martedì 29 novembre 2011

Riformare la RAI

Bisogna privatizzare la RAI e lasciare una sola rete pubblica che trasmetta in analogico, digitale, satellitare, web, radio (FM, AM, SW), ma che sia, ribadisco, una e pagata interamente dall'erario, non dal canone, e che non abbia ovviamente di conseguenza spazi pubblicitari e che non sia nelle mani dei partiti ma dell'autorità per le telecomunicazioni. Altre reti private così potrebbero entrare nel mercato di raccolta pubblicitaria chiedendo di partecipare all'assegnazione delle frequenze.

Il referendum del 1995, tra l'altro, in questo senso andava. Sappiamo tutti benissimo che in Italia la classe dirigente (o meglio digerente) degli esiti referendari se ne frega allegramente, ma prima o poi bisognerà che ci rimettiamo sulla giusta carreggiata!

sabato 26 novembre 2011

Liberiamo l'acqua dall'ideologia

Oggi a Roma ci sarà il corteo organizzato dal Forum dei Movimenti per l'acqua. Tale corteo è legato alla campagna "Obbedienza civile", di cui parlo più avanti nell'articolo.
I manifestanti chiedono che a gestire le risorse idriche ed a distribuirle siano enti pubblici e quindi la manifestazione è sulla stessa linea dei due referendum sulla gestione dei servizi di pubblica utilità del 12 e del 13 giugno scorsi. È anche stata presentata una la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, che, come era prevedibile, continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari.
I manifestanti rimproverano agli enti locali che si erano già rivolti alla gestione privata (con l'eccezione del Comune di Napoli) di proseguire la gestione dei servizi idrici attraverso società private e rimproverano a tali società di non aver tolto i profitti dalla tariffa, come invece sembra debbano fare a seguito dei referendum. La verità è che queste società si sono rivolte ai loro legali, i quali stanno cercando soluzioni che permettano in pratica di continuare a gestire con profitto (ed in che altro modo può gestire un'azienda privata?) chiamando magari il profitto in altro modo, che so, "costo di gestione". Gli statalismi conducono necessariamente a tali tipi disonesti di soluzione del "problema" profitto.
La realtà che la scienza economica ci insegna è che il profitto è necessario e che non esiste sistema economico di società evolute che non abbia tale elemento, pur se un esperimento di dimensioni continentali (il socialismo reale) faceva finta di aver sottoposto gli strumenti produttivi nelle mani del proletariato e di aver così eliminato lo sfuttamento, il plusvalore, il profitto. La realtà era che il profitto era nelle mani dei burocrati del partito al potere, dei politicanti del regime. Capitalismo di Stato, infatti, è stato giustamente chiamato. D'altronde o il mercato è libero - e quindi le imprese sono in mano ai privati - o il mercato libero non è - e quindi le imprese sono sotto il controllo dell'autorità pubblica, ovvero nelle mani dei burocrati di Stato, di regime. Ci sono, ovviamente anche posizioni intermedie, che differiscono tra loro (e con le posizioni nette di cui sopra) nel grado di statalismo e nella scelta di quali settori debbano essere pubblici e quali privati. È semplice vedere che quanto più le varie attività (specialmente quelle più importanti) sono nelle mani del regime tanto più autoritaria sarà la società, al di là di quanto possano tali tipi di soluzioni essere inefficienti dal punto di vista economico.
I manifestanti a Roma, quindi, di fatto, manifesteranno per una società autoritaria. Mi si potrebbe obiettare che l'acqua non è un bene come gli altri ed io, da geolib, sono per la condivisione delle risorse naturali e tra esse c'è di certo anche l'acqua. Il fatto, però, che l'acqua (come qualsiasi altra risorsa naturale) debba essere condivisa e debba essere controllata da pubbliche autorità, che debba essere considerata di tutti, nulla c'entra con la gestione della sua distribuzione, la quale può benissimo essere nelle mani dei privati, laddove questi dimostrino di gestirla meglio di aziende pubbliche ed è ovvio che per gestirla dobbiamo permettere che ci sia un profitto per tali aziende private e magari aspettare un decennio prima di giungere a conclusioni le quali altrimenti sarebbero solo affrettate, dato che abbiamo una rete idrica, specialmente in alcune regioni italiane, che è un colabrodo e tale rete idrica è il risultato di secolare gestione pubblica.
