sabato 31 dicembre 2011
Un' opera concreta di detassazione
Siamo a Natale e certo non si spera che escano proposte concrete per questa città.La città come tutti noteranno è un groviglio di problematiche e di buchi in bilancio, da risanare, e questi debiti ovviamente cascano sempre sulle tasche ormai vuote dei contribuenti. Basterebbe soffermarsi sulle problematiche e cercare soluzioni pragmatiche, efficaci e liberali. Invece che una tassazione comunale che incide sul reddito di tutti i cittadini perché non spostare la tassazione all'ambiente e a chi lo inquina?Maddaloni è il territorio di varie fabbriche, molti in clima non molto legale con i regolamenti, una città circondata non da una vera occupazione aziendale ma da cave e impianti, in primis la Cementir che in questi giorni sta facendo tanto parlare, dopo aver regalato alla città un grande albero di natale e che i cittadini seri dovrebbero tranquillamente rispedire al mittente pretendendo ben altri "doni". Maddaloni stili un bilancio ed un elenco delle imprese presenti sul territorio comunale e di queste valuti il grado di inquinamento che immettono nell'aria, tassando queste quote di inquinamento. Carlo Lottieri che collabora con l'Istituto Bruno Leoni, ci ricorda che l'aria è un "bene" di cui tutti i cittadini sono proprietari, un bene privato di cuti tutti i cittadini sono co-proprietari e ogni agente inquinante è un aggressione verso i proprietari, in questo caso i cittadini di Maddaloni. Il comune stili questo bilancio e tassi, come risarcimento ai cittadini, le immissioni inquinanti. Questa è l'unica tassazione comunale che una politica autenticamente liberale e libertaria dovrebbe applicare a questa città. "Tassare chi sfrutta l'ambiente, con finalità di lucro, ed una delle principale regole in un sistema fiscale equilibrato, ciò non avviene nel nostro paese , dove imprenditori come Caltagirone, che con la sua Cementir, ha sventrato monti Tifatini, arricchendosi sulla salute dei maddalonesi e non solo, pagando un basissimo cannone d'affitto" ha dichiarato Luca Bove dei Radicali Caserta
L'ottica libertaria di Domenico Letizia
giovedì 29 dicembre 2011
Il geselliano Raucea
A seguire parte dell'email che ho appena spedito a Raucea per chiedergli cosa pensa del nostro blog e della mia intenzione di fondare un'associazione politica che abbia obiettivi geolib.
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sabato 24 dicembre 2011
Scritti di Domenico Letizia nella Biblioteca geolib
giovedì 22 dicembre 2011
Auguri da GeoLib - Blog geolibertario
lunedì 19 dicembre 2011
La mia quarta voce su Wikipedia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Demba Traoré (Markala, 29 agosto 1972) è un politico maliano. Dall'11 dicembre 2011 è Segretario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, essendo stato eletto a larghissima maggioranza durante la seconda sessione del 39° Congresso del suddetto partito, che si è tenuta presso l'Hotel Summit di Roma, dall'8 all'11 dicembre 2011 ed al quale hanno partecipato iscritti provenienti da 45 Stati del mondo.
"Sono molto commosso per la fiducia che è stata riposta in me e consapevole della grande responsabilità di questo incarico. Sono un convinto militante dei diritti umani e sui diritti umani questo Congresso detto parole importantissime. Adesso la priorità è tradurle in fatti e il Partito Radicale ha già ampiamente dimostrato di saperlo fare, ad esempio con la campagna contro la pena di morte e le mutilazioni genitali femminili", ha dichiarato Demba Traoré a Radio Radicale dopo essere stato eletto Segretario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito.
A candidare Traoré è stato Marco Pannella. Traoré è avvocato dal 1995. È stato parlamentare dell'assemblea nazionale del Mali dal 2002 al 2007, ricoprendo la carica di presidente della commissione giustizia e di giudice presso l'Alta corte di giustizia, competente su reati ministeriali e del presidente della Repubblica. Attualmente ricopre l'incarico di responsabile per le relazioni esterne ed istituzionali del Partito dell'Unione per la Repubblica e la Democrazia (che è la seconda forza politica del Mali).
