecito anche pensare che influenzi le decisioni giudiziali, specie se vi è stata una sentenza che ha scritto proprio che lui corruppe dei magistrati! Mettici pure che i tribunali italiani sono pressocché intasati quasi nella loro interezza ed i processi hanno tempi biblici.
Berluscono fa le leggi, dice come vanno applicate, dirige coloro che devono applicare le norme e/o farle rispettare, decide cosa e come fare e/o non fare sapere alla maggioranza degli italiani ed ora si muove pure giudizialmente contro la stampa di opposizione. Tutto ciò è accettabile da un liberale?

luigi il barbaro ha detto...

Sei diventato pazzo? Che cavolo vuoi dire? Ciascun cittadino ha diritto di sporgere querela contro coloro che ritiene siano i suoi calunniatori. Sarò pure barbaro, ma nella querela contro un particolare gruppo editoriale vedo soltanto una querela contro un particolare gruppo editoriale. Non riesco a vedere né un attacco alla stanpa (l'Espresso non è tutta la stampa italiana), né un attentato alla libertà di stampa, la quale se non è libera non è per via delle querele di Berlusconi, ma per motivi sitemici: vogliamo p. es. parlare del finaziamento pubblico ai giornali, ai vari organi di partito e cartacce varie? By the way, l'N.P.A. ha qualche organo di partito? riceve per esso finanziamenti pubblici? qual è la posizione di N.P.A. sui finanziamenti pubblici ai giornali? Se è negativa, come si sta muovendo a questo riguardo? Non mi pare affatto lecito pensare che il presidente del consiglio influenzi le decisioni dei magistrati. Se questo accade, è un problema a parte, che va valutato a parte, come a parte va valutata in generale l'efficenza della nostra magistratura. Altra cosa ancora è il c.d. conflitto di interessi. Non è accettabile da parte di un liberale delegittimare un diritto.

Ricky ha detto...

Un liberale non è un liberista, per il quale tutto è permesso. Un liberale di sinistra ha occhio anche per le conseguenze di un'azione e valuta chi perde più libertà in seguito a quell'azione. Tu, caro Luigi, non vedi un'attacco all'informazione, mentre io lo vedo eccome: gli attacchi a RAITRE e al TG3, gli attacchi a La Repubblica, gli attacchi contro la stampa estera (The Guardian), gli attacchi contro SKY, la censura di Videocracy, le notizie mai date da parte di tutti o quasi i TG, il disegno di delle Alfano. Non vado avanti per pietà. Io penso che sia evidente il disegno volto a imbavagliare la stampa e ad assoggettiare tutta l'informazione al volere dell'Imperator. Non è un'intimidazione questa? Inoltre tieni conto che Berlusconi non è uno qualsiasi, è il capo del governo e l'uomo più ricco in Italia e anche l'uomo che gode di una posizione privilegiata nel settore dei media, dunque non dovrebbe affatto permettersi di denunciare chi gli pone delle domande, atteggiamento questo degno di un dittatore africano, non di un premier europeo. Se per te tutto ciò è lecito e legittimo ok, va bene, ma poi guai a te se verrai a lamentarti con la sinistra o chi per essa perchè l'informazione è degna di un regime comunista o perchè in parlamento è pieno di corrotti e corruttori. E' questo tuo liberismo qualunquista che lo permette, garantendo a tutti la libertà di fare tutto e ignorando anche i diritti di chi non ha tempo, denaro, istruzione per difendersi.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
pazzo lo sono ormai da temopo. Pensi che se un qualsiasi Presidente del Consiglio che sporga querela alla stampa non abbia pure conseguenze politiche? Se poi il Presidente del Consiglio in questione è padrone dei mass media privati e pubblici non ti fa né caldo né freddo? Il fatto che, inoltre, una sentenza contenga l'affermazione che il politico in questione è un corruttore di giudici non ha rilevanza? Riguardo il reato di calunnia, poi, mi sa che l'abolirei verso tutti, specialmente verso i potenti! Quel particolare gruppo editoriale, poi, rappresenta la cosca mafiosa editoriale avversa a quella attualmente al potere.
Sai che concordo con te totalmente sul "finaziamento pubblico ai giornali, ai vari organi di partito e cartacce varie". L'N.P.A. non ha ancora, che io sappia, organi di partito. Non riceve attualmente finanziamenti pubblici di alcun tipo. Puoi porre tu stesso la questione, ad esempio sul forum del partito. Trovi il link tra quelli del mio blog.

Ricky,
un liberista non è un anarcofascista!

luigi il barbaro ha detto...

