Inizia oggi, con questo post, quella che intende essere un’intervista
a puntate. Le domande le pone Dario Farinola e le risposte sono di
Massimo Messina, il creatore e l’amministratore di GeoLib, il blog
geolibertario.
- Ciao, Massimo. Ci fai un breve excursus della tua storia politica e personale? A che età hai cominciato ad appassionarti di politica?
- Vengo da una famiglia siciliana del terziario, figlio di un agente di commercio. Mia madre collaborava con mio padre in un’agenzia di enciclopedie e libri dell’entroterra siciliano. I libri, quindi, a casa mia non mancavano mai e l’amore per la lettura me l’ha trasmessa mia madre.
- Ciao, Massimo. Ci fai un breve excursus della tua storia politica e personale? A che età hai cominciato ad appassionarti di politica?
- Vengo da una famiglia siciliana del terziario, figlio di un agente di commercio. Mia madre collaborava con mio padre in un’agenzia di enciclopedie e libri dell’entroterra siciliano. I libri, quindi, a casa mia non mancavano mai e l’amore per la lettura me l’ha trasmessa mia madre.
Fin
da bambino mi sono interessato di ogni forma religiosa che ho
incontrato nella mia vita, perché le religioni parlano degli esseri
umani, anche se sembra parlino piuttosto delle divinità. Sono
linguaggi umani che parlano dei nostri mondi interiori e collettivi
ed hanno spesso la pretesa di trattare delle cose più importanti
della vita ed anche di ciò che eventualmente è oltre la vita
stessa.
La
ricerca delle “cose più importanti” mi ha condotto
nell’adolescenza ad un ricercatore della verità che come me, ma
ben prima di me, aveva fatto una comparazione tra le fedi religiose
per giungere all’idea che le varie tradizioni religiose sono tutte
rami dello stesso albero: Gandhi. Gandhi mi ha affascinato, mi ha
formato e mi ha mostrato quello che è un comune elemento di ogni
grande tradizione religiosa e morale: la nonviolenza. L’amore e la
passione per la politica non possono che venire di conseguenza
cercando di affrontare le questioni sociali.
Da
adolescente che conosceva qualcosina della teoria politica mi dicevo
comunista in senso marxista. Vedevo comunque del buono in molti
partiti (ma anche del marcio), ma sentivo che dovevo studiare e
conoscere meglio le cose.
Capitai
casualmente su Radio Radicale ed iniziai ad ascoltare i radicali,
specialmente i discorsi di Marco Pannella. Lessi anche molto sui
pannelliani e la loro nonviolenza. Incominciai a militare come
pannelliano-boniniano, negli anni ‘90, iscrivendomi per un anno al
Movimento dei Club Pannella - Riformatori.
Non
mi sentivo più marxista, vedendo nel marxismo l’impostazione
ideologica, come Popper mi mostrava, ma continuavo a sentirmi
socialista e mi iscrissi anche ad alcune associazioni siciliane e
nazionali socialiste. Mi sentivo ormai socialista e liberista ed in
Pannella ammiravo anche il fatto che pure lui si dichiarava sia
socialista che liberista, anche se in quegli anni i pannelliani
stavano mutando e virando verso un liberismo bocconiano che
dimenticava il socialismo umanista degli anni precedenti del partito.
Mi iscrissi anche ad un partito neoazionista, ma me ne allontanai
abbastanza subito. Purtroppo era guidato da un giacobino decisamente
illiberale nelle idee e nei modi. Ultimamente sono stato per l’anno
scorso iscritto al PSI e per quest’anno sono iscritto ai Verdi e ad
Azione, il partito di Calenda, pur continuando a stimare i Radicali
ed a contribuire in vari modi alla politica di quella che un tempo i
pannelliani chiamavano la galassia radicale. Nella mia ricerca
relativa al pensiero ed all’azione politica mi sono imbattuto anni
fa nel georgismo - da Henry George - e nel neogeorgismo del
geolibertarismo o, meglio, dei geolibertarismi. Studiando il pensiero
economico e politico di George mi è sembrato finalmente di trovare
come rispondere nella maniera più efficace e semplice alle istanze
di libertà individuale, giustizia sociale ed ambientalismo
contemporaneamente. George e Gandhi hanno mostrato le chiavi per la
soluzione dei problemi sociali del genere umano.
- Io e te abbiamo una comune storia politica legata al liberalismo di scuola e formazione radicale. Nel mondo radicale tradizionalmente si fa riferimento sia al liberalismo classico che al socialismo liberale. Ti riconosci in questa doppia tradizione?
- Sì, anche se il georgismo può anche essere visto come un superamento del liberalismo come del socialismo, genericamente intesi, ma anche intendendoli come “liberalismo classico” e “socialismo liberale”, superamento che rimane ben saldo, comunque, nella strenua difesa della libertà individuale, ma anche nell’idea del perseguimento della giustizia sociale.
