mercoledì 8 luglio 2009

La libertà di Pietro Spina

Parole di Pietro Spina, personaggio dal romanzo di Ignazio Silone "Vino e pane" (il contesto è il regime fascista), che consiglio di leggere:

"La libertà non è una cosa che si possa ricevere in regalo" disse Pietro. "Si può vivere anche in paese di dittatura ed essere libero, a una semplice condizione, basta lottare contro la dittatura. L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi: malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può."

11 commenti:

giuseppe ha detto...

scusa, ma a quando risale il romanzo in questione?

Massimo Messina ha detto...

Giuseppe,
benvenuto nel mio blog. Se vuoi saperne di più sul romanzo visita la seguente pagina web:
www.silone.it/node/92
Lì puoi trovare anche l'informazione che richiedi:
"Scritto nel biennio 1935-36, in gran parte a Zurigo, dove Silone si era trasferito dal 1931, Pane e vino apparve in traduzione tedesca, a cura di Adolf Saager, nel 1936, a Zurigo, e l'anno dopo, a Lugano, in «edizione italiana per l'emigrazione», a cura dello stesso autore. Successivamente rielaborato, in Italia vedrà la luce solo nel maggio del 1955 col titolo Vino e pane, nella collana «Narratori Italiani» di Mondadori."

giuseppe ha detto...

grazie mille!!!

Massimo Messina ha detto...

Per così poco?

luigi ha detto...

No comment

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
chi ti ha interpellato?

luigi ha detto...

non si possono lasciare totalmente aperti e senza filtri i commenti e poi dire: ma chi ti ha interpellato?. radio radicale a volte fa lunghe chiacchierate senza filtri con gli ascoltatori: non ho mai, giustamente, sentito dire ai conduttori, quando gli interventi non sono graditi: ma chi ti ha interpellato, caro ascoltatore? Prendi esempio da Radio Radicale! oppure filtra i commenti. Non puoi stare con un piede su due staffe senza cadere nella mancanza di serietà.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
non posso chiederti "chi ti ha interpellato?". Non ho gradido il tuo intervento? Se non l'avessi gradito l'avrei scritto. L'ho gradito al punto da chiederti "chi ti ha interpellato?", visto che chi non vuole rilasciare commenti non li rilascia e solo chi è pressato da qualcuno a rispondere e non vuole esprimersi si difende usando la frase "No comment". Ti sei sentito pressato? Da chi? Da che? Di certo, comunque, avrò frainteso anche questa volta ed addebito sempre alla mia poca e lenta capacità di comprendere.

Unknown ha detto...

Sì, non c'è dubbio, anche questa volta hai frainteso. Il No comment non ha quelle caratteristiche che dici tu, o meglio non ha solo quelle. Si può benissimo usarlo in altri modi, per esempio ironicamente, per dire, all'incirca: non parlo, perché altrimenti dovrei fare un fastidioso autoelogio!

Massimo Messina ha detto...

...che quindi non fai, giusto?

luigi ha detto...

giusto!