mercoledì 25 gennaio 2012

STATO MINIMO: MASSIMO SOCIALISTA

Che rimangano gestiti dallo Stato solamente difesa, giustizia, ordine pubblico e redistribuzione del risarcimento/reddito di esistenza, oltre che, almeno in fase transitoria, scuola dell'obbligo. Anche in questi ambiti penso che parti significative possano essere lasciate al mercato, ma non interamente, poiché solo una soluzione monopolistica in tali ambiti garantisce la tutela dei diritti di tutti.

Al di là della teoria, inoltre, penso che pragmaticamente tutti i geolib debbano unirsi per affermare politicamente i principi libertari e geoisti, se poi, sempre pragmaticamente, si riuscirà mai a superare lo Stato ben venga, ma non mi pare comunque che sia dietro l'angolo tale superamento. Quindi ritengo che i libertari geoisti, i geolib, debbano unirsi per affermare i principi di libertà individuale, anche di emettere moneta, e di condivisione delle risorse della natura, al di là della questione anarchia/Stato Minimo.

sabato 21 gennaio 2012

Stefano D'Errico a Maddaloni (CE)

Parliamo un po' del sole

Appunto di Colomba Oddi Maria

Che cosa è il sole ? E' una candela a fusione nucleare. Non può spegnersi, la legge che impedisce al sole di spegnersi si chiama “MASSA”, il sole è una massa che si trasforma in energia, come il gas che brucia e qualsiasi corpo. Di che cosa è fatta la materia ? Gli alberi, le stelle, la nostra persona e tutto ciò che esiste è formato da PROTONI, NEUTRONI, ELETTRONI, i protoni sono formati da particelle cariche di elettricità positiva, i neutroni non hanno carica elettrica, gli elettroni hanno carica elettrica negativa. La nostra persona è fatta da una quantità di protoni uguale a quella di elettroni, se così non fosse saremmo sorgenti di enorme scariche elettriche, come potenti fulmini. Le nuove pietre Galileiane sono: PROTONI, NEUTRONI, ELETTRONI.

giovedì 19 gennaio 2012

(Recensione) Fabio Massimo Nicosia: IL DITTATORE LIBERTARIO. Giappicchelli, 2011

La critica attuale e le varie correnti post-moderniste e non, hanno messo in discussione l’ideale libertario che rimane il più ampio e aperto a discussioni. Il pensiero libertario non essendo dogmatico e preconfezionato varia dall’anarco-capitalismo all’anarco-comunismo avendo come punto cardine la libertà libertaria. Ma tra le varie correnti, se la critica rimane la stessa, lotta alla coercizione, non è possibile trovare una sintesi? Non è possibile apportare nuovi modelli sia giuridici che economici che politici- filosofici che inducano ad ulteriore speculazione? Il libro di Fabio Massimo Nicosia (“Il dittatore libertario – anarchia analitica tra comunismo di mercato, rendita di esistenza e sovranity share”) è talmente pieno di spunti e di problematiche che contemporaneamente mette discussione sia tutti i “dogmi” che il movimento libertario ha accettato condannando se stesso e propone interessantissimi riflessioni innovative al pensiero e al metodo libertario. Nicosia parte da sé stesso, e ne parla come di un’anima inquieta, sempre alla ricerca di un difficile equilibrio tra le varie forme di “libertarismo” o di “anarchismo” esistenti, con le quali non ha mai cessato di confrontarsi e di trarne insegnamenti. Del resto, come nota Nicosia, lo stesso anarco capitalismo, affidando la difesa delle proprietà ad agenzie di protezione implica il proprio reciproco, e cioè l’anarco-sindacalismo, dato che i lavoratori e i disoccupati non avrebbero meno diritto di organizzarsi per difendere i propri interessi. Pensiero innovativo quindi, mai nel mondo libertario, tranne che per brevi spunti si era pensato ad un confronto tra la pratica e la teoria anarco-sindacalista e quella anarco-capitalista. Nicosia parte da una riflessione personalissima parlando di “libertarismo per vocazione” contrapponendo tale elemento dello spirito e tale approccio all’esistenza a quello opposto cioè l’inclinazione “autoritaria”, propria di chi vorrebbe comandare e di chi, non riuscendovi, si adatta a essere comandato: l’animo dello schiavo, direbbe Nietzsche. I veri libertari sono pochi e non ci sono molte chance che la pedagogia possa cavare uomini libertari partendo dal contesto sia sociale che educativo attuale intrinsecamente controllato e autoritario. S’intravede qui un elemento elitista nella prospettazione di Nicosia, dato che qualcuno potrebbe pensare alla sua “dittatura” libertaria come a un governo dei migliori. C’è del vero in tale considerazione, tuttavia Nicosia ritiene che una società libertaria, fondata sul libero mercato andrebbe a vantaggio di