Demba Traoré è stato relatore della commissione di revisione della legge elettorale e in qualità di avvocato ha vinto cause presso la Corte Suprema in materia di brogli elettorali che hanno avuto come esito l'annullamento di una serie di elezioni amministrative. Da anni è impegnato in campagne sociali e umanitarie, a partire da quella contro le mutilazioni genitali femminili e la pena di morte ed a favore dell'assistenza all'infanzia.
Traoré è membro del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito dal 2003. È di fede islamica, è sposato ed ha quattro figli.
sabato 17 dicembre 2011
Biblioteca geolib
Biblioteca geolib al momento contiene tre articoli, tutti scritti da Silvano Borruso.
Segnalo in particolare, data l'attualità del tema trattato, l'articolo FISCO: PRASSI E GIUSTIZIA, che potete leggere qui di seguito.
sabato 10 dicembre 2011
Legalizziamo l'Italia
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.
giovedì 1 dicembre 2011
La parola a Borruso
Il Sole 24 ORE pubblicò l'anno scorso un interessante articolo a firma di Riccardo Sorrentino che esponeva la moneta geselliana come concretamente usata nel passato ma più che altro in utilizzi attuali (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Tempo%20libero%20e%20Cultura/ventiquattro/2010/03/approfondimento-moneta-a-tempo.shtml). Secondo lei perché chi ne ha il potere non ha ancora pensato a usare una moneta nazionale a tasso d'interesse negativo per la circolazione interna affiancata all'euro, destinato invece agli scambi tra i 17 Stati della zona euro?
Oltre al potere ci vuole anche il volere, ma dopo aver saputo e capito. Non sta a me leggere nelle menti di costoro. Lo scopo di questo dialogo è di educare, così da poter fare capire la questione a coloro che un domani saranno in grado di eseguire ciò che è vero e giusto.
Il professor Gwyn Prins, economista e direttore del Mackinder Center (programma della London School of Economics che studia gli eventi economici nel lungo periodo), previde quattro anni fa la crisi dell'euro, spingendosi fino a teorizzare la fine dell’Unione Europea. In un'intervista fatta durante una sua recente visita a Roma e pubblicata da Panorama.it (http://blog.panorama.it/economia/2011/11/23/leuro-non-ha-futuro-meglio-divederlo-in-due-lintervista), Prins ha esposto la sua idea di dividere l'euro in due monete, una per i Paesi del nord e l’altra per i Paesi del sud, con un controllo sui tassi di cambio tra le due differenti valute. La divisione dell'euro in due monete permetterebbe ai Paesi del sud dell'Europa di non avere un tasso di cambio così pesante che impedisce loro di essere competitivi. Cosa pensa di questa proposta?
Non si risolve un problema sdoppiandolo. Il problema di base, cioè di tutte le monete portavalori di qualsiasi tempo e luogo, è che non permettono la stabilità dei prezzi all’interno e quella del tasso di scambio con una moneta straniera contemporaneamente. Uno Stato, infatti, commercia con un altro proprio perché le due economie differiscono. Ora né il Nord Europa ha una economia omogenea, né ce l’ha il Sud. Infatti, non ce l’ha neanche qualsiasi paese multiregionale. Ecco perchè nella Francia dell’Ancien Régime circolavano i méreaux, monete locali di cuoio, piombo, bronzo ecc. assieme alla moneta regia normalmente (data la superstizione di Creso) di metallo prezioso. L’unificazione della moneta nazionale in un paese economicamente eterogeneo (come l’Italia) è già un errore, e non di poco conto.
Da quanto tempo vive in Kenya?
Dal 1960.
Come vede l'Europa da italiano che vive in Africa?
Come una larva in decomposizione dal 1648, dopo che la pace di Westphalia ratificò le cinque pugnalate alle spalle della Cristianità inferte da Bodin, Machiavelli, Hobbes, Descartes e Grozio. Il discorso qui sarebbe lungo.
Perché ha scelto di insegnare in Kenya?
Motivi personali. Chi ne è curioso mi scriva personalmente.
Come è cambiato il Kenya negli ultimi decenni?
Dalla cosiddetta indipendenza ha ripetuto tutti gli errori commessi in Europa negli ultimi 200 anni.
Com'è cambiata l'Italia negli ultimi decenni?
