venerdì 13 agosto 2010

Il terzo polo secondo Formica

Come sempre trovo interessante il punto di vista di Rino Formica

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Lettera di Rino Formica al Direttore del Foglio

 7 Agosto 2010

"Il terzo polo è il ricettacolo degli inquieti, dei delusi e degli ascari"

Nel mondo della matematica i numeri primi sono quelli divisibili soltanto per se stessi o per 1. I numeri primi sono apparentemente distribuiti a caso, ma sono considerati gli "atomi dell'aritmetica", perché è con essi che si costruiscono i numeri naturali. Nel sistema politico italiano il numero dei partiti è un indicatore delle condizionidi salute della democrazia. I partiti in Italia sono "gli atomi della vita civile" perché è con i partiti che si costruiscono la convivenza democratica e la coesione sociale. In matematica 2, 3 e 7 sono numeri primi. Nella politica italiana 3 partiti indicano una democrazia malata, mentre 2 o 7 partiti connotano una democrazia sana. Ho fatto questa riflessione perché si torna a parlare del terzo polo. Perché se ne parla? Perché i due partiti artificiali degli anni 90 non sono stati capaci di governare bene, né sono riusciti a confliggere secondo regole democratiche. Gli inventori di questo sistema non hanno il coraggio di riconoscere il fallimento dell'esperimento e sono costretti a tenere a battesimo il terzo ibrido così incomodo. Ma nel nostro sistema politico il terzo polo è il ricettacolo degli inquieti, dei delusi e degli ascari. Insomma è il luogo di raccolta dei residui infettividi un fallito sistema duale. In Italia quando non riesce la riduzione a due è gioco forza tornare a 7 (altro magiconumero primo). In passato avevamo 3 partitid i centro (Dc, Liberali e Repubblicani), 3 partiti di sinistra (Radicali, Socialisti e Comunisti) e 1 partito di destra (fascisti). Certo, oggi, nessuno più si dichiara ufficialmente legato a quelle etichette, ma i vincoli reali di discendenza culturale e affettiva, come avviene in tutte le famiglie naturali, producono una visibile e non trascurabile continuità. I nomi possono mutare, ma la sostanza è dura a morire, anzi risponde al principio di Lavoisier, che ci spiegò cosa è in natura la legge della conservazione della massa. Se vogliamo dare un nome alla battaglia che ha inizio con questo agosto, dobbiamo dirlo con i numeri: se non c'è più il 2 non si va al 3 ma si passa al 7. So bene che questa è una operazione difficile perché non si torna ai 7 di ieri, ma si dovrebbe andare verso i 7 del domani. So anche che se non si comincia, sarà sempre più difficile. Il terremoto che si annuncia ci dice che la politica non è acqua e neanche polenta.
Fraterni saluti.
Rino Formica

13 commenti:

Anonimo ha detto...

A parte il fatto che quella non è la definizione di numero primo (questi politici, tutti chiacchiere e distintivo), ma perché non considerare il 5 (non è forse un numero primo?). Carusi, c'è da ammazzarsi dalle risate quando si leggono certe cose. Ma insomma, 2, 5, 7 e compagnia bella... è possibile che certi politici non sappiano fare altro che "calcoli" (magari pure sbagliati) di questo genere?

Pitagora ha detto...

Fa piacere venire a sapere che ancora nel XXI secolo si fa politica, non già alla cieca, come gli stolti fanno, ma con la sapienza infinita e magica dei numeri. Ammirate la destrezza e agilità di pensiero di un saggio che annovero - a buon diritto - tra i miei dispepoli, Formica Pitagorico, al quale però ricordo di non sottovalutare la potenza del pentade.

Metaponto 2010 circa

Massimo Messina ha detto...

Qui non si fa matematica, con tutto il rispetto per Pitagora. Il 5 non viene citato da Formica per il semplice fatto che in Italia si passa dal sistema bipolare più facilmente a quello a 7 partiti piuttosto che a qualsiasi altro, compresi, quindi, quello a 5 o quello a 3 poli, mentre quest'ultimo sembra da tempo l'obiettivo dichiarato o tacito di qualcuno. Sono contento, comunque, che ti diverti leggendo il blog.