tutti, anzitutto a tutela delle minoranze, problematica che la sinistra si è sempre posta senza mai trovare una reale e antiautoritaria prospettiva. Teorie, come quella di Rothbard, partono dal presupposto che la natura umana sarebbe in essenza libertaria, ma è evidente che vi è un difetto, dato che lo spettacolo che ci si offre è un incremento della coercizione, dell’ imposizione e del totalitarismo. Persino quando si protesta, ci si rivolta, ci si arrabbia molte volte invece di chiedere meno istituzione e imposizione si chiede più controllo e più presenza statale. Torniamo al mercato. Va precisato che, per Nicosia, per mercato si intende non solo il mercato dei beni di consumo, come di solito banalmente si ritiene. Per Nicosia il mercato è un ordine politico-giuridico a tutto tondo che riguarda tutte le azioni umane in quanto tali, secondo un modello che affonda la sua radice in studi come quelli di Gary Becker o di Bruno Leoni. Nicosia è consapevole che allo stato attuale un mercato completamente lasciato a sé stesso sarebbe un mercato per soli ricchi e rischierebbe di creare disuguaglianze addirittura ulteriori e monopoli, il tutto sostenuto dallo Stato, il quale detiene, oltre al monopolio della forza, quello monetario. Aggiungerei che l’obiettivo principale come si legge nel volume di Nicosia è quello di estendere il mercato a tutti per renderlo efficace e giusto e Nicosia si preoccupa allora –e in questo egli è forse il primo autore ad averlo fatto- di dare un fondamento libertario e non statalista alla previsione di un reddito di cittadinanza, che lui chiama rendita di esistenza, a ogni cittadino del mondo. Riprendendo uno spunto del marxista analitico G. Cohen i libertari di destra errano a vedere solo gli impedimenti alla libertà “negativa” determinati dallo Stato, laddove impedimenti alla libertà derivano anche dalla proprietà privata. Infatti, vale il fatto che un proprietario fondiario può impedire agli altri il passaggio o lo sfruttamento dello stesso suolo, il che, al di là di ogni giudizio di valore sul fondamento di quella proprietà, costituisce palesemente un elemento impediente per la libertà negativa dei terzi. Ma se la proprietà privata non può essere sacralizzata tuttavia è utile, immensamente utile e per numerose ragioni. Nicosia non propone di abolirla semplicemente ne trae il corollario che, da un punto di vista libertario, la Terra sia una res communis e non una res nullius, come ritengono gli anarcocapitalisti. Ne deriva che chi vuole impossessarsi di porzioni di suolo può farlo, ma deve tener conto degli altri, ovvero lasciare abbastanza terra fruttuosa per tutti, in ossequio al cosiddetto “proviso di Locke”, ne deriva che tutti gli odierni diseredati dovranno ricevere una somma a titolo di rendita, che Nicosia chiama “di esistenza”, proprio perché vale per tutti gli abitanti del mondo per il solo fatto di esistere. Una concezione assolutista della proprietà privata invece di sviluppare fattori di integrazione, come fa il mercato, sviluppa fattori di esclusione ecco perché Nicosia ha munito la proprietà di un fondamento di mercato, cosa che fa anche con la realizzazione dei beni pubblici, che oggi sono oggetto di un imposizione unilaterale dall’alto, mentre queste scelte collettive potrebbero essere tranquillamente sostituite da un voto “monetario”, collegando il discorso alla rendita di esistenza, con il quale misurare l’intensità delle preferenze di tutti, non solo cioè come oggi dei costruttori e dello Stato, ma anche dei cittadini dissidenti e che vedono calpestate le proprie libertà: si pensi alla TAV o alle centrali nucleari. Nicosia stravolge anche la prassi anarchica dell’ astensionismo ritenendo il problema da valutare quello di presentarsi “organizzati” e di puntare francamente a un governo libertario. Nicosia propone quindi un modello di transizione tra la situazione attuale e quella del mercato perfettamente libero, attraverso l’assunzione da parte degli anarchici di responsabilità di governo. Sia chiaro Nicosia non vuole statalizzare nulla (semmai vuole fare emergere in bilancio le ricchezze statuali già esistenti) e non vuole neanche rinforzare lo Stato, ma guidarlo per un processo di deperimento, che potrebbe durare anche all’infinito: teniamo sempre conto, infatti, di quanto si è detto sopra, e cioè che la maggior parte delle persone appalesa un’inclinazione autoritaria e non libertaria. Se tale situazione, per qualsiasi ragione, dovesse modificarsi, il processo di transizione subirà un’accelerazione “positivamente libertaria”.

