Articolo del giornale La Sicilia di oggi
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Niscemi. L'apertura, dopo venti anni di attesa, dell'ala nuova del nosocomio locale non ha per nulla risolto il problema sanità a Niscemi, anzi, in alcuni casi, lo ha fatto incancrenire. Per questo, martedì sera, c'è stato l'ennesimo incontro a Palazzo di Città tra istituzione comunale, associazioni di volontariato, sindacati e club service, organizzato dall'amministrazione comunale per dire ancora una volta no ai tagli dei posti letto, no ad un personale medico ridotto al lumicino in alcuni reparti del “Suor Cecilia Basarocco”, dove due medici, nel reparto medicina, debbono garantire il lavoro nel reparto e le emergenze, dove vi è un solo medico in servizio nel reparto di radiologia. Nessuno dei tre medici può andare in ferie, o cadere ammalato, pena il blocco delle attività dei reparti e quelle connesse. E c'è stato chi ha proposto di evidenziare tale situazione davanti la Procura della Repubblica, «visto che ogni altro tentativo per normalizzare la situazione è andata a vuoto».
Alla fine del dibattito, che ha avuto anche toni accesi, si è deciso di sottoscrivere l'ennesimo documento in cui evidenziare le criticità che sono state ribadite, e ribadirle, poi, in un confronto con il direttore generale dell'Asl 2 di Caltanissetta: potenziamento delle attrezzature, potenziamento dell'organico medico, per evitare la chiusura del reparto di medicina e di radiologia, riparazione della Tac ferma da un mese, locali per i poliambulatori e potenziamento della medicina di base. Nel dibattito sono intervenuti, oltre al sindaco Giovanni Di Martino e al presidente del consiglio comunale Franco Alesci, rappresentanti di varie organizzazioni e rappresentanti della società civile.
Durante il dibattito, è stata resa nota la toccante lettera-denuncia al sindaco di Niscemi e ai vertici dell'Asl 2, perché vittima della malasanità, della dottoressa Maria Concetta Tommasi, madre di una bambina di 5 anni, che si trova, dopo tante peripezie, ricoverata al reparto di chirurgia di Niscemi. "In seguito alla caduta dal balcone della mia abitazione, in seguito al terribile trauma vengo prima portata all'ospedale di Niscemi, poi a quello di Gela, poi da Gela a Niscemi, da qui al Sant'Elia di Caltanissetta. Ancora, da Caltanissetta a Niscemi, come una pallina impazzita da ping pong. Tutto questo perché la Tac dell'ospedale di Niscemi non funziona. Io ho riportato varie fratture: colonna vertebrale, bacino, ecc
Prima di essere accettata a Caltanissetta, ero ricoverata a Niscemi. Passano 8 ore e, grazie all'intervento del direttore sanitario di Niscemi, dott. Franco Cori, vengo trasferita di nuovo a Caltanissetta, che ha reparti attrezzati per il mio caso. Dopo gli interventi al Sant'Elia, chiedo di restare ricoverata in quella struttura, per le competenze specialistiche e poi perché mio marito e i parenti risiedono a Caltanissetta. Nulla da fare. Non esistono motivi umanitari".
E' una storia di allucinante malasanità!
Giuseppe Vaccaro
18 commenti:
La sanità, come la scuola, per altro, è una cosa seria. noialtri cittadini dovremmo prendere coscienza del fatto che le cose serie non dovrebbero essere lasciate in mano ai politici, specie quando la classe politica ha un livello di competenze, saperi ecc., molto basso, come in Sicilia. detto questo, faccio i migliori auguri a Maria Concetta.
Luigi,
in quali mani le dovremmo mettere sanità e scuola, da cittadini?
ma non fai prima a dirmi i manuali di microeconomia che dovrei andarmi a studiare?
Luigi,
significa che vuoi privatizzare quella che è l'attuale sanità pubblica?
E' curioso che tu senta il bisogno di formulare la domanda usando la parola "attuale" (e anche la parola "pubblica"). Infatti, la privatizzazione della sanità simpliciter suona come una buona idea, o almeno come fattibile. Privatizzare l'attuale sanità pubblica suona come impossibile, perché implica (o suggerisce tale implicazione) che nel risultato della privatizzazione debba continuare a sussistere ciò che attualmente c'è di pubblico e di attuale. Impone cioè limiti concettuali simili a quelli che Hegel poneva alla scoperta di nuovi pianeti.
C'è già una sanità privata accanto a quella pubblica e la prima non può essere privatizzata. Vuoi privatizzare la seconda?
direi abolire la seconda.
Luigi,
per quali scopi? Attraverso quali metodi?
Gli scopi sono riconducibili tutti, o quasi tutti, a quello di impedire che gestioni politiche/elettorali/sindacali si frappongano nel delicato rapporto medico/paziente. Il metodo è naturalmente legislativo. Se invece vuoi la stringa esatta di leggi, allora ti rispondo che non è il mio mestiere, anche perché queste potrebbero notevolmente variare contestualmente. Se il contesto è quello italiano, allora le variazioni sono bandite in generale.