Da paese sconfitto militarmente a paese sconfitto culturalmente, economicamente e politicamente.
martedì 29 novembre 2011
Riformare la RAI
Il referendum del 1995, tra l'altro, in questo senso andava. Sappiamo tutti benissimo che in Italia la classe dirigente (o meglio digerente) degli esiti referendari se ne frega allegramente, ma prima o poi bisognerà che ci rimettiamo sulla giusta carreggiata!
sabato 26 novembre 2011
Liberiamo l'acqua dall'ideologia
I manifestanti chiedono che a gestire le risorse idriche ed a distribuirle siano enti pubblici e quindi la manifestazione è sulla stessa linea dei due referendum sulla gestione dei servizi di pubblica utilità del 12 e del 13 giugno scorsi. È anche stata presentata una la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, che, come era prevedibile, continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari.
I manifestanti rimproverano agli enti locali che si erano già rivolti alla gestione privata (con l'eccezione del Comune di Napoli) di proseguire la gestione dei servizi idrici attraverso società private e rimproverano a tali società di non aver tolto i profitti dalla tariffa, come invece sembra debbano fare a seguito dei referendum. La verità è che queste società si sono rivolte ai loro legali, i quali stanno cercando soluzioni che permettano in pratica di continuare a gestire con profitto (ed in che altro modo può gestire un'azienda privata?) chiamando magari il profitto in altro modo, che so, "costo di gestione". Gli statalismi conducono necessariamente a tali tipi disonesti di soluzione del "problema" profitto.
La realtà che la scienza economica ci insegna è che il profitto è necessario e che non esiste sistema economico di società evolute che non abbia tale elemento, pur se un esperimento di dimensioni continentali (il socialismo reale) faceva finta di aver sottoposto gli strumenti produttivi nelle mani del proletariato e di aver così eliminato lo sfuttamento, il plusvalore, il profitto. La realtà era che il profitto era nelle mani dei burocrati del partito al potere, dei politicanti del regime. Capitalismo di Stato, infatti, è stato giustamente chiamato. D'altronde o il mercato è libero - e quindi le imprese sono in mano ai privati - o il mercato libero non è - e quindi le imprese sono sotto il controllo dell'autorità pubblica, ovvero nelle mani dei burocrati di Stato, di regime. Ci sono, ovviamente anche posizioni intermedie, che differiscono tra loro (e con le posizioni nette di cui sopra) nel grado di statalismo e nella scelta di quali settori debbano essere pubblici e quali privati. È semplice vedere che quanto più le varie attività (specialmente quelle più importanti) sono nelle mani del regime tanto più autoritaria sarà la società, al di là di quanto possano tali tipi di soluzioni essere inefficienti dal punto di vista economico.
I manifestanti a Roma, quindi, di fatto, manifesteranno per una società autoritaria. Mi si potrebbe obiettare che l'acqua non è un bene come gli altri ed io, da geolib, sono per la condivisione delle risorse naturali e tra esse c'è di certo anche l'acqua. Il fatto, però, che l'acqua (come qualsiasi altra risorsa naturale) debba essere condivisa e debba essere controllata da pubbliche autorità, che debba essere considerata di tutti, nulla c'entra con la gestione della sua distribuzione, la quale può benissimo essere nelle mani dei privati, laddove questi dimostrino di gestirla meglio di aziende pubbliche ed è ovvio che per gestirla dobbiamo permettere che ci sia un profitto per tali aziende private e magari aspettare un decennio prima di giungere a conclusioni le quali altrimenti sarebbero solo affrettate, dato che abbiamo una rete idrica, specialmente in alcune regioni italiane, che è un colabrodo e tale rete idrica è il risultato di secolare gestione pubblica.
Lungi da me non voler rispettare il risultato dei referendum scorsi, ma, siamo certi che gli esiti referendari giuridicamente impediscano la gestione privata? Entrambi i referendum erano stati formulati in maniera tale che difficilmente un onesto ed imparziale interprete ed esecutore della legge possa rispondere con facilità a tale quesito. Di certo, però, i quesiti referendari sono stati spacciati per una pronuncia pro o contro la gestione pubblica ed è innegabile che il corpo elettorale ha scelto per tale tipo di gestione e ciò non aiuta di certo a risolvere pragmaticamente i problemi delle nostre reti idriche. Anche su questo blog è stato sostenuto (http://nonviolento.blogspot.com/2011/11/sorella-acqua-italiani-traditi.html) che "Dopo il voto il governo doveva creare un nuovo meccanismo di regolamentazione delle tariffe dell'acqua per sostituire quello abrogato dal referendum". Ebbene non è affatto così, dato che i referendum in Italia sono solo abrogativi e la Corte Costituzionale non li ammette se l'eventuale suo esito positivo (l'abrogazione) conduce a vuoti legislativi. Quindi la legge già c'è ed è quella risultante dall'abrogazione già avvenuta e tale legge non impone al governo di creare alcunché.