"Fogli Di Via, Novembre 2011"

http://www.deferrari.it/FViaTesti6uno1.htm

“Se Marx fosse ancora vivo starebbe con chi non paga le tasse”, il marxismo e i suoi eretici

Una delle figure centrali del pensiero contemporaneo, non solo in ambito filosofico è quella di Karl Marx, che con i suoi scritti ha segnato l’intero corso politico e accademico di tutto il Novecento, riportando concetti che prima di allora mai erano stati analizzati.Dal pensiero di Marx sono sorte e si sono diffuse svariate scuole e svariati “marxismi e neo-marxismi”. Tra questi molti diventeranno o saranno additati a divenire protagonisti di sofferenza e distruzione, basti pensare a quelli che sono stati i vari “socialismi reali”. Ma una cosa è certa, anche dalle recenti rivalutazioni di ricerca analitica, i marxisti hanno distorto il pensiero di Marx. Vi è un opinione diffusa tra alcuni eretici del marxismo, anche alla luce di teorie post-moderne, che credono che ad intorbidire le acque intorno a Marx furono proprio i marxisti a cominciare da un anziano Engels.Una corretta analisi su Marx dovrebbe partire dal concetto di “sistema socialista”, lotta di classe e rivoluzione. Sappiamo che il motto preferito da Marx era “De omnibus disputendum” cioè il bisogno di discutere e al tempo stesso dubitare di tutto, nessuna certezza, nessun affidamento fideistico, di tutto bisogna dubitare e discutere.Come ha ben scritto Carlo Romano, Marx non ha mai inventato alcun sistema socialista e con tutta la ben nota arroganza intellettuale di cui era capace, si prendeva gioco di ogni presunto creatore di “sistemi”, basti pensare la profonda antipatia che Marx nutriva per tutte le forme di socialismo utopico e verso i sistemi preconfezionati. Anche sul concetto di rivoluzione vi è molto da approfondire. Come ricorda Umberto Curi: “Marx non fa mai riferimento al concetto di rivoluzione.” Rifiutava di fornire ricette per le osterie dell’avvenire. Più che prefigurare quale sarebbe l’assetto del futuro, Marx preferisce l’analisi della società del suo tempo e quelle dinamiche da cui sarebbe potuto scaturire un movimento di trasformazione radicale di cui il proletariato sarebbe stato protagonista.Per Marx il comunismo non era altro che “il movimento reale che sopprime lo stato di cose esistente”, non un ideale da realizzare. Altro aspetto sempre presente nei vai marxismi è il rapporto con lo stato, l’idea di statalizzazione della società e l’organizzazione politica che tale sistema doveva raggiungere. Che il marxismo abbia distorto il pensiero di Marx è Marx stesso a farlo risaltare. Nella “Critica al Programma di Gothe”, analizzando il partito operaio tedesco e il programma di Lassalle dice: “Il partito operario tedesco per spianare la via alla soluzione della questione sociale chiede l’istituzione di cooperative di produzione con l’aiuto dello stato … Che si possa costruire con l’aiuto dello stato una nova società, come si costruisce una nuova ferrovia, è degno dell’immaginazione di Lassalle.” Ancora più forte la critica alla struttura stato quando discute del programma istruzione del Partito operaio tedesco: “E’ assolutamente da respingere una educazione del popolo per opera dello stato. Fissare con una legge generale i mezzi delle scuole popolari, le qualifiche del personale insegnante, i rami d’insegnamento, ecc.… e, come accade negli Stati Uniti, sorvegliare per mezzo di ispettori dello stato, l’adempimento di queste prescrizioni legali… Piuttosto si debbono ugualmente escludere governo e Chiesa da ogni influenza sulla scuola.”Da queste considerazioni ricaviamo anche un aspetto particolare di Marx, nascosto dai marxisti, l’individualismo. Marx non avrebbe avuto difficoltà ad affermare che l’individuo è l’insieme delle proprietà di un soggetto reale disprezzando la propensione per la divisione collettiva della ricchezza.Da sempre al centro dell’analisi e del metodo marxista vi è il concetto di “lotta di classe”. Tutto il mondo conosce il testo del 1848, Il Manifesto del partito comunista, che inizia con le seguenti famosissime parole: “La storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotta di classe. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve oppressori e oppressi in reciproco contrasto e condussero una lotta ininterrotta…” Secondo Marx a metà dell’Ottocento la lotta era tra borghesia e proletariato. Ma ai nostri tempi, che hanno dimostrato che anche uno stato può fallire come un’azienda, la lotta di classe è incentrata su una nuova prospettiva, tra statalisti e antistatalisti. Il libertario Leonardo Facco autore del volume “Elogio dell’evasore fiscale” scrive: “Evasori di tutto il mondo, unitevi. Se Marx fosse ancora vivo starebbe con chi non paga le tasse.” Dal problema della tassazione/statalismo bisogna soffermarsi alla questione sfruttamento. Oltre il concetto di alienazione, una rivoluzione nella teoria politica, secondo Roemer lo sfruttamento non è denunciabile esclusivamente nella sua spiegazione analitica del profitto, per Marx rendere i mezzi di produzione accessibili a tutti è l’aspirazione della sua eguaglianza.Insomma, ciò che conta è la base di partenza che deve essere uguale per tutti, poi ognuno farà fruttare queste condizioni di partenza. La teoria marxiana sembra adatta a spiegare l’attualità con qualche aggiunta. Come descritto dall’anarchico analitico Fabio Massimo Nicosia le attuali istituzioni, i mercati come i soggetti internazionali, concordano su un elemento, che impedisce loro di esprimere un suffragio positivo sulla politica dello stato: quello della necessità di dimagrimento attraverso liberalizzazioni, privatizzazioni, mobilità nel pubblico impiego, ecc.. Come dire che la dittatura dei mercati e del diritto internazionale va nella stessa direzione della dittatura proletaria marxiana, quella della progressiva erosione dello stato, in vista della sua estinzione.Data la situazione economico politica attuale e quella fiscale, secondo linee marxiste di elaborazione politica non è l’imprenditoria (si pensi a questa classe come coloro che generano impresa, lontana dai monopoli e dallo statalismo assistenzialista, se vogliamo, pensiamo alla piccola e media impresa) la classe storicamente indicata ad estinguere lo stato? E non certo per una collettivizzazione forzosa, ma per il risorgere di quegli elementi tanto cari alla sana borghesia – a dir il vero anch’ essa in via di estinzione -: libertà e responsabilità. In quest’ottica, Marx risulterebbe essere davvero uno dei più feroci antimarxisti con il pallino sconvolgente delle giustizia di classe.

http://www.istitutodipolitica.it/wordpress/2012/01/18/se-marx-fosse-ancora-vivo-starebbe-con-chi-non-paga-le-tasse-il-marxismo-e-i-suoi-eretici/

lunedì 16 gennaio 2012

sabato 14 gennaio 2012

L'avventura di una donna nella foresta. La tragedia di un antico popolo.

Di Raffaella Milandri avevamo già pubblicato un articolo sull'estinzione dei popoli indigeni (http://nonviolento.blogspot.com/2011/02/scomode-verita-nel-tempo-della.html).
GeoLib propone adesso la lettura del libro di Raffaella Milandri, pubblicato a fine novembre scorso.

Titolo:   IO e i PIGMEI - cronache di una donna nella foresta
Autore:  Raffaella Milandri
Editore: Casa Editrice Polaris
Pagine:  192 + 32 tavole a colori
Prezzo:  27 euro
Collana: Percorsi e Culture
Uscita:   Novembre 2011
ISBN:    978-88-6059-079-4


Il sorprendente viaggio di una donna, attivista per i diritti umani, alla scoperta dei pigmei odierni: chi sono e quali sono le straordinarie tradizioni di questa cultura millenaria? Qual è il devastante impatto del "Progresso" su questo popolo pacifico e in profonda armonia con la natura? E qual è l'impatto di una donna europea sola con la foresta tropicale e i suoi abitanti?

Il libro, illustrato da belle fotografie, racconta un incredibile viaggio e una ardua ricerca della verità. Le testimonianze raccolte diventano un appello disperato inviatoci dal Popolo della Foresta.


Confida l'autrice del libro, viaggiatrice in solitaria e fotografa umanitaria, in merito alle difficoltà incontrate durante la sua esplorazione: “Il mio vantaggio più grande? L'essere donna. Il mio svantaggio più grande? L'essere donna”. L'esperienza della viaggiatrice è un racconto avvincente, commovente e terribilmente vero.

Nella lettura di questo sorprendente viaggio, ci immergiamo insieme all'autrice nel caldo della foresta tropicale, e ci lasciamo trasportare attraverso villaggi e personaggi, ansiosi di scoprire chi si incontra dietro l'angolo. Nella esperienza narrata nel libro della viaggiatrice solitaria e attivista per i diritti umani troviamo i buoni e i cattivi , ma soprattutto i cattivi: a tratti drammatico, mai patetico, è un vero racconto di denuncia. Questo racconto avvincente è il viaggio di una donna alla scoperta dei pigmei odierni. 

