mercoledì 19 dicembre 2012

Renzi e Bersani visti da Schlag


VEGGIO IL MEGLIO ET AL PEGGIOR M'APPIGLIO
di Schlag (04/12/12)

La resistenza al nuovo ed il culto dell'usato sicuro già venivano irrisi oltre 2000 anni fa da Tacito, che negli Annali commenta “Omnia, quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere!”(intendi: Anche le soluzioni, attualmente collaudatissime, in precedenza furono novità!).

Eppure tale comportamento è del tutto comprensibile non appena si pensi ai colossali sforzo e pericolo di tracciare nuove strade o rotte, insomma l'essere il primo a tentare il nuovo, a dirigersi verso l'America, sapendo ciò che si lascia ma non ancora ciò che si trova, (anche se, in quel caso, l'audace fu lautamente ricompensato, ma si sa bene che non é sempre così!)

Il tentatore Mefistofele é indubbiamente favorito dal fatto che Faust, gravato dagli anni, sta pensando al suicidio, talché non ha buone e forti àncore che lo trattengano da quell'avventuroso viaggio, metafora della vita tutt'altro che conventuale perché spesa nell'attraversare il mondo con tutte le sue insidie, per pervenire al bene pur avendo conosciuto il male.

Invece don Gallo – che ha visto Renzi sovrapposto a Mefistofele e cioé come un infiltrato tentatore di destra – ha potuto scrivere “Renzi mi ha davvero convinto: voto Bersani!”,

perché lo zoccolo duro (di nome e di fatto) della Sinistra, la forcaiola CGIL, i bistrattati pensionati ed i marxisti son ben lungi dalla succitata consapevolezza di Faust, ancora non si son resi conto di trovarsi nell'identica situazione della povera Eluana,

(né hanno ancora avuto la fortuna di incocciare un buon padre di famiglia come il di lei, che ha pietosamente staccato la spina!)

Gli inglesi, in simili casi, parlano del salto del gatto morto, Tasso dice (d'Argante) andava combattendo ed era morto! - mentre i marxisti non solo si ritengono ancora vivi e vegeti ma anche possessori delle soluzioni vincenti, pur se già fallite in tutto l'orbe terracqueo.

Il risultato é che la mia amata Sinistra si ritrova tra color che son sospesi, così meravigliosamente descritti da Brecht (mia la traduzione):

APOLOGO DELLA CASA IN FIAMME

Non molto tempo fa, vidi una casa bruciare:
le fiamme ormai arrivavano al tetto.
Vedendoci ancora gente dentro
mi avvicinai sorpreso e, dalla soglia,
li avvisai che ardeva tutto,
che si ponessero in salvo, e DI CORSA!

Ma quelli invece indugiavano. Uno mi chiese
- mentre ormai la vampa gli strinava le sopracciglia -
che tempo faceva, non é per caso che pioveva,
e che tirava vento, e c'era pronta per loro altra casa, eccetera.
Senza più rispondergli mi posi in salvo.
“Anche bruciando – pensai – questa gente farà domande sceme!”

“Amici! A chi – quando la terra brucia sotto i piedi -
non preferisca qualunque cosa all'indugiare,
davvero io non ho più nulla da dire!”

Così Gauthama il Buddha.



&

Intendiamoci: non avevo e non ho assolutamente nessun preciso capo d'accusa da lanciare contro Gigi - compagno progressista e sensato e nel passato eccellente ministro – se non quel fumus di una familiarità forse eccessiva (ma che assolutamente non posso escludere dovuta agli usuali rapporti politici) con insetti-inetti tipo Lusi, Penati, Tedesco, Del Bono,

insomma ed in genere, quel suo lungo attraversamento del troiaio politico – senza, come me, l'attenuante d'averci rappresentato l'ultima ruota del carro – situazione che rende scarsamente credibile un suo completo non coinvolgimento.

Non escludo che questa mia prevenzione sia dovuta ad un'amarissima vignetta – che mia madre mi mostrò quand'ero bambino: mentre – davanti ad un plotone di SS – due ebrei si stavan scavando la fossa, uno interrompe tale lavoro per alzare braccia imploranti al cielo, dove, su una nuvoletta, a Jahvé che sta guardando, San Pietro s'affretta a dire “Digli chiaro che non esisti, che ci fai una figura meno brutta!”