Lungi da me non voler rispettare il risultato dei referendum scorsi, ma, siamo certi che gli esiti referendari giuridicamente impediscano la gestione privata? Entrambi i referendum erano stati formulati in maniera tale che difficilmente un onesto ed imparziale interprete ed esecutore della legge possa rispondere con facilità a tale quesito. Di certo, però, i quesiti referendari sono stati spacciati per una pronuncia pro o contro la gestione pubblica ed è innegabile che il corpo elettorale ha scelto per tale tipo di gestione e ciò non aiuta di certo a risolvere pragmaticamente i problemi delle nostre reti idriche. Anche su questo blog è stato sostenuto (http://nonviolento.blogspot.com/2011/11/sorella-acqua-italiani-traditi.html) che "Dopo il voto il governo doveva creare un nuovo meccanismo di regolamentazione delle tariffe dell'acqua per sostituire quello abrogato dal referendum". Ebbene non è affatto così, dato che i referendum in Italia sono solo abrogativi e la Corte Costituzionale non li ammette se l'eventuale suo esito positivo (l'abrogazione) conduce a vuoti legislativi. Quindi la legge già c'è ed è quella risultante dall'abrogazione già avvenuta e tale legge non impone al governo di creare alcunché.
I manifestanti di oggi non credo vadano molto per il sottile e vedono le esortazioni delle istituzioni europee all'Italia e le decisioni del governo Berlusconi (siamo ancora in attesa di conoscere quelle del governo Monti) in proposito di liberalizzazioni dei servizi di pubblica utilità come un male a prescindere. Tutto ciò possiamo leggerlo nella chiave delle resistenze popolari alle riforme ed i politici conoscono benissimo tali meccanismi e sembra non li contrastino affatto al punto che potremmo giungere a pensare che in realtà anch'essi le riforme non le vogliano affatto e quando fanno finta di volerle e solo per giocare un po' perché altrimenti si annoiano.
I manifestanti, poi, si lamentano di come i media non trattino affatto la questione e questo è l'unico loro argomento che condivido totalmente, poiché una crescita civica e sociale può esserci solo se c'è pubblico dibattito, se circolano le idee, anche quelle che considero sbagliate dei manifestanti di oggi, che vorrebbero più Stato, ovvero meno libertà e più inefficienza e sprechi. Inefficienza e sprechi che si pagano sempre, prima o poi, con l'imposizione fiscale, che in altre parole vuol dire ancora meno libertà.
La manifestazione di oggi, però, contiene un elemento di novità, rispetto alle altre, ovvero l'avvio della campagna di "Obbedienza Civile", che consisterà in azioni di autoriduzione delle tariffe calcolando tale riduzione sull'eliminazione del profitto che avrebbe dovuto esserci a seguito di uno dei due quesiti referendari. Per la prima volta, quindi, si vuol contrastare la gestione privata attraverso un atto nonviolento di affermazione civile, di obbedienza alla legge, che potrebbe (a seconda delle dimensioni e del rilievo mediatico che riesce ad assumere) condurre effettivamente alla ripubblicizzazione della gestione dei servizi idrici. Avremo in questo caso un'azione nonviolenta che conduce ad un rafforzamento del regime.
Ciò che più mi lascia perplesso è che i manifestanti parlano della gestione privata dei servizi idrici e del liberismo in genere come se quest'ultimo fosse imperante in Italia da molto tempo. Parlano di poteri forti che ci hanno condotto verso la crisi attraverso il liberismo ed affermano che si dovrebbe adesso invertire la rotta per ripubblicizzare acqua, servizi pubblici locali in genere e chissà quanto altro. Ma da quando sono passati nelle mani private le gestioni dei servizi idrici? Che risultati hanno ottenuto? Perché dovremmo decidere per tutte le realtà, anche quelle gestite da privati eventualmente virtuose? Perché lo Stato nazionale dovrebbe imporre ad una eventuale regione che ha avuto più pro che contro da tale tipo di gestione di tornare alle inefficienze, agli sprechi e ai disastri del passato?

mercoledì 23 novembre 2011

La riforma georgista in Wikipedia

Dopo aver creato la voce "Georgismo" nella versione italiana di Wikipedia ed aver messo mano alla voce "Henry George", ho ora creato la voce  "Imposta sul valore fondiario"
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Imposta sul valore fondiario
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'imposta sul valore fondiario (o imposta sulla valutazione di un sito) è un'imposta sul valore non lavorato della terra. È un'imposta ad valorem sulla terra che non riguarda il valore degli edifici, i beni mobili ed altri miglioramenti. L'imposta sul valore fondiario (IVF) è differente da altre tipologie di imposizioni patrimoniali, poiché queste ultime sono imposte sull'intero valore del bene immobile: risultante dalla combinazione di terra, edifici e miglioramenti del sito.