Edito dalla Polaris, il libro contiene anche consigli per i viaggiatori "faidate" e soprattutto per le donne in viaggio. È dedicato dall'autrice a Sergio Bonelli, l'editore recentemente scomparso.



IMPEGNO SOCIALE
La fotografa/attivista Raffaella Milandri si impegna in campagne informative e di denuncia attraverso foto, filmati e interviste diffusi su media e social network: lancia appelli, raccoglie firme e missive di denuncia da inviare a organizzazioni internazionali, presidenti e ministri di diverse nazioni, tra cui Sonia Gandhi e il Commissariato per l'eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell'ONU. Raccoglie e sollecita altresì petizioni a favore della adesione dell'Italia alla ILO 169, una importante convenzione internazionale a favore dei diritti umani dei popoli indigeni.
Per lei "Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l'animo dei popoli". Nata a Faenza(RA), vive a San Benedetto del Tronto (AP). Dal 2007 Raffaella Milandri collabora con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi (MI). Nel 2010 il Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle, la adotta come sorella: "Per me, un grande onore e un profondo significato di fratellanza con i nativi americani e i popoli indigeni". Raffaella Milandri si impegna altresì in campagne informative sul turismo responsabile con raccomandazioni a chi viaggia nei Paesi in via di sviluppo. I suoi viaggi in solitaria sono estremamente spartani e avventurosi, preferibilmente in fuoristrada.

MOSTRE, PROIEZIONI E PUBBLICAZIONI
- 2008 Mostra "Crossing borders" sulla situazione della donna e il lavoro minorile in India; con visite guidate di scolaresche, ad uso didattico e culturale;
- 2009 Mostra "Imagine" sulla situazione ai confini tra Nepal e Tibet, con asta di beneficenza a favore del SOCIAL WELFARE CENTRE BRIDDHASHRAM, centro per anziani a Pashupati, Nepal.
Iniziativa inserita nel 1° Festival della Pace "Peace Now".
- 2009-2010 Mostra-Proiezione “Tra la perduta gente” in solidarietà ai Boscimani del Kalahari
Iniziativa inserita nella XII Settimana della Cultura, del Ministero dei Beni Culturali, con proiezione a scolaresche. Il filmato riceve un premio nel 2010 al Premio Libero Bizzarri.
- 2010-2011 Conferenza multireportage "Scomode verità" in solidarietà ai popoli indigeni.
Iniziativa segnalata dall'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del Ministero per le Pari Opportunità. Tra i patrocinii delle varie tappe della conferenza: FIAF, CSV , Rotary e Lions .
- 2011 Conferenza reportage "L'altezza degli uomini" , una denuncia sulla condizione delle comunità pigmee in Camerun e le loro problematiche.
- 2011 In uscita un suo libro della casa editrice Polaris sulla sua esperienza nei villaggi pigmei, con un importante appello per salvare il Popolo della Foresta dall'estinzione: "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta" .
- 2011 Riceve il premio "Gran Pavese Rossoblu", onoreficenza della città di San Benedetto del Tronto per il suo impegno sociale e culturale.
Svariate sue foto sono state donate per aste di beneficenza e raccolte fondi a fini benefici .
Sue le foto di copertina ed interni del cd "Savannah" in supporto alla AMREF, del 2010.
Il calendario 2012 della Lega del Filo d'Oro è realizzato con foto da lei donate.

VIAGGI MEDIATICI
Vari collegamenti in diretta dai luoghi dei suoi viaggi, tra cui uno televisivo con Maurizio Costanzo, e svariati con Radio Uno, Radio Italia Network e Radio Kiss Kiss, e collegamenti in diretta su Facebook da Tibet, Nepal, Botswana, India, Camerun e Montana fanno diventare i viaggi in solitaria di Raffaella Milandri un evento mediatico molto seguito. Pubblicati svariati articoli sui suoi viaggi, da quotidiani e riviste (La mia 4x4, Turisti per caso etc). Rai Tre nel 2010 le ha dedicato un servizio. È stata ospite di Maurizio Costanzo sia su Rai Uno che su Rai Due, nel 2011.

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giovedì 12 gennaio 2012

Reddito di esistenza

Sul reddito di esistenza penso che non esistono pasti gratis così come non esiste proprietà fondiaria gratuita. Se Tizio se ne appropria (ed esclude così Caio dalla possibilità di usufruirne) in qualche modo Tizio deve risarcire Caio ed un possibile risarcimento è la riforma fiscale georgista. La riforma georgista intendeva sostituire tutte le tasse con una unica, quella fondiaria. Il mio geolibertarismo non è così georgista da accettare alla lettera questa proposta. Il principio, infatti, va esteso a qualsiasi risorsa della natura. Il gettito fiscale, comunque, non dovrebbe essere, a mio modesto avviso, quello odierno, ma molto più basso, abolendo molta della spesa dell'Amministrazione Pubblica odierna e lasciando all'impiedi solo ciò che serve a mantenere un sistema di redistribuzione del risarcimento/reddito di esistenza di cui sopra. Trasferire, quindi, l'imposizione dal lavoro alla proprietà fondiaria, alle industrie inquinanti, all'occupazione di frequenze radiotelevisive analogiche e digitali, credo che sia qualcosa per cui battersi.

martedì 10 gennaio 2012

Lega per l'Uninominale

Avendo aderito all'appello della Lega per l'Uninominale, ho ricevuto il seguente invito. Non posso partecipare e comunque qui segnalo i due appuntamenti: oggi pomeriggio alle 17 e poi giorno 24, sempre nel pomeriggio, presso Palazzo Santa Chiara (ex Teatro dei Comici), in piazza Santa Chiara, 14 a Roma.
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Cara amica, caro amico,

ti invitiamo a partecipare a due appuntamenti, con i quali intendiamo riprendere la vita istituzionale della Lega per l’Uninominale e, ci auguriamo, rilanciarne le iniziative.