Anonimo ha detto...

Resta che Formica Pitagorico dà una definizione sbagliata di numero primo, e questo non è in ogni caso lecito, anche quando gli obiettivi dello scritto non sono matematici ma "politologici".

Massimo Messina ha detto...

Caro anonimo,
quale sarebbe questa "definizione sbagliata"?

Luigi ha detto...

Caro Massimo,
non sai nemmeno quello che pubblichi? Formica Pitagorico scrive che "Nel mondo della matematica i numeri primi sono quelli divisibili soltanto per se stessi o per 1". Anche non volendo prenderla come una definizione (sono d'accordo), in quanto in ogni caso incompleta, quella affermazione è falsa, in matematica i numeri primi non sono quelli.

Anonimo ha detto...

Che fai, manipoli i commenti? Il mio ultimo commento rispondeva a un tuo precedente in cui dicevi che Formica Pitagorico non aveva dato nessuna definizione di numero primo. Ora quel tuo commento è stato cancellato e sostituito con un altro. Mah!

Massimo Messina ha detto...

Se ho cancellato il mio precedente intervento ti assicuro che non era a scopo di censura (in questo caso autocensura), tanto e vero che ti ringrazio per avere spiegato il tuo intervento come risposta al mio che non c'è più.

Luigi,
sulla questione relativa a cosa siano i numeri primi tu che definizione hai? Non ce ne è, infatti una sola, poiché io ne conosco almeno due. Una delle quali va d'accordo con l'affermazione di Formica, includendo il numero 1 tra i numeri primi. Ti invito a leggere il seguente interessante articolo in proposito:

http://www.matematicamente.it/staticfiles/approfondimenti/Carolla-uno-primo.pdf

Anonimo ha detto...

Al di là della questione del numero 1 (la quale è una questione di equilibro tra teoremi dell’aritmetica), la definizione di Formica Pitagorico non è compatibile sia con la definizione che include l’uno (la quale semplicemente omette la condizione di essere maggiore o uguale a 2) sia con la definizione che esclude l’uno (la quale esplicita la condizione di essere maggiore o uguale a 2). Infatti, in entrambi i casi la definizione dice che un numero è primo se è divisibile esattamente per sé stesso e per l’unità, e non già esattamente per sé stesso o per l’unità, come dice Formica Pitagorico.

Massimo Messina ha detto...

Veramente c'è almeno un altra definizione di numero primo, oltre alle due che hai dato. Per quanto riguarda la "o" al posto della "e" di Formica certo che ha sbagliato, ma io, sinceramente leggevo lì tranquillamente una "e" così come quando leggo la parola corretta anche quando è scritta male, ad esempio con due lettere vicine invertite. Quello di Formica, insomma, mi pare un refuso più che un errore concettuale, a mio modesto modesto avviso.

Luigi ha detto...

Non lo sapremo mai, perché è molto probabile che al prossimo articolo ci intratterrà con qualche altra disciplina, o sul teorema di Fermat o su quello di Godel. Chi losa? Il nocciolo duro sarà però sempre lo stesso però: "calcoli" di distribuzione del potere. Non vedremo mai un articolo che sottoponga ai lettori e agli elettori la soluzione (curata nei dettagli) di qualche particolare problema. Mancano idee politiche, manca una classe dirigente, in modo irreparabile! Il compito dell'intellettuale in questi frangenti non è quello di dire o di lasciare intendere il contrario. Piuttosto è quello di indicare ciò che è insulso e incitare il riso e l'odio popolari.

Massimo Messina ha detto...

Luigi, è doveroso qui indicare la seguente pagina web, che ti invito a visitare, per conoscere meglio il Rino Formica istituzionale, per poterlo giudicare con cognizione di causa:

http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=X%20Legislatura%20/%20I%20Deputati&content=deputati/legislatureprecedenti/Leg10/framedeputato.asp?Deputato=1d23510

Anonimo ha detto...

Io ho giudicato solo ciò che hai pubblicato.