Oltre ad avere il culto della responsabilità, a me insomma piacciono i tipi maschi e che neanche provano a nascondersi dietro ad un fil di ferro, fino al punto che ho considerato sia molto evolutivo per gli Italiani che in sé ammirevole il metterci la faccia di Bettino, ed il suo shakespearianamente difendersi “Così fan tutte!”

Anche nel caso del sacco del Piano Sregolatore di Roma, io metterei le mani sul fuoco che Walter personalmente non si sia messo soldi in tasca.............però sicuramente non ha alzato neanche un dito per impedire ai suoi compari di farlo (così come sarebbe stato suo preciso dovere), tappandosi i sensi come le famose tre scimmiette.



Nella mala un tale comportamento è chiamato fare lo gnorri, fare il palo e, mentre posso anche giustificare il ladro – che impadronendosi del bottino dimostra semplicemente di amare sé più del sottoscritto derubato (però neanche odiandomi, semplicemente considerandomi la sua parassitata fonte di reddito) - 

simile comprensione non é rivolgibile anche verso uno gnorri, prima di tutto se da me pagato per tutelarmi e che poi – per apportarmi un danno non comprendente alcun suo beneficio - nei miei confronti, non può che provare negatività, autentico rancore, odio e disprezzo:

se amore con amor si paga, allora per legge di simmetria simili pali incominciamo a tagliarli - allons enfants! - e/o BRUCIARLI !

&

Il terrore del nuovo – che, insieme al dogma dell'usato sicuro, ha determinato l'attuale (02/12/12) errore della mia amata Sinistra - provoca in me altro hyperlink con la seguente storiella (GPG scusami, sit venia verbis (intendi: sia scusata la crudezza) ma quando ce vò ce vò!):

un ventenne derviscio cammellato avanza nel deserto infuocato da un terribile solleone; essendo giovane e terribilmente arrazzato - perché è oltre un mese che non ha sfogo sessuale - decide estemporaneamente di farsi la sua cammella: 

impugna una pala, sudando e sbuffando costruisce il necessario montarozzo, ci monta sopra ma – appena cerca di abbrancare da dietro la cammella – questa pudicamente si sposta d'una decina di passi; il derviscio, testardo ed in calore, reimpugna la pala,

ma quella vezzosa si ripete parecchie altre volte, finché questa indesiderata passeggiata non li porta in vista di un SUV, uscito fuor del tracciato della Parigi-Dakar, ed in cui giace una bella e giovane ma ormai agonizzante americana.

Rinviati i precedenti bollenti ardori, il derviscio la disseta, la schiaffeggia, la massaggia, finché la giovane non si riprende, spiegandogli che – uscita involontariamente dal tracciato alcuni giorni prima, ed essendosi il mezzo insabbiato, non soccorsa e finita l'acqua si era ormai rassegnata ad una morte atroce.

Il derviscio le dà anche da mangiare, poi con la cammella fà diversi viaggi recuperando sassi e rami di palma, scava sotto le ruote mettendoceli; poi, versando fiumi di sudore sposta tonnellate di sabbia, superficiale e smossa, fino ad assicurare un fondo più consistente a tutto il tratto che il suv dovrà attraversare per reimmettersi in pista;

infine fà tirare il suv, con l'americana alla guida, dalla cammella, lui stesso lo spinge possente fino a reimmetterlo in pista e finalmente s'accosta, per congedarsi, quasi ignudo e sorridente al finestrino:

il petto e le braccia sono scolpite dai muscoli, che il sudore ha reso lucenti, talché nel tramonto il bel giovane quasi appare un semidio: così non é solo per riconoscenza che l'americana - ormai avendo completamente recuperate le forse durante quel lungo lavoro,

ma anche piena d'ammirazione per tutta quell'alacre potenza lavorativa, impiegata in suo favore, e poiché quell'esibizione di maschilità le ha messo addosso un certo languorino – gli dice

“Mio Salvatore, bello e ruspante, io tutto ti devo, la vita, la salvezza - perché senza di te io sarei forse già morta di sete, mentre tra poco riprenderò salva la via verso la civiltà – ma non senza averti, prima e volentieri, ricambiato con TUTTO: chiedemi QUALUNQUE COSA!”

All'arrapato derviscio non par vero “TUTTO, ma .....proprio TUTTO ?!”

“SI', SI' SI'...... TUTTO !” – quasi urla l'americana ormai allupata ed incominciando a spogliarsi

“Allora ti dispiacerebbe reggermi 'sta cammella, per cinque minuti e vicino a quel montarozzo?!”



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