Il primo appuntamento si terrà martedì 10 gennaio, alle ore 17, presso Palazzo Santa Chiara (ex Teatro dei Comici), in piazza Santa Chiara, 14 a Roma, con il Convegno:

“Alla vigilia della sentenza della Corte costituzionale sul referendum:
le possibili prospettive della riforma elettorale in Italia”

I lavori, che si svolgeranno nell’imminenza del giudizio di ammissibilità del quesito referendario innanzi alla Corte costituzionale, saranno introdotti e presieduti dal professor Fulco Lanchester, e vi prenderanno parte, tra gli altri, gli istituzionalisti Gaetano Azzariti, Augusto Barbera, Roberto Borello, Paolo Carnevale, Enzo Cheli, Francesco D’Onofrio, Gianni Ferrara, Giovanni Guzzetta, Piero Grilli di Cortona, Massimo Luciani, Michela Manetti, Oreste Massari, Andrea Morrone, Roberto Nania, Stefano Passigli, Giovanni Sartori, Massimo Siclari.

Per quanto riguarda i politici, sono previsti, tra gli altri, gli interventi di Mario Baldassarri, Stefano Ceccanti, Gian Claudio Bressa, Benedetto Della Vedova, Pietro Ichino, Antonio Martino, Marco Pannella.

L’appuntamento ci è stato suggerito anche dal fatto che diversi esponenti della Lega stessa hanno aderito a questo referendum, che vorrebbe il ritorno al sistema elettorale conosciuto come “Mattarellum”, predecessore del “Porcellum” calderoliano. Rispetto allo status quo, tra le infinite soluzioni, alcuni sosterranno essere preferibili le variazioni-Veltroni, altri invece quelle Passigli. Nei due casi, altri ribadiscono l’obiettivo istituzionale del sistema uninominale maggioritario.

Ti preannunciamo sin d’ora che nei prossimi giorni riceverete la convocazione, per la data del 24 gennaio, dell’Assemblea della Lega per l’Uninominale (i lavori si svolgeranno a Roma, nel pomeriggio, sempre presso Palazzo Santa Chiara).

Un caro saluto

Fulco Lanchester, Antonio Martino, Marco Pannella
Presidenti della Lega per l’Uninominale

Michele De Lucia
Tesoriere della Lega per l’Uninominale

domenica 8 gennaio 2012

Se i professori di economia dicessero la verità...

Continuiamo il nostro dialogo con Silvano Borruso,‭ ‬attraverso la seguente intervista.‭ ‬Le due interviste precedenti le trovate alle seguenti pagine:‭

http://nonviolento.blogspot.com/2011/11/gesell-il-silvio-che-potrebbe.html

http://nonviolento.blogspot.com/2011/12/la-parola-borruso.html

Gli articoli di Borruso pubblicati in GeoLib - nonviolento.blogspot.com li potete leggere,‭ ‬scaricare,‭ ‬condividere e/o stampare visitando la Biblioteca geolib‭ (‬http://nonviolento.blogspot.com/p/biblioteca-geolib.html‭)‬.‭

Perché secondo lei né Henry George né Silvio Gesell hanno avuto un adeguato riscontro in ambito accademico?
Lo dice Silvio Gesell stesso nell‭’‬Introduzione al suo magnum opus:‭ ‬un professore di economia che osasse dire la verità,‭ ‬farebbe‭ ‬della sua aula un campo di battaglia in‭ ‬cui si menerebbero botte da orbi in‭ ‬men che non si dica.

In Italia,‭ ‬ormai,‭ ‬si parla più di‭ «‬questione settentrionale‭»‬ che di‭ «‬questione meridionale‭»‬,‭ ‬ma sostanzialmente il problema è sempre il mancato sviluppo del Sud.‭ Cosa ne pensa‭?
Il mancato sviluppo del Sud non‭ ‬è‭ “‬il‭”‬ problema,‭ ‬ma‭ “‬un‭”‬ problema,‭ ‬uno dei tanti che inevitabilmente risultano da cattive leggi.‭ ‬Bisogna cominciare col capire la differenza‭ ‬naturale‭ ‬tra‭ “‬sviluppo‭”‬ e‭ “‬crescita‭”‬.‭ ‬Il primo è‭ ‬incremento numerico‭; ‬la seconda,‭ ‬incremento di dimensioni.‭ ‬Nell‭’‬embrione umano,‭ ‬per esempio,‭ ‬lo sviluppo è completo a cinque settimane.‭ ‬Organi e tessuti sono tutti lì,‭ ‬fino alle unghie di mani e piedi,‭ ‬ma microscopici.‭ ‬Quando le cellule cominciano ad aumentare di dimensioni,‭ ‬l‭’‬embrione lo si chiama‭ ‬feto.‭ ‬La crescita dura fino ai‭ ‬18‭ ‬anni,‭ ‬consolidandosi in un equilibrio dinamico che distrugge e rinnova continuamente cellule e tessuti.
Dovrebbe essere evidente che in economia‭ “‬sviluppo‭”‬ equivalga a‭ “‬pieno impiego‭”‬ in‭ ‬piccole intraprese agricole,‭ ‬artigianali,‭ ‬commerciali ecc.‭ ‬mentre‭ “‬crescita‭”‬ riguarderebbe le dimensioni da intraprese‭ ‬piccole a‭ ‬medie ed industriali.
Nel Sud,‭ ‬i nove‭ ‬milioni di abitanti del‭ ‬1860‭ ‬non scialavano, ma‭ ‬nessuno faceva la fame e‭ ‬tutti lavoravano.‭ ‬Lo sviluppo,‭ ‬in altre parole,‭ ‬era completo.‭ ‬La crescita era cominciata da poco con l‭’‬industria,‭ ‬e avrebbe continuato fino ad equilibrio raggiunto se le politiche fondiarie e monetarie sabaude non l‭’‬avessero distrutta.‭ ‬Per di più,‭ ‬le stesse politiche crearono‭ ‬quello stesso,‭ ‬istantaneo‭ “‬eccesso di popolazione‭”‬ (leggi:‭ ‬nullatenenti cacciati fuori dalle terre demaniali‭) ‬che le politiche britanniche‭ ‬di‭ ‬tre secoli prima‭ ‬avevano creato in Irlanda.‭ ‬Così un enorme ammontare di capitale umano meridionale andò ad arricchire le Americhe con la sua presenza impoverendo il Sud con la sua assenza.‭ ‬Il sottosviluppo meridionale quindi non è‭ “‬mancato‭”‬ ma‭ “‬imposto‭”‬ artificialmente da leggi contro‭ ‬natura.

