domenica 5 luglio 2020

Geolibertarismo, nonviolenza e libero mercato

Eccoci alla quinta puntata dell’intervista geolibertaria. Le domande sono sempre di Dario Farinola e le risposte di Massimo Messina. Le puntate precedenti dell’intervista le trovate ai seguenti link:
  1. Torna in vita GeoLib, con un'intervista
  2. Continua l'intervista: liberalismo, liberismo, socialismo, Henry George ed il georgismo
  3. Georgismo, libero mercato, anarchia
  4. Neogeorgismo "geselliano", imposta fondiaria, geolibertarismo
Nella scorsa puntata hai citato l'economista Fred Foldvary come il creatore della parola "geolibertarismo". Ci spieghi molto brevemente quali sono i punti chiave del suo pensiero politico?

Fred Emanuel Foldvary è docente di economia presso la San José State University, in California, e ricercatore presso l'Independent Institute. In precedenza ha insegnato all'Università di Santa Clara e in altri college. La sintesi più estrema delle idee politiche di Foldvary l’ha fatta lui stesso, nel suo sito personale, alla seguente pagina:
http://www.foldvary.net/works/policy.html
 


Per chi non legge l’inglese, con traduzione mia:

“Le proposte di riforma politica di Fred Foldvary
  1. Attuare l'etica universale nella costituzione, in modo che non vi siano restrizioni o costi imposti per atti che non danneggino coercitivamente gli altri.
  2. Sostituire le tasse esistenti con entrate pubbliche derivanti da canoni d’uso, tasse sull'inquinamento e valore fondiario.
  3. Sostituire la democrazia di massa con la democrazia cellulare: voto per piccoli gruppi con governo multilivello dal basso.”
Hai sostenuto l'assoluta necessità di superare il georgismo classico in nome dell'anarchismo. Ci spieghi come mai hai scelto il geolibertarismo e non l'anarcocapitalismo? Te lo chiedo perché anch'io come tutti quelli che amano la libertà in modo radicale sono stato ispirato dalla dottrina anarcocapitalista ma esattamente come te non mi ha mai convinto. Quali sono state le tue riflessioni a tal proposito?

L’anarcocapitalismo è una menzogna. Si spaccia per anarchico, quando invece è lo statalismo peggiore, perché propugna Stati proprietari assolutisti che sono peggiori del peggiore assolutismo. I monarchi assoluti non avevano gli stessi poteri che i cosiddetti anarcocapitalisti pensano siano legittimi per un proprietario sulla sua proprietà. Un re assoluto non poteva legittimamente a suo arbitrio decidere che un suo suddito dovesse essere rimosso fisicamente dal suolo del suo regno, per le sue idee, ad esempio. L’anarcocapitalismo, quindi, è tutt’altro che anarchico, essendo assolutismo, totalitarismo, proprietarista, che idolatra la proprietà, mentre, parafrasando Gesù, per me la proprietà è per gli uomini e non gli uomini per la proprietà.

Come noi tutti ben sappiamo una società libertaria e anarchica è priva di diritto positivo. Tuttavia esistono dei principi di carattere generale che possano fare da collante sociale?

Mi sembrerebbe proprio di sì.

Quali sono questi principi e con quali strumenti potrebbero essere inseriti senza che ci sia un intervento coercitivo di un'autorità superiore? 

Ricordando che l’indirizzo del sito sul quale stiamo pubblicando quest’intervista contiene la parola “nonviolento”, rispondo che i principi sono quelli della nonviolenza e gli strumenti sono le tecniche della nonviolenza, oltre lo strumento per eccellenza che è l'istituzione "mercato", libero incontro delle volontà individuali. I principi della nonviolenza e le sue tecniche si possono diffondere o meno, ma di certo non ha neppure senso pensare che vengano imposti dall’alto. Si propongono, non si impongono, e vengono dalle coscienze di ogni persona che aderisce alla nonviolenza.

Citando il comune amico, il giurista e filosofo Fabio Massimo Nicosia, l'assioma libertario prevede che A non possa imporre obblighi unilaterali nei confronti di B. Cosa accadrebbe se in una società libertaria un uomo venisse ammazzato ed in quel momento venisse meno uno dei principi cardini di una società priva dello Stato? Quali soluzioni adottare in quel momento?

Sarebbe un fallimento, senza alcuna soluzione. In quale parte del mondo ed in quale tempo non sarebbe così? Nessun diritto di alcun tipo mi pare sia mai riuscito a riportare in vita una persona assassinata. Capisco che con queste ultime domande hai toccato temi centrali ed infatti per me il centro della mia idea politica anarchica è la nonviolenza. Se ci diciamo per il mercato non possiamo usare la forza per imporre la nostra volontà. Possiamo sentirci costretti a farlo, per difendere noi stessi o altri, ma nello stesso momento in cui lo facciamo abbiamo già fallito, perché chi deciderà su quella questione sarà chi usa più forza e non chi convince di più, sul mercato. La violenza è la negazione del libero mercato, la nonviolenza è la base dell’anarchia, nel senso più ampio.

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