I manifestanti di oggi non credo vadano molto per il sottile e vedono le esortazioni delle istituzioni europee all'Italia e le decisioni del governo Berlusconi (siamo ancora in attesa di conoscere quelle del governo Monti) in proposito di liberalizzazioni dei servizi di pubblica utilità come un male a prescindere. Tutto ciò possiamo leggerlo nella chiave delle resistenze popolari alle riforme ed i politici conoscono benissimo tali meccanismi e sembra non li contrastino affatto al punto che potremmo giungere a pensare che in realtà anch'essi le riforme non le vogliano affatto e quando fanno finta di volerle e solo per giocare un po' perché altrimenti si annoiano.
I manifestanti, poi, si lamentano di come i media non trattino affatto la questione e questo è l'unico loro argomento che condivido totalmente, poiché una crescita civica e sociale può esserci solo se c'è pubblico dibattito, se circolano le idee, anche quelle che considero sbagliate dei manifestanti di oggi, che vorrebbero più Stato, ovvero meno libertà e più inefficienza e sprechi. Inefficienza e sprechi che si pagano sempre, prima o poi, con l'imposizione fiscale, che in altre parole vuol dire ancora meno libertà.
La manifestazione di oggi, però, contiene un elemento di novità, rispetto alle altre, ovvero l'avvio della campagna di "Obbedienza Civile", che consisterà in azioni di autoriduzione delle tariffe calcolando tale riduzione sull'eliminazione del profitto che avrebbe dovuto esserci a seguito di uno dei due quesiti referendari. Per la prima volta, quindi, si vuol contrastare la gestione privata attraverso un atto nonviolento di affermazione civile, di obbedienza alla legge, che potrebbe (a seconda delle dimensioni e del rilievo mediatico che riesce ad assumere) condurre effettivamente alla ripubblicizzazione della gestione dei servizi idrici. Avremo in questo caso un'azione nonviolenta che conduce ad un rafforzamento del regime.
Ciò che più mi lascia perplesso è che i manifestanti parlano della gestione privata dei servizi idrici e del liberismo in genere come se quest'ultimo fosse imperante in Italia da molto tempo. Parlano di poteri forti che ci hanno condotto verso la crisi attraverso il liberismo ed affermano che si dovrebbe adesso invertire la rotta per ripubblicizzare acqua, servizi pubblici locali in genere e chissà quanto altro. Ma da quando sono passati nelle mani private le gestioni dei servizi idrici? Che risultati hanno ottenuto? Perché dovremmo decidere per tutte le realtà, anche quelle gestite da privati eventualmente virtuose? Perché lo Stato nazionale dovrebbe imporre ad una eventuale regione che ha avuto più pro che contro da tale tipo di gestione di tornare alle inefficienze, agli sprechi e ai disastri del passato?
mercoledì 23 novembre 2011
La riforma georgista in Wikipedia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'imposta sul valore fondiario (o imposta sulla valutazione di un sito) è un'imposta sul valore non lavorato della terra. È un'imposta ad valorem sulla terra che non riguarda il valore degli edifici, i beni mobili ed altri miglioramenti. L'imposta sul valore fondiario (IVF) è differente da altre tipologie di imposizioni patrimoniali, poiché queste ultime sono imposte sull'intero valore del bene immobile: risultante dalla combinazione di terra, edifici e miglioramenti del sito.
Sebbene l'efficienza di un'imposta sul valore fondiario sia conosciuta sin da Adam Smith, essa fu più notoriamente promossa da Henry George. Nella sua opera più venduta "Progresso e Povertà" (1879), George sostenne che il valore della terra è creato dalla comunità e quindi la sua rendita appartiene alla comunità.