Sebbene l'efficienza di un'imposta sul valore fondiario sia conosciuta sin da Adam Smith, essa fu più notoriamente promossa da Henry George. Nella sua opera più venduta "Progresso e Povertà" (1879), George sostenne che il valore della terra è creato dalla comunità e quindi la sua rendita appartiene alla comunità.

L'imposta su valore fondiario è stata adottata a Taiwan (Repubblica di Cina), Hong Kong, Singapore, Russia ed Estonia, così come in alcune località della Pennsylvania (USA), nello stato australiano del Nuovo Galles del Sud ed a Mexicali, in Messico. Il governo della Repubblica d'Irlanda sta valutando l'introduzione di una IVF.

domenica 13 novembre 2011

Gesell, il Silvio che potrebbe risollevare l'economia

Silvano Borruso è un libero pensatore che nella sua carriera di insegnante si è occupato di agronomia,‭ ‬filosofia ed economia.‭ ‬Ha insegnato‭ ‬alla Strathmore School,‭ ‬in Kenya, dal‭ ‬1961‭ ‬fino al‭ ‬2006.‭ ‬Arianna Editrice ha da poco pubblicato in versione digitale la sua traduzione del testo di Silvio Gesell‭L'Ordine Economico Naturale.‭ ‬Mi è sembrata ottima idea,‭ ‬quindi,‭ ‬dare la parola direttamente a Borruso facendogli alcune domande.‭

In breve,‭ ‬chi fu Gesell‭?
Silvio Gesell‭ (‬1862-1930‭) ‬fu il settimo di nove figli di madre vallona e padre prussiano,‭ ‬nato a Sankt Vith‭ (‬in Belgio dopo la prima guerra mondiale‭)‬.‭ ‬Negli anni‭ 1880-90‭ ‬andò a mercanteggiare in Argentina,‭ ‬dove‭ ‬la pratica mercantile gli suggerì la sua teoria,‭ ‬pubblicata per la prima volta nel‭ ‬1906.‭ ‬Predisse la seconda guerra nel‭ 1918,‭ ‬con un quarto di secolo di anticipo.‭ ‬Morì a Oranienburg‭ (‬Germania‭) ‬di polmonite.

Com'è venuto in contatto con il pensiero di Gesell‭?
Mi imbattei in Gesell a partire da una corrispondenza con un gruppo georgista‭ (‬da Henry George,‭ ‬1839-1897‭) ‬nel‭ ‬2001.‭ ‬Leggendo il suo‭ ‬Ordine Economico Naturale‭ (‬nella traduzione inglese di Philip Pye‭) ‬mi resi conto immediatamente di non essere in grado di confutarlo‭ (‬eccetto che in questioni veramente minori‭)‬.‭ ‬Onestà intellettuale volle che dovessi accettarlo.

Com'è nata l'idea di tradurre in italiano‭ ‬L'Ordine Economico Naturale‭?
Fu il contatto con un geselliano italiano che‭ ‬nel‭ ‬2004‭ ‬mi presentò ad una casa editrice romana‭ ‬ad invogliarmi a intraprenderne la traduzione.‭ ‬Ma nel‭ ‬2010‭ ‬quella casa editrice rinunziò a pubblicare,‭ ‬e Arianna Editrice accettò la mia offerta ai primi del‭ ‬2011.‭ ‬