Luigi,
questa volta sono io a citare un film, ovvero "John Q", con Denzel Washington. Se non ti piace la citazione perché non scrivo quando è uscito il film, ti ricordo che tramite il benemerito Google puoi sapere non solo ciò, ma anche la trama.
Non ti chiedo il testo di legge, bensì quali pensi siano, anche a grandi tratti, i passaggi da realizzare per passare dal regime attuale a quello che che auspichi.
Il film che citi non mi è piaciuto. In ogni caso, allestire tutto quel casino, quando il protagonista poteva benissimo farsi un biglietto per l’Italia!? Non è realistico. Molto più realistico è il nostrano dottor Tersilli. Comunque, se si i vuole ragionare, allora lo si deve fare con la testa, e non con i sentimenti. Ci sono film molto più toccanti e belli contro l'eutanasia! Il sistema sanitario statunitense non funziona? Proviamolo dati alla mano: ci risulta che la vita media degli americani è più bassa di quella degli italiani e questo a causa di malfunzionamenti sanitari? Portiamo dati invece di film. La percezione del funzionamento della sanità da parte di un regista (quali che siano i suoi orientamenti politici) non è affidabile. Negli ultimi anni, p. es., in Italia, la percezione della insicurezza e della criminalità è aumentata, ma i dati sembrano andare in tutt'altra direzione. In seguito all'indulto di qualche anno fa, i fatti relativi a recidive di coloro che avevano beneficiato del provvedimento saltavano immediatamente alla ribalta della cronaca, alimentando una percezione distorta della realtà. A bocce ferme, oggi è chiaro che la percentuale delle recidive/indulto è del 30 per cento circa contro il 70 circa delle recidive/standard, anche se colgo l’occasione per sottolineare che il dato, sebbene probabilmente vero, dovrebbe essere relazionato alla circostanza che l’indulto veniva applicato soltanto a certe categorie di reato, per le quali una inferiore recidiva potrebbe essere connaturata.
Luigi,
il sistema sanitario statunitense sta per essere pesantemente riformato.
L'idea di avere dei sistemi sanitari pubblici separati per i poveri e per gli anziani stanno aumentando la spesa pubblica più che contenerla, lasciando sempre i programmi sanitari sociali in una situazione di sanità di serie B rispetto a quella di chi è coperto da assicurazione. A proposito di dati sono circa 48 milioni di statunitensi che sono privi copertura.
difendo la libertà di ciascuno di noi di curarsi o no, di essere coperti o no da assicurazioni. Coloro che desiderano curarsi ma non hanno i quattrini per avere la copertura assicurativa, costituiscono un problema, rispetto al quale soltanto metafisiche dogmatiche vedono la soluzione in una gestione pubblica della sanità. quanto alle differenze nei trattamenti sanitari tra coloro che dispongono di più quattrini rispetto a chi ne dispone di meno, credi che le cose vadano diversamente in Italia?
Luigi,
anch'io sono per "la libertà di ciascuno di noi di curarsi o no, di essere coperti o no da assicurazioni" ed in questo spirito infatti partecipai alla raccolta firme sul referendum radicale che intendeva togliere l'obbligo di iscrizione al SSN, vedendo il referendum come un passo nella direzione di una maggiore libertà.
Tra i 48 milioni di non coperti da assicurazione negli USA, però, solo una piccola parte è costituita da giovani che non intendono assicurarsi, la restante parte è fatta di persone che vorrebbero eccome, ma non possono. Il loro numero aumenta sempre più, così come va aumentando di continuo la spesa pubblica statunitense per i programmi sanitari sociali. Ti facevo, infatti, notare che quel sistema porta, sia per motivi demagogici che per motivi organizzativi, a crescere sempre più la spesa pubblica piuttosto che contenerla, a discapito della libertà individuale.
Come pensi di risolvere il problema costituito da chi vuole avere copertura assicurativa, ma non può?
In Italia, come in qualsiasi paese del mondo, i ricchi possono permettersi cure diverse, ma i poveri oggi non hanno prestazioni sanitarie di serie B rispetto a quelle che può permettersi la classe media. Questa di certo è una conquista sociale, ma non sono affatto dogmatico rispetto agli strumenti per mantenere tale conquista.
serie A o serie B sono concetti relativi. Ciò che è considerato serie B negli Stati Uniti potrebbe venir giudicato serie A in Italia o in Sicilia. Non considero affatto una conquista sociale l'equiparazione dei servizi, specie quando i servizi sono scadenti. Ti ripeto: si muore di più in America per motivi sanitari? la vita media degli Americani è più bassa? Abbiamo bisogno di criteri più ampi per mettere a confronto i due sistemi.
Escludendo situazioni estreme posso affermare con tranquillità che i programmi sociali relativi a prestazioni medice per poveri ed anziani degli USA sono costituiti da prestazioni sanitarie inferiori al nostro SSN, in qualsiasi ASL.
si muore di più in America per motivi sanitari? la vita media degli Americani è più bassa?
Sì ad entrambe le domande. Ti è giunta la mail?
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