sabato 19 maggio 2012

Il linguaggio come mezzo culturale e sociale

Gli animali selvatici, nel loro habitat cercano di captare i numerosi segnali che arrivano da ogni parte. I rumori possono rappresentare segno di pericolo o di selvaggina da cui trarre nutrimento. I rumori, gli odori, le grida, le impronte hanno un ben preciso significato che può essere idendificato sia dagli uomini che dagli animali. I segni che l'uomo invia ai suoi simili si possono utoilizzare per segnalare un'impronta o un segnale che gli altri non hanno capito. Ai segnali che si possono identificare in natura si è sempre sovrapposto nell'uomo il segnale per eccellenza. Questo segnale che solo l'uomo usa per comunicare è la parola... In origine il linquaggio era costituito da gesti e grida inarticolate. Man mano che i gesti convenzionali aumentavano cresceva anche l'attività cerebrale nell'uomo, permettendo un lento ma proficuo arricchimento nel linguaggio. Nasceva così la comunicazione intelligente dell'uomo. Possiamo notare che ancora oggi si usano mezzi arcaici di linguaggio nonostante che la cultura e i mezzi di comunicazione siano molto sviluppati. Capita, ad esempio, di annuire limitandoci ad abbassare la testa oppure (quando vogliamo indicare qualcosa) puntiamo un dito nella direzione voluta. Il linguaggio dei gesti si ostina a rimanere in vita per la semplice ragione che presenta dei vantaggi, a volte un solo gesto è molto più espressivo di un intero discorso. I bravi attori possono stare per ore sul palcoscenico dicendo con i gesti più che con fiumi di parole ciò che si vuole raccontare... Spesso il gesto e il segno sono espressione di tacita socialità. Il linguaggio non è soltanto una forma espressiva ma anche di civiltà. L'espressione diventa più umana con la parola e di conseguenza, con la lingua orale e scritta. Attraverso il linguaggio il singolo fa conoscere le sue idee e conosce quelle degli altri, si esprime e comprende i problemi dell'umanità. L'educazione linguistica non è soltanto strumento per acquisire il sapere ma è in primo luogo cultura e, altresì, educazione all'originalità e alla creatività. La lingua nazionale deve essere un'educazione alla comunicazione. Secondo il mio parere in nome di una cultura errata, si è commesso l'errore di sopprimere il dialetto. È opportuno che la coscienza nazionale non vada perduta perché attraverso le tradizioni e il folklore della propria terra si possono evidenziare i valori universali dell'umanità. All'orizzonte potrebbe profilarsi l'uomo nuovo veramente cosciente sia della propria storia che della propria personalità oggettiva ponendo le premesse affinché esso diventi cittadino del mondo...

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