Gentile Ricky,
penso che il liberista non è colui per il quale tutto è permesso. Mi sembra una concezione del liberismo qualunquista, questa. L’attenzione alle conseguenze delle azioni caratterizza l’uomo prudente, non il liberale di sinistra, il quale può anche non essere prudente. Se esiste un disegno politico volto a imbavagliare la stampa (ho detto se), allora va contrastato in tutte le sedi possibili, innanzitutto in parlamento, se è lì che si attuerebbe. Per il resto, la delegittimazione, denigrazione, mistificazione dell’esercizio di un diritto non mi appartiene, mi dispiace. Prendiamo atto che esiste una linea di pensiero secondo cui i diritti dei cittadini debbano essere sospesi (o delegittimati, denigrati, scoraggiati, mistificati) se nei pensatoi di certe segreterie di partito, o consimili, si valuta che nel complesso l’esercizio di quel diritto fa perdere libertà ai più (insomma, prima viene il giudizio del politico di turno, meglio se liberale di sinistra, poi il rispetto delle leggi e la difesa dei diritti). Nella fattispecie, comunque, questa valutazione è sbagliata. Infatti, se Repubblica fa informazione, e non invece opposizione politica con gli strumenti della calunnia e dello scandalo, come si racconta, allora si difenderà nei modi più opportuni (se non avrà i soldi per gli avvocati, faremo una colletta). Se invece fa opposizione politica con gli strumenti della calunnia e dello scandalo, è giusto che paghi: la libertà di stampa non significa dire tutto ciò che passa per la testa (chi è il liberista qualunquista?). Penso che se rientra tra gli interessi dell’N.P.A. intercettare il plauso dei liberali, allora il manifesto che stiamo discutendo non pare sia sul giusto binario.

luigi il barbaro ha detto...

Caro Massimo,
non si tratta di pazzia, in realtà, ma di passione politica. Quando ti sarai sufficientemente spassionato per discutere razionalmente, riprenderemo la questione. Al momento, mi sembra che non si può ragionare.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
chi denigra? Chi mistifica? A me pare che sia Berlusconi a fare ciò. Piuttosto che occuparsi di problemi già esistenti ed in agenda ne crea di nuovi, anche con questa querela. Anche comprare ulteriori pezzi del sistema informativo italiano, in Italia, purtroppo, potrebbe essere legittimo legalmente, ma mi sembrerebbe quantomeno inopportuno e se lo facesse io mi unirei a chi contrastasse un simile atto, come contrasto questa sua attuale querela, vedendola in un quadro più generale di attacco alla stampa a lui critica. Repubblica può fare legittimente informazione o opposizione politica con gli strumenti dello scandalo. La calunnia è altro, perché è reato e per me sarebbe meglio se non lo fosse, specie se coloro che si sentono calunniati sono i potenti. Immagina come la satira possa essere colpita pesantemente con la scusa della calunnia. La stampa semplicemente deve essere libera ed in un sistema concorrenziale nel quale chiunque possa accedere abbastanza facilmente alle idee più diverse esistenti sul mercato, fossero anche calunnie, se riguardano i potenti. Sono un liberista qualunquista? Sono accecato dalla passione politica?

luigi il barbaro ha detto...

Si può indubbiamente fare opposizione politica con lo scandalo, a patto che lo scandalo sia fondato. Se invece lo scandalo è infondato e qualcuno ne esce danneggiato, la cosa non può passare impunita. Penso che negli Stati Uniti (in cui però ci si pensa mille volte prima di montare uno scandalo che potrebbe rivelarsi infondato e causare discredito e somme ingenti di danaro da versare ai calunniati) i giornalisti promotori di qualche …-gate sarebbero ben contenti di essere oggetto di querela, perché questo significherebbe una ulteriore occasione, un ulteriore luogo per dimostrare l’esattezza delle loro accuse. In Italia invece le querele non si devono fare. Perché? Forse perché si vuole fare "libera stampa", in culo ai fatti e alle prove? Credo che questa alzata di scudi non deponga a favore della tesi delle accuse contro il premier.

luigi il barbaro ha detto...

Credo inoltre (detto di passaggio)che la sinistra, stampa compresa, farebbe bene a fronteggiare la politica governativa sul piano politico, specie se non è in grado di dimostrare le propie tesi scandalistiche, anche nelle aule giudiziarie, se è il caso.

Massimo Messina ha detto...

Barbaro Luigi,
ciò che desidero per l'Italia lo desidero pure per gli USA, ovvero libera stampa, nel senso più ampio del termine. Delle domande non possono essere considerate accuse ed il mestiere del giornalista è fatto principalmente di domande. Qualsiasi politico ha il dovere di rispondere ai giornalisti, laddove le domande vertono sulla cosa pubblica e/o riguardano pubblici fatti (e tra questi vi sono le pubbliche dichiarazioni degli stessi politici). Tutto ciò, in nome della libertà di stampa, mai dovrebbe entrare nelle aule dei tribunali.

luigi il barbaro ha detto...

massimo,
diciamo che hai pubblicato cose relativamente più interessanti sul tuo blog.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
su questo siamo più che d'accordo, ma, sai com'è, se scrivo sempre della maghetta Fia diminuisco il numero dei contatti!