Nella scorsa intervista ha scritto che‭ «‬la pace di Westphalia ratificò le cinque pugnalate alle spalle della Cristianità inferte da Bodin,‭ ‬Machiavelli,‭ ‬Hobbes,‭ ‬Descartes e Grozio‭»‬.‭ ‬In cosa consisterebbero tali pugnalate‭?
“Machia‎”‏ come lo chiamava Giovanni delle Bande Nere,‎ ‏con la sua‭ “‬Ragion di Stato‭”‬ separò l‭’‬azione politica dalla morale,‭ ‬così‭ ‬ponendo le basi‭ ‬di criminalità sulle quali poggiano‭ ‬oggi‭ ‬tutti i governi,‭ ‬praticamente senza eccezioni.
Jean Bodin proclamò la sovranità statale assoluta sul territorio.‭ ‬Dobbiamo a lui l‭’‬aspetto del mondo come‭ “‬cappotto rabberciato da mendicante‭”‬ nell‭’‬espressione felice di Gesell.‭ ‬Da Westphalia,‭ ‬il cappotto oggi copre tutto il mondo.
Descartes‭ ‬assestò un colpo mortale alla verità come‭ ‬adaequatio intellectus et rei,‭ ‬promuovendo il pensiero da ricercatore di verità ad autore della stessa.‭ ‬Come conseguenza,‭ ‬la filosofia moderna non ha di filosofia che il nome.‭ ‬Ogni‭ “‬ideosofo‭”‬ moderno‭ (‬come li chiama Maritain‭) ‬comincia da capo e si fa il suo sistema indipendentemente dagli altri.‭ ‬Non esiste un corpus comune.
Hobbes‭ ‬si inventò il contratto sociale,‭ ‬teoria senza capo ma con gran coda che fa da base all‭’‬atomizzazione della società odierna.‭ ‬Senza‭ ‬la‭ ‬protezione di corpi intermedi,‭ ‬l‭’‬individuo è alla mercè di uno Stato sempre più invadente e asfissiante di libertà personali.
E‭ ‬Grozio ci regalò il giuspositivismo,‭ ‬per il quale‭ “‬la legge dice‭”‬ è il supremo criterio di azione giuridica.
E poi ci si lamenta che le cose vanno di male in peggio.‭ ‬Lo fanno da‭ ‬364‭ ‬anni per lo meno‭…

Sempre nell'intervista precedente ha scritto che il Kenya,‭ ‬dalla‭ «‬cosiddetta indipendenza ha ripetuto tutti gli errori commessi in Europa negli ultimi‭ ‬200‭ ‬anni‭»‬.‭ ‬Quali sarebbero,‭ ‬a grandi linee,‭ ‬questi errori‭?
Il più letale,‭ ‬che fa scorrere sangue a fiotti praticamente ogni giorno,‭ ‬è il titolo di proprietà fondiaria.‭ ‬Il più destabilizzante è la democrazia multipartitica,‭ ‬che trasforma ogni elezione in guerra campale‭ ‬con morti e feriti.‭ ‬Alla‭ ‬mancanza‭ ‬cronica di contante‭ ‬possiamo aggiungere il consumismo,‭ ‬la crescita anteposta allo sviluppo,‭ ‬la riserva frazionaria credito-contante,‭ ‬e una lunga lista di eccetera che renderebbe questa intervista troppo lunga.

Per finire con i dubbi relativi alla scorsa intervista,‭ ‬Lei ha scritto anche che l'Italia è divenuto da‭ «‬paese sconfitto militarmente a paese sconfitto culturalmente,‭ ‬economicamente e politicamente‭»‬.‭ ‬Se l'Italia‭ (‬che comunque è ancora annoverata tra i primi posti dei Paesi del globo ad economia avanzata‭) ‬è,‭ ‬ai suoi occhi,‭ ‬sconfitta,‭ ‬chi sarebbe o chi sarebbero i vincitori‭?
Culturalmente‭ ‬ha vinto‭ ‬il marxismo.‭ ‬Non tanto perché i maestri gramsciani del dopoguerra ricevessero uno stipendio dal partito oltre a quello ufficiale,‭ ‬ma anche e soprattutto perché i grandi interessi finanziari hanno speso fortune nel promuovere il marxismo in‭ ‬tutte‭ ‬le università occidentali,‭ ‬Italia inclusa.
Economicamente e politicamente i vincitori sono gli usurai transnazionali,‭ ‬che impongono politiche di povertà a‭ ‬‘governi‭’‬ che di tale non hanno che il nome.
Bisognerebbe definire cosa vuol dire‭ “‬economia avanzata‭”‬ prima di accettare l‭’‬annoveramento dell‭’‬Italia tra i praticanti di codesta astrazione.

