venerdì 11 settembre 2009

Gli antimafiosi di professione

Sciascia ci indicò come rischio ciò che oggi è divenuto più che un rischio. Abbiamo infatti visto personaggi pubblici fare carriera politica in nome dell'antimafia o della lotta alla corruzione o della pulizia morale e così via, divendendo così inattaccabili agli occhi dell'opinione pubblica, ovvero divenendo idoli da idolatrare piuttosto che uomini con i quali condividere o meno le loro opere.

6 commenti:

Ricky ha detto...

A chi ti riferisci Massimo? A me pare che in questo parlamento non vi siano molte persone che hanno fatto dell'antimafia la loro ragione di vita e quelle poche (ad esempio l'on. Lumia) mi paiono tutto sommato brave persone. Mi sembra invece che in questo parlamento vi sia un forte contrasto a chi l'antimafia la fa per davvero, non solo a parole, ma anche coi fatti e con le intenzioni. Se invece ti riferisci al fatto che, spesso e volentieri, la mafia infiltra uomini suoi all'interno dell'antimafia (come ad esempio un recente caso di un imprenditore che denunciava gli esattori del pizzo quando in realtà pure lui era nel giro) allora è certamente vero. Ma a me pare che in questo paese serva più antimafia, non meno.

Massimo Messina ha detto...

Ricky,
di politici e politicanti da quell'articolo di Sciascia ad oggi ve ne sono stati tanti ed alcuni sono ancora lì. Orlando e Di Pietro mi sembra rispondono alle caratteristiche che evocavo, tanto per fare esempi. Serve di certo la lotta alle mafie ed alla corruzione in generale, ma che sia efficace e non demagogico-populistica.

Ricky ha detto...

Se mi dici Di Pietro non mi viene certo in mente per prima cosa l'antimafia. E comunque mi pare che sia sempre meglio uno che parla a favore dell'antimafia anche se poi non agisce fortemente in quel senso piuttosto che uno che parla apertamente a sfavore dell'antimafia. Comunque quel famoso articolo di Sciascia non fu poi molto azzeccato. Era appena iniziata la primavera di Palermo, la gente per la prima volta si risvegliava, i risultati di Falcone e Borsellino iniziavano a farsi vedere. Meglio i professionisti dell'antimafia che i professionisti dell'anti-antimafia.

Massimo Messina ha detto...

Ricky,
il fatto è che ogni idolatria porta in sé negative conseguenze, anche se l'idolatrato è un'ottima persona quale l'onorevole Lumia. La conseguenza è l'abbassamente della coscienza critica e la perdita di vista degli obiettivi concreti, dei problemi reali e delle soluzioni a tali problemi. L'Occidente è terra che vive quando è viva la coscienza critica e la ragione e muore quando al posto di ciò si mette qualcuno o qualcosa su un piedistallo o su un balcune affacciato alla finestra. Sciascia di tali rischi parlava e ciò che paventava accadde, ad esempio con Orlando a Palermo, visto che mi parli di primavera palermitana ed accadde anche a livello nazionale con Di Pietro dall'inizio dell'inchiesta Mani Pulite fino alla metà degli anni novanta. Nessuno avrebbe osato criticarlo e neppure ora nessuno lo critica veramente per ciò che di realmente dannoso ha provocato nella politica italiana. Ora lui, ad esempio, toglie consenso ad un PD ancora in alto mare e ed una sinistra fallimentare, quindi più che rafforzare l'opposizione contribuisce a demolirla! Dicevo che fino a quando Berlusconi, Veltroni, Bossi e Di Pietro sarebbero stati i protagonisti dello scenario politico, l'Italia sarebbe rimasta in pessime mani. Solo uno dei quattro è stato tolto. Quando pensiamo seriamente a sostituire gli altri?

Ricky ha detto...

Qui abbandoniamo il terreno dell'antimafia e sondiamo quello della politica nel suo senso più generale.
Premetto che sono d'accordo con te. I miti, i santoni non fanno per me, per lo meno finchè sono vivi e soggetti ad errori, da dopo morti si possono valutare meglio tutte le azioni e stilare un giudizio definitivo (ammesso che si conosca proprio tutto del personaggio). In ogni caso penso che se una persona fa qualcosa di ammirevole vada lodata, sia Di Pietro all'epoca di Mani Pulite, sia Lumia ora, che è una delle poche voci legalitarie del PD. Se poi sbaglieranno o agiranno in maniera che secondo me (o secondo te, o secondo chiunque altro) è sconveniente basterà dirlo, sperando che qualcuno ascolti. E se chi ascolta vuole a tutti i costi tapparsi le orecchie, pazienza. Mi dispiacerà per loro.
Per quanto riguarda l'azione politica di Di Pietro: se l'unica cosa negativa che fa è togliere consenso al PD o ai comunisti allora io dico che ci vorrebbero 10 Di Pietro. Cosa abbiano mai fatto di bene la sinistra comunista o il PD all'Italia o alla sinistra in generale non lo so. Se invece tu mi dici che Di Pietro è un populista, un balconaro esattamente come Berlusconi e che il modo di fare è quello ed è lontano anni luce da ciò che noi aspiriamo per una politica davvero responsabile e liberale allora sono d'accordo. Ma finchè le critiche si limitano al fatto che toglie consenso al PD penso che questo sia più un problema del PD che un difetto di Di Pietro.
Inoltre non sarei così sicuro come lo sei tu che, tolti quei quattro, l'Italia diventerebbe un paese migliore. All'orizzonte infatti si comincia a scorgere un nemico ben più imbattibile di Berlusconi (che la sinistra non ha mai voluto davvero battere) ed è il corpo resuscitato della DC, nella persona di Casini. Un leader inattaccabile per un partito delinquenziale, dogmatico, classista. Stiamo attenti.

Massimo Messina ha detto...

Ricky,
concordo in pieno, tranne che su come disegni i comunisti italiani (non mi riferisco soltanto al PDCI, ovviamente), Casini ed i democristiani. In loro vedo pregi e difetti. Un pregio dei comunisti italiani è stato quello di essere stati, insieme agli azionisti, i più tenaci antifascisti sempre. Un pregio di Casini è quello di essere stato un ottimo presidente della Camera, contrariamente a ciò che paventavo al momento della sua elezione. Un merito della DC possiamo dire fu di essere stata la maggiore forza politica a contrastare il pericolo di un totalitarismo comunista. Questi sono solo degli esempi. La realtà è sempre più complessa del modello attraverso il quale si vuole rappresentarla e poi, a dirla tutta, ancora credo che siamo oggi in un regime illiberale che ha molti elementi di analogia con il fascismo ed auspico e chiedo alle forze politiche escluse dal regime che si mettano insieme in un CLN antiregime. In tale CLN ovviamente dovrebbero stare anche i comunisti ed i democristiani. Solo avendo abbattuto il regime si potrà nobilmente tornare a fare politica anticomunista ed antidemocristiana, se sarà necessario.