L'imposta su valore fondiario è stata adottata a Taiwan (Repubblica di Cina), Hong Kong, Singapore, Russia ed Estonia, così come in alcune località della Pennsylvania (USA), nello stato australiano del Nuovo Galles del Sud ed a Mexicali, in Messico. Il governo della Repubblica d'Irlanda sta valutando l'introduzione di una IVF.
domenica 13 novembre 2011
Gesell, il Silvio che potrebbe risollevare l'economia
In breve, chi fu Gesell?
Silvio Gesell (1862-1930) fu il settimo di nove figli di madre vallona e padre prussiano, nato a Sankt Vith (in Belgio dopo la prima guerra mondiale). Negli anni 1880-90 andò a mercanteggiare in Argentina, dove la pratica mercantile gli suggerì la sua teoria, pubblicata per la prima volta nel 1906. Predisse la seconda guerra nel 1918, con un quarto di secolo di anticipo. Morì a Oranienburg (Germania) di polmonite.
Com'è venuto in contatto con il pensiero di Gesell?
Mi imbattei in Gesell a partire da una corrispondenza con un gruppo georgista (da Henry George, 1839-1897) nel 2001. Leggendo il suo Ordine Economico Naturale (nella traduzione inglese di Philip Pye) mi resi conto immediatamente di non essere in grado di confutarlo (eccetto che in questioni veramente minori). Onestà intellettuale volle che dovessi accettarlo.
Com'è nata l'idea di tradurre in italiano L'Ordine Economico Naturale?
Fu il contatto con un geselliano italiano che nel 2004 mi presentò ad una casa editrice romana ad invogliarmi a intraprenderne la traduzione. Ma nel 2010 quella casa editrice rinunziò a pubblicare, e Arianna Editrice accettò la mia offerta ai primi del 2011.
Esiste relazione - ed eventualmente qual è - tra capitalismo e libertà economica?
Definiamo i termini. "Capitalismo" vuol dire un sistema economico che favorisce la formazione di capitale, inteso come lavoro sottratto al consumo per aumentarne le capacità di produzione. Esempio: se, armato di un coltello affilato, mi addentro in un giuncheto e ne esco con un paniere, ho creato capitale che mi permette di aumentare la capacità di mani e braccia per portare carichi. Il paniere è una forma di capitale, risultato dalla destrezza nella lavorazione del giunco acquisita da qualcuno che ce l'aveva. Il coltello è anch'esso capitale, ma o barattato o comprato da chi l'aveva prodotto. Questo è capitalismo da lavoro, dato che solo il lavoro crea ricchezza.
Ma per "capitalismo", oggi, si intende capitalismo finanziario. Vediamone i termini.
Nel Regno Unito (lo cito solo perchè i dati sono di oggi) circolano 57 miliardi di contante e 2.200 miliardi di credito. Di questi 2.200 miliardi solo l'8% (176 miliardi) va alla produzione e il 92% alla speculazione (la situazione è simile praticamente dovunque). Dal che seguono tre conclusioni:
- L’elite che ha accesso a quel 92% di credito acquista vantaggi e privilegi indebiti sulla maggioranza che quell’accesso non ce l'ha.
- Se lo Stato fosse abbastanza forte da impedire l'emissione di quella montagna di credito, non solo non scalfirebbe minimamente l’economia di produzione, ma la favorirebbe, dirottando una pletora di parassiti verso un lavoro produttivo;
- Trasformando il contante in moneta geselliana, 600 milioni di codesto contante, circolando 400 volte in un anno, giustificherebbe i 233 miliardi di contante + produzione.
La risposta alla domanda è quindi che il capitalismo finanziario provvede sì libertà economica, ma per l'elite, e schiavitù per il resto. Il trattamento storico della questione ci porterebbe troppo lontano.
Il capitalismo vive una delle sue crisi cicliche. Negli studi di Gesell ci sono le ricette per superare tali crisi o addirittura per prevenirle?
Le ricette sono due: terra e moneta. Risolvendole, si risolvono tutti i problemi economici.
L'Unione Europea ha deciso di intervenire pesantemente in Grecia attraverso politiche economiche che difficilmente potranno risollevare l'economia greca ed adesso pure l'Italia è in un certo senso commissariata dall'UE nonché dal FMI. Quali sono, nel filone di studi geselliano, le misure alternative a quelle che tali organismi internazionali ci indicano?