Esiste relazione‭ ‬-‭ ‬ed eventualmente qual è‭ ‬-‭ ‬tra capitalismo e libertà economica‭?
Definiamo i termini.‭ ‬"Capitalismo‭" vuol dire un sistema economico che favorisce la‭ ‬formazione di capitale,‭ ‬inteso come‭ ‬lavoro sottratto al consumo per‭ ‬aumentarne‭ ‬le capacità di‭ ‬produzione.‭ ‬Esempio:‭ ‬se,‭ ‬armato di un coltello affilato,‭ ‬mi addentro in un giuncheto e ne esco con un paniere,‭ ‬ho creato capitale che mi permette di‭ ‬aumentare la capacità di‭ ‬mani‭ ‬e braccia‭ ‬per portare carichi.‭ ‬Il paniere‭ ‬è una forma di capitale,‭ ‬risultato dalla destrezza nella lavorazione del giunco acquisita da qualcuno che ce l'aveva.‭ ‬Il coltello è anch'esso capitale,‭ ‬ma‭ ‬o‭ ‬barattato o comprato‭ ‬da‭ ‬chi l'aveva prodotto.‭ ‬Questo è capitalismo da lavoro,‭ ‬dato che solo il lavoro crea ricchezza.
Ma per‭ ‬"capitalismo‭",‭ ‬oggi,‭ ‬si intende‭ ‬capitalismo‭ ‬finanziario.‭ ‬Vediamone i termini.
Nel Regno Unito‭ (‬lo cito solo perchè i dati sono di oggi‭) ‬circolano‭ ‬57‭ ‬miliardi di contante e‭ ‬2.200‭ ‬miliardi di credito.‭ ‬Di questi‭ ‬2.200‭ ‬miliardi solo l‭'8%‭ ‬(176‭ ‬miliardi‭) ‬va alla produzione e il‭ ‬92%‭ ‬alla speculazione‭ (‬la situazione è simile praticamente dovunque‭)‬.‭ ‬Dal che seguono‭ ‬tre conclusioni:
  1. L’elite che ha accesso a quel‭ ‬92%‭ ‬di credito acquista vantaggi e privilegi indebiti sulla maggioranza che quell’accesso non ce l'ha.
  2. Se lo Stato fosse abbastanza forte da‭ ‬impedire l'emissione di quella montagna di credito,‭ ‬non solo non scalfirebbe minimamente l’economia di produzione,‭ ‬ma la favorirebbe,‭ ‬dirottando una pletora di parassiti verso un lavoro produttivo‭;
  3. Trasformando il contante in moneta geselliana,‭ ‬600‭ ‬milioni di codesto contante,‭ ‬circolando‭ ‬400‭ ‬volte in un anno,‭ ‬giustificherebbe i‭ ‬233‭ ‬miliardi di contante‭ ‬+‭ ‬produzione.‭
Definiamo‭ ‬ora‭ ‬"libertà economica‭" come la scelta se lavorare in proprio o per conto altrui.‭ ‬L'affidamento al credito e la mancanza cronica di contante,‭ ‬da‭ ‬200‭ ‬anni a questa parte,‭ ‬hanno distrutto‭ ‬il lavoro indipendente.‭ ‬La conduzione agricola diretta‭ ‬e l’artigianato,‭ ‬che hanno bisogno di contante,‭ ‬sono praticamente spariti.

La risposta alla domanda è quindi che il capitalismo‭ ‬finanziario provvede‭ ‬sì‭ ‬libertà economica,‭ ‬ma per l'elite,‭ ‬e schiavitù per il resto.‭ ‬Il trattamento storico della questione ci porterebbe troppo lontano.

Il capitalismo vive una delle sue crisi cicliche.‭ ‬Negli studi di Gesell ci sono le ricette per superare tali crisi o addirittura per prevenirle‭?
Le ricette sono due:‭ ‬terra e moneta.‭ ‬Risolvendole,‭ ‬si risolvono tutti i problemi economici.