- Hai più volte dichiarato di sentirti sia liberale che socialista. Quali sono i valori e i principi che ti permettono di identificarti sia nell'una che nell'altra dottrina?
- Sono un liberale nel senso che credo che la persona, l’individuo, venga prima di ogni altra cosa e l’individuo deve scegliere per sé come perseguire i suoi obiettivi e ciò è la base del liberalismo individualista. Sono socialista nel senso che mi rendo conto che nessun individuo umano possa neppure esistere se non in una società che ci forma e ci sostiene, ma anche che spesso ci toglie ciò di cui avremmo diritto per “natura”, per il solo fatto di essere nati ed essere vivi, ed il socialismo è il movimento per l’emancipazione dei diseredati per l’ottenimento di ciò che è stato loro usurpato.
- Quali sono invece gli aspetti negativi di queste due nobili scuole di pensiero?
- Ci sono così tanti liberalismi e socialismi che è impossibile poter rispondere esaurientemente alla tua domanda. L’unica cosa che posso esprimere in maniera sintetica sul liberalismo è che esso fallisce se non è abbastanza individualista e se pensa che ci siano individui da tutelare (ad esempio i proprietari) ed individui da non tutelare (ad esempio i non proprietari). Quando il liberalismo non discrimina gli individui e fonda tutto sulla libertà individuale (e quindi sulla nonviolenza) allora contiene già gli anticorpi per le sue degenerazioni. Sul socialismo va detto che ogni volta che lo si vuole perseguire con la violenza si ottiene l’inferno sulla Terra, denominato in vario modo, di solito sotto forma totalitaria.
- Esiste un minimo comune denominatore che unisce liberalismo e socialismo?
- Dovrebbe essere il riconoscimento del valore di ogni persona, o, meglio, questo è di certo l’elemento comune del liberalismo e del socialismo che mi interessano e di cui mi sento fare parte.
- Io e te abbiamo una comune storia politica legata al liberalismo di scuola e formazione radicale. Nel mondo radicale tradizionalmente si fa riferimento sia al liberalismo classico che al socialismo liberale. Ti riconosci in questa doppia tradizione?
- Sì, anche se il georgismo può anche essere visto come un superamento del liberalismo come del socialismo, genericamente intesi, ma anche intendendoli come “liberalismo classico” e “socialismo liberale”, superamento che rimane ben saldo, comunque, nella strenua difesa della libertà individuale, ma anche nell’idea del perseguimento della giustizia sociale.
- Hai più volte dichiarato di sentirti sia liberale che socialista. Quali sono i valori e i principi che ti permettono di identificarti sia nell'una che nell'altra dottrina?
- Sono un liberale nel senso che credo che la persona, l’individuo, venga prima di ogni altra cosa e l’individuo deve scegliere per sé come perseguire i suoi obiettivi e ciò è la base del liberalismo individualista. Sono socialista nel senso che mi rendo conto che nessun individuo umano possa neppure esistere se non in una società che ci forma e ci sostiene, ma anche che spesso ci toglie ciò di cui avremmo diritto per “natura”, per il solo fatto di essere nati ed essere vivi, ed il socialismo è il movimento per l’emancipazione dei diseredati per l’ottenimento di ciò che è stato loro usurpato.
- Quali sono invece gli aspetti negativi di queste due nobili scuole di pensiero?
- Ci sono così tanti liberalismi e socialismi che è impossibile poter rispondere esaurientemente alla tua domanda. L’unica cosa che posso esprimere in maniera sintetica sul liberalismo è che esso fallisce se non è abbastanza individualista e se pensa che ci siano individui da tutelare (ad esempio i proprietari) ed individui da non tutelare (ad esempio i non proprietari). Quando il liberalismo non discrimina gli individui e fonda tutto sulla libertà individuale (e quindi sulla nonviolenza) allora contiene già gli anticorpi per le sue degenerazioni. Sul socialismo va detto che ogni volta che lo si vuole perseguire con la violenza si ottiene l’inferno sulla Terra, denominato in vario modo, di solito sotto forma totalitaria.
- Esiste un minimo comune denominatore che unisce liberalismo e socialismo?
- Dovrebbe essere il riconoscimento del valore di ogni persona, o, meglio, questo è di certo l’elemento comune del liberalismo e del socialismo che mi interessano e di cui mi sento fare parte.
1 commento:
Interessante intervista.
Premetto che sono di parte perché Massimo Messina è mio figlio ma lui aveva circa tredici anni quando mi fece "conoscere" Gandhi, ne aveva quattordici quando mi faceva comprare la rivista "Avvenimenti" fondata a febbraio del 1989 da Claudio Fracassi, DIego Novelli e altri. Il sotto titolo era "Altritalia". Sin da ragazzino è stato sempre alla ricerca di qualcosa di "diverso" e ha sempre avuto sentimenti libertari. Non so se la sua ricerca si sa conclusa. Mi auguro di si.
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