Se Greci e Italiani conoscessero la loro storia recente, saprebbero che nei 50 anni dal 1865 al 1915 i due paesi fecero parte dell'Unione Monetaria Latina insieme a Francia, Belgio e Svizzera. Insieme alle monete nazionali, circolava nell'Unione un pezzo da 5 franchi a corso legale, con il quale si esportava e importava. L'eccesso o difetto di pezzi da 5 franchi denunciava uno sbilancio commerciale, da regolare modificando i prezzi all'interno. Questo sistema ovviava al perenne difetto di qualunque moneta portavalori, cioè di non potere stabilizzare i prezzi all’interno e il tasso di scambio all'estero contemporaneamente (proprio quel che accade con l'euro). Gesell descrive l'Unione nel suo libro. Se gli europei di oggi ripetessero l’esperienza dell'Unione di 150 anni fa, con 17 paesi invece di cinque, e con l'euro al posto del pezzo da 5 franchi, e dotassero le loro monete nazionali di tasso di interesse negativo come proposto da Gesell 100 anni fa, l'inutile crisi verrebbe risolta in questione di settimane. Non sarebbe affatto necessario "uscire" dall'euro come raccomandano tanti scalmanati. Basterebbe aggiungervi una moneta nazionale di stampo geselliano.
La Sicilia potrebbe adottare tali tipologie di scelte autonomamente ed indipendentemente dal resto d'Italia?
Come no! Allego uno scritto pertinente. Ma ci vuole un uomo di visione e di azione. C’è?
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L'Ordine Economico Naturale, in ebook (PDF o EPUB) è acquistabile a soli 4,90€ alla seguente pagina:
http://www.macrolibrarsi.it/ebooks/ebook-l-ordine-economico-naturale.php
venerdì 11 novembre 2011
SORELLA ACQUA- italiani traditi
La verità è che il referendum è stato strumentalizzato come voto pro o contro il governo, terminato questo suo scopo politico è finito l'interesse. Penso che il meccanismo del referendum andrebbe modificato, magari introducendo un tipo di referendum propositivo, non soltanto abrogativo e con la raccolta di un numero maggiore di firme. Comunque, sono sempre dell'idea che il referendum è un grande strumento di democrazia diretta che nobilita la politica e rilancia la partecipazione popolare. Forse è per questo motivo che viene snobbato dalla nostra classe dirigente.
Il tradimento della volontà popolare è forse il segnale più importante che i nostri governanti sono lontani anni luce dai problemi reali degli italiani. É l'unico modo per spiegare come mai questa estate il Presidente del Consiglio ha annunciato al popolo italiano “che va tutto bene e possiamo andare tutti in ferie” e poi due giorni dopo annunciare in parlamento che “bisogna saltare le ferie e varare provvedimenti d'emergenza”.
Adesso siamo all'epilogo del teatrino tragicomico, con le dimissioni forzate del Presidente del Consiglio. Mi auguro che tra le priorità del nuovo governo ci sia quella del prezioso e importantissimo liquido senza il quale non si può vivere.
lunedì 31 ottobre 2011
Stampa e regime
Comprendo che non esista l'editore puro, ma che almeno tale sia per il profitto, come ogni imprenditore, non sarebbe male... In tale ottica l'editore non ostacolerebbe mai il giornalista che gli fa vendere più copie del giornale, ad esempio, ma in Italia abbiamo il finanziamento pubblico per i giornali (non solo per quelli di partito) oltre che il finanziamento pubblico dei partiti, anche se ipocritamente adesso si chiama "rimborso elettorale"!
martedì 25 ottobre 2011
Disoccupazione di Stato
Cosa fa crescere l'occupazione se non eliminare i costi, le restrizioni, i lacci ed i lacciuoli burocratici che tutti i vari governi che si sono succeduti (e le istituzioni europee) hanno imposto sul lavoro e sulle imprese? Chi comanda continua purtroppo sulla scia di quest'andazzo, purtroppo anche nell'attuale stato di crisi, imponendo sempre più proibizioni, restrizioni, costi, pesi da mettere sulle spalle di chi lavora. La realtà è che alla classe dirigente non interessa che ci sia maggiore occupazione, avendo altre priorità.