A proposito di Paesi che superano altri in sviluppo economico,‭ ‬è notizia di questi giorni che il Brasile ha scavalcato la Gran Bretagna divenendo così‭ «‬la sesta economia del mondo‭»‬ (http://www.corriere.it/economia/11_dicembre_26/brasile-sesta-economia_a257d0ce-2fdb-11e1-9b6d-efefc737f468.shtml)‬.‭ ‬Come commenta questa notizia‭?
Senza‭ ‬conoscere‭ ‬i parametri di sviluppo usati per fare una tale affermazione,‭ ‬non ho‭ ‬elementi di giudizio‭ ‬per commentarla.‭ ‬In ogni caso,‭ ‬bisogna distinguere tra l‭’‬economia di produzione e di scambi e quella finanziaria,‭ ‬che fa da sanguisuga gigante sulla prima.‭

Come vede lo sviluppo di Cina ed India‭?
I Cinesi‭ ‬(etnia Han‭) ‬costituiscono‭ ‬la nazione più grande‭ (1300‭ ‬milioni‭) ‬e più unita‭ ‬del mondo,‭ ‬con‭ ‬solo‭ ‬90‭ ‬milioni di‭ ‬minoranze.‭ ‬Gli Indiani sono un gruppo eterogeneo e disunito‭ ‬di‭ ‬razze e di nazioni,‭ ‬dove ogni‭ ‬30km si parla una lingua diversa.‭ ‬Lo sviluppo già avvenuto lo si può‭ ‬verificare in Rete.‭ ‬Quello a venire dipenderà dalla presenza/assenza di forze guerrafondaie sulle quali non ho informazioni affidabili.‭ ‬Ma‭ ‬la breve guerra del‭ ‬1962‭ ‬vide la Cina vittoriosa senza‭ ‬difficoltà.

Nell'ambito dei cambiamenti globali i Paesi africani come il Kenya che ruolo riusciranno ad avere‭?
Quello che consentiranno loro i‭ ‬poteri forti.‭ ‬Il paese africano più sviluppato e prospero fino a un anno fa era la Libia,‭ ‬oggi distrutta a suon di bombe.‭ ‬La ragione per cui non si vedevano extracomunitari di quel paese in Italia era che‭ ‬le compagnie petrolifere contribuivano‭ ‬il‭ ‬35%‭ ‬delle loro entrate all‭’‬erario,‭ ‬per cui la benzina costava‭ ‬10‭ ‬centesimi‭ ‬al litro,‭ ‬l‭’‬elettricità,‭ ‬sanità ed educazione‭ ‬erano gratis,‭ ‬gli sposi novelli ricevevano un buono di‭ ‬50mila dollari,‭ ‬c‭’‬erano alloggi per tutti,‭ ‬chi volesse fare l‭’‬agricoltore riceveva terra,‭ ‬animali domestici e sementi gratis,‭ ‬ed era appena arrivato alla costa il Gran Fiume Artificiale,‭ ‬costato‭ ‬35‭ ‬miliardi di dollari in‭ ‬25‭ ‬anni,‭ ‬senza chiedere‭ ‬prestiti‭ ‬a nessuno.‭ ‬Qualsiasi altro paese che osasse‭ ‬esercitare la stessa sovranità farebbe la stessa fine.

mercoledì 4 gennaio 2012

Pacchi bomba, falsi anarchici

Il pacco bomba inviato dalla sedicente Federazione Anarchica Informale (FAI, da non confondere con l’altra FAI, la federazione ufficiale degli anarchici italiani) a un dirigente di Equitalia non manca di sorprendere e di suggerire una riflessione.
Finchè i pacchi bomba sono rivolti ai bancari, tutto sembra lineare: questi “anarchici” sono contro il neo-liberismo e contro la speculazione finanziaria, e quindi c’è “coerenza” nel loro comportamento.
Ma se la bomba è diretta contro Equitalia, spauracchio di borghesi alti e medi, titolari di partita IVA, non manca un certo straniamento, tant’è che il Movimento Libertario di Leonardo Facco ha condannato veementemente, com’è giusto, l’accaduto, per evitare di vedere accostata la sua battaglia antifisco con il terrorismo.Invero, l’anarchismo italiano, come quello di impronta europea, non ha mai fatto dell’antitasse una battaglia prioritaria, come invece accade nella tradizione americana (si pensi a Thoreau), e ora si vede scavalcato “a destra” da dei bombaroli selettivi. E’ vero che Equitalia, che non fa altro che il suo “dovere” delegatole dallo Stato, fa paura anche a piccolissimi imprenditori, commercianti e artigiani, oltre che trasgressori del codice della strada (è di questi giorni la notizia di un cittadino rovinato, con la vendita forzosa della casa, per una multa di 62 euro), comunque, ripeto, non manca di colpire questo tentativo della “FAI” di guadagnare consensi a tutto tondo. Anche nel film “Diabolik” degli anni ‘60, del resto, si assiste a un attentato perpetrato dal fantomatico fuorilegge a un ufficio tributario. Il che non ha mancato di divertirmi, pur io continuando a preferire Satanik, interpretata in un film dall’indimenticabile Magda Konopka. Ma si trattava appunto, in entrambi i casi, di film, mentre nella realtà sarebbe preferibile che la denominazione di “anarchici” non venisse affidata ai bombaroli o a “violentisti” di qualunque genere, ma solo a quei libertari anarchici che abbiano appreso la lezione della nonviolenza, ad esempio, per rimanere nell’ambito dei classici dell’anarchismo, di un Lev Tolstoi.