L'Unione Europea ha deciso di intervenire pesantemente in Grecia attraverso politiche economiche che difficilmente potranno risollevare l'economia greca ed adesso pure l'Italia è in un certo senso commissariata dall'UE nonché dal FMI.‭ ‬Quali sono,‭ ‬nel filone di studi geselliano,‭ ‬le misure alternative a quelle che tali organismi internazionali ci indicano‭?
Se Greci‭ ‬e Italiani‭ ‬conoscessero la loro storia recente,‭ ‬saprebbero che nei‭ ‬50‭ ‬anni dal‭ ‬1865‭ ‬al‭ ‬1915‭ ‬i‭ ‬due paesi fecero parte dell‭'Unione Monetaria Latina‭ ‬insieme a Francia,‭ ‬Belgio e Svizzera.‭ ‬Insieme alle monete nazionali,‭ ‬circolava nell'Unione un pezzo da‭ ‬5‭ ‬franchi a corso legale,‭ ‬con il quale si esportava e importava.‭ ‬L'eccesso o difetto di pezzi da‭ ‬5‭ ‬franchi denunciava uno sbilancio commerciale,‭ ‬da regolare modificando i prezzi all'interno.‭ ‬Questo‭ ‬sistema ovviava al‭ ‬perenne‭ ‬difetto‭ ‬di qualunque moneta portavalori,‭ ‬cioè di non potere stabilizzare i prezzi all’interno e il tasso di scambio all'estero contemporaneamente‭ (‬proprio quel che accade con l'euro‭)‬.‭ ‬Gesell descrive l'Unione nel suo libro.‭ ‬Se gli europei‭ ‬di oggi‭ ‬ripetessero l’esperienza dell'Unione di‭ ‬150‭ ‬anni fa,‭ ‬con‭ ‬17‭ ‬paesi invece di cinque,‭ ‬e‭ ‬con l'euro al posto del pezzo da‭ ‬5‭ ‬franchi,‭ ‬e dotassero le loro monete nazionali di tasso di interesse negativo come proposto da Gesell‭ ‬100‭ ‬anni fa,‭ ‬l'inutile crisi verrebbe risolta in‭ ‬questione di settimane.‭ ‬Non sarebbe affatto necessario‭ "uscire‭" ‬dall'euro come‭ ‬raccomandano‭ ‬tanti scalmanati.‭ ‬Basterebbe‭ ‬aggiungervi una moneta nazionale‭ ‬di stampo‭ ‬geselliano.

La Sicilia potrebbe adottare tali tipologie di scelte autonomamente ed indipendentemente dal resto d'Italia‭?
Come no‭! ‬Allego‭ ‬uno scritto‭ ‬pertinente.‭ ‬Ma ci vuole un uomo di‭ ‬visione e di‭ ‬azione.‭ ‬C’è‭?


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venerdì 11 novembre 2011

SORELLA ACQUA- italiani traditi

Gli italiani sono stati traditi ancora una volta. L'ultimo tradimento nasce dal referendum sull'acqua (sorella acqua come direbbe San Francesco), il prezioso e indispensabile liquido molto reclamizzato durante la campagna referendaria e “dimenticato” solo dopo pochi mesi dal voto. Eppure il raggiungimento del quorum era stato festeggiato come qualcosa di straordinario, di epocale. In effetti è VERO...e allora perché non si sente dire più niente sulla questione acqua dopo il voto del 12-13 giugno? Dopo il voto il governo doveva creare un nuovo meccanismo di regolamentazione delle tariffe dell'acqua per sostituire quello abrogato dal referendum. Non si è fatto nulla. Oltre il danno, la beffa perché molti enti locali stanno ricreando gli ato con nomi nuovi per coprire il vuoto del governo. Tutte duplicazioni e sprechi che non finiranno molto facilmente.
La verità è che il referendum è stato strumentalizzato come voto pro o contro il governo, terminato questo suo scopo politico è finito l'interesse. Penso che il meccanismo del referendum andrebbe modificato, magari introducendo un tipo di referendum propositivo, non soltanto abrogativo e con la raccolta di un numero maggiore di firme. Comunque, sono sempre dell'idea che il referendum è un grande strumento di democrazia diretta che nobilita la politica e rilancia la partecipazione popolare. Forse è per questo motivo che viene snobbato dalla nostra classe dirigente.
Il tradimento della volontà popolare è forse il segnale più importante che i nostri governanti sono lontani anni luce dai problemi reali degli italiani. É l'unico modo per spiegare come mai questa estate il Presidente del Consiglio ha annunciato al popolo italiano “che va tutto bene e possiamo andare tutti in ferie” e poi due giorni dopo annunciare in parlamento che “bisogna saltare le ferie e varare provvedimenti d'emergenza”.
Adesso siamo all'epilogo del teatrino tragicomico, con le dimissioni forzate del Presidente del Consiglio. Mi auguro che tra le priorità del nuovo governo ci sia quella del prezioso e importantissimo liquido senza il quale non si può vivere.