martedì 3 gennaio 2012

L'orgoglio di ripartire

È senza nostalgia che abbiamo dato l'addio all'anno vecchio. È stato un anno terribile il 2011. Nel 2011 ci sono state enormi difficoltà nel mondo del lavoro, sono aumentati i disoccupati e i cassintegrati, è stato l'anno del crollo dell'euro, delle inondazioni, l'anno dei mille processi per Silvio Berlusconi. Decisamente un anno da dimenticare ma...nonostante tutto dobbiamo dire basta alla paura. Ne siamo stati prigionieri per tutto il 2011. Bisogna uscire da questa cappa di terrore che ci soffoca e non ci fa respirare.
Bisogna incominciare a pensare e agire in modo positivo cercando d'individuare uno spiraglio nella nebbia che ci avvolge.
La crisi economica non si può negare: è evidente, sotto gli occhi di tutti, le aziende chiudono, licenziano, molte famiglie diventano sempre più povere.L'Italia è uno dei paesi dell'Eurozona già entrati in fase recessiva. Come si può essere ottimisti? Èsistono mille ragioni per entrare nel buco nero della depressione, però...voglio chiedere: “Cosa si guadagna a essere pessimisti?” Nulla. Se siamo pessimisti rischiamo di perdere anche quel poco di energia che ci rimane e rischiamo di distruggere il corpo e la mente. Noi, che facciamo parte di questa società siamo obbligati per noi stessi, per la nostra famiglia, per coloro che ci circondano a cercare di conquistare una vita dignitosa. Come dobbiamo agire? Affrontando con coraggio le difficoltà che si presentano davanti a noi. Non arrendiamoci. Dobbiamo avere più fiducia in noi stessi. È proprio questo il momento in cui ci dobbiamo rimboccare le maniche e costruire una società diversa, senza clientelismi, raccomandazioni...dove può e deve esistere la meritocrazia. Avanti allora all'insegna del coraggio e con l' orgoglio di ripartire.
È vero che a volte ci lasciamo prendere dal fatalismo ma...Diamine!! Diamoci una mossa, una sferzata d'energia. Ribelliamoci alle ingiustizie. Diamoci da fare, parliamo, scriviamo, raccogliamo firme per combattere il degrado in cui si ritrovano la scuola, la sanità ecc. Avviamoci verso il cammino che (passo dopo passo) condurrà l'Italia a essere un paese un poco più equo e migliore. L' Italia è migliore di come appare e negli italiani ci sono intelligenze e competenze. Possiamo farcela.
BUON ANNO 2012 con l'augurio e l'esortazione che ciascuno di noi possa fare la sua parte (piccola o grande che sia) e spendere il tempo in modo proficuo e attivo, senza sprecarlo con la rassegnazione.

lunedì 2 gennaio 2012

E.icemoney sì, ma non di Stato!

Seconda lettera al compagno Francesco Raucea, in risposta alla sua risposta alla mia prima lettera, della quale avevo scritto in GeoLib (http://nonviolento.blogspot.com/2011/12/il-geselliano-raucea.html).

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Compagno Francesco,

innanzi tutto passo anch'io al "tu", non tanto perché anche tu lo usi con me, ma piuttosto perché inizi la tua lettera chiamandomi "compagno" e tali non possiamo che sentirci se miriamo allo stesso obiettivo, il socialismo libertario. Vediamo adesso un po' come ognuno di noi due lo intende. Al momento attuale mi sembra che la mia e la tua visione non siano così distanti, ma, come anche tu scrivi, nel proseguio del nostro dialogo potremmo anche giungere a contrapporci e sono felice di sapere che anche tu sarai franco con me come io lo sarò sempre con te ed è così che dev'essere tra compagni. Anche a me la tua lettera mi ha fatto molto piacere. Scrivi che non potresti che "entusiasticamente collaborare con chiunque si sospinga avanti l'azionismo rosselliano di Giustizia e Libertà". Personalmente mi sento un neoazionista, sono stato responsabile per la Sicilia del Nuovo Partito d'Azione (lo conosci?) e ritengo che il geolibertarismo non possa che essere, appunto, avanti nel cammino verso la libertà rispetto al liberalsocialismo di Calogero e dei fratelli Rosselli.

Sulla proposta di una moneta geselliana elettronica non posso che concordare, ma con una precisazione che mi pare fondamentale: che non sia imposta dallo Stato! Non mi professo anarchico come tu invece fai, ma ritengo che le nostre sensibilità libertarie siano in sintonia su questo punto. Se un associazione libera di commercianti, consumatori e banche decidesse di adottare la e.icemoney non potrebbe che essere un bene, a mio modesto avviso. Preliminarmente le pubbliche autorità nazionali e dell'Unione Europea dovrebbero liberalizzare l'emissione di moneta, magari permettendo l'emissione di moneta diversa dall'euro che ad esso si affianchi, come propone Borruso, mantenendo più o meno la legislazione relativa all'emissione di euro più o meno invariata rispetto allo stato attuale. Se poi le autorità locali e/o statali riconoscessero la e.icemoney non potrei che esserne felice. Ciò che mi pare fondamentale, appunto, è che essa sia controllata da una libera associazione di agenti economici piuttosto che imposta dallo Stato.

Non mi soffermo sulle differenze e sulle contrapposizioni tra te e Borruso, poiché ritengo che dialogando, confrontandoci io e te dovremmo concentrarci sulle nostre eventuali divergenze. Sulla questione delle risorse naturali non mi fisserei affatto esclusivamente sul fattore Terra, ritenendo geolibertaria la redistribuzione di qualsiasi elemento della natura o anche qualsiasi ricchezza sociale che non deriva esclusivamnte dal lavoro. La conoscenza, ad esempio, è uno di questi elementi e così sono contro la brevettabilità di farmaci o della cultura ed anche su questo mi pare concordiamo. L'etere nel quale vengono diffuse le onde elettromagnetiche pure è elemento che dovrebbe essere equamente redistribuito e quindi mettere all'asta le frequenze è argomento di attualità su cui non posso che esprimermi affermando che l'asta sarebbe stata cosa buona e giusta per finanziare le casse pubbliche. Allo stesso modo ritengo che l'imposizione fiscale sull'inquinamento sia qualcosa di verde che non và di certo contro il libero mercato ed il progresso. La fiscalità monetaria la vedo nella stessa ottica, essendo la moneta una convenzione sociale che funziona esclusivamente se socialmente accettata. Contrapporre la fiscalità monetaria a quella fondiaria è qualcosa che non comprendo e neppure ho capito perché l'imposta sul valore fondiario sarebbe impossibile, pur avendo letto e riletto la tua lettera con attenzione. Sarei grato se tu spiegassi meglio e ti invito a farlo attraverso un articolo che potremmo inserire in GeoLib  - nonviolento.blogspot.com.

Mi spieghi meglio cosa sta accadendo nel Movimento RadicalSocialista, a tuo parere? Non ha esso accettato la riforma monetaria geselliana inserendola addirittura nel suo manifesto economico (http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1012&Itemid=1) ? Ho avuto modo di chattare con il fondatore di tale associazione, il quale mi ha così comunicato, cascando il discorso su te, che ti ha dato la possibilità di pubblicare sul loro sito qualsiasi articolo che possa spiegare il tuo gesellismo. È così?