Analizziamo un attimo il mercato del lavoro ed in particolare il costo del lavoro. Quest'ultimo è nel mercato del lavoro il suo prezzo. Il prezzo, in un economia di mercato, non è meramente ciò che l'acquirente paga ed il venditore riceve. Un prezzo stabilito dal mercato contiene in sé informazioni vitali per l'economia. Esso riflette, infatti la scarsità del bene e ciò vale anche per la forza lavoro.
Un prezzo di mercato risulta dal costo marginale, cioè dai costi per procurarsi un'ulteriore quantità del bene in questione. Il prezzo di mercato deriva anche dal massimo ammontare che l'acquirente è disposto a pagare per averne un'ulteriore quantità. Il prezzo di mercato si fisserà così nel punto in cui il costo marginale sarà pari all'utilità marginale.
Quando chi comanda stabilisce imposte sul lavoro (come su qualsiasi altro bene), tali imposte aumentano il prezzo per gli acquirenti, riducendo il guadagno per i venditori. Così il prezzo distorto che ne deriva non dipende più dal bilanciamento tra scarsità e desideri. I compratori pagano di più ricevendo meno dalla compravendita ed alcuni compratori rinunceranno a comprare.
Le imposte sul lavoro quindi aumentano il costo del lavoro (scoraggiando così i datori di lavoro ad assumere) e diminuiscono il compenso dei lavoratori (scoraggiando così chi può permettersi alternative al lavoro stesso, come l'essere mantenuto da familiari o altre fonti di sussistenza). Tra l'altro, deprimendo così il mercato del lavoro, le imposte stesse conducono a gettito che va man mano a diminuire. Il legislatore, quindi, se veramente interessato al pieno impiego, dovrebbe sostituire le imposte sul lavoro con imposte sulla rendita fondiaria, poiché essa non viene scoraggiata dall'imposizione fiscale, e da imposte sulle attività inquinanti, che provocano un miglioramento dell'ambiente in cui viviamo.
In un libero mercato del lavoro la forza lavoro sarà impiegata fino al limite della volontà dei lavoratori. La forza lavoro, inoltre, è una merce che ha la particolarità che può direzionarsi verso l'autoimpiego, ma quanti non iniziano un'attività in proprio o la iniziano per poi abbandonarla poco tempo dopo a causa delle troppe norme che disciplinano l'imprenditorialità? Così lo Stato causa disoccupazione di massa, mentre i suoi rappresentanti dicono di contrastarla. Sarebbe divertente se non fosse una tragedia sociale.
sabato 15 ottobre 2011
Il radicale caprio espiatorio
Scusate... Mi sembra per lo meno ridicolo... Mentre il Paese va a scatafascio prendersela con un pezzo dell'opposizione senza il quale l'Italia si impoverisce!
domenica 25 settembre 2011
Palestina libera... dalle bugie innanzi tutto!
giovedì 8 settembre 2011
Il matrimonio omosessuale nel nostro ordinamento giuridico
La sentenza è semplicemente sbagliata sia in termini giuridici che in termini etici, poiché l'articolo 3 della Costituzione è esplicito e chiaro mentre il divieto di matrimoni omosessuali semplicemente non esiste nel testo e nella ratio delle leggi sul matrimonio del nostro ordinamento. Affermando che quando fu scritta la norma non si pensava alle coppie omosessuali la corte si permette di introdurre nel nostro ordinamento una norma che non esiste né nel senso letterale del testo né il alcun altro senso se non in nome di qualcosa per lo meno opinabile: ciò che pensava il legislatore all'epoca in cui emanò la norma. Neppure la Costituzione, ribadisco, dà una definizione di famiglia, così che qualsiasi famiglia, anche quella dei miei tre zii scapoli che hanno convissuto tutta la loro vita insieme nella stessa casa, abbia la stessa dignità di una famiglia composta da una coppia sposata con figli o di una coppia sposata senza figli e per coppia intendo sia omosessuale che eterosessuale. Proprio per evitare qualsiasi discriminazione ingiustificata e tutelare al meglio la famiglia fondata sul matrimonio come società naturale (usando i termini della nostra Costituzione) abolirei tutte le norme che riguardano il matrimonio ferma restando la tutela giuridica nei confronti dei minori.
lunedì 5 settembre 2011
Democrazie reali
sabato 20 agosto 2011
Entriamo e cambiamo questo PD!
Da una mia ulteriore lettera a Gim Cassano, presidente di Alleanza Lib-Lab.
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Per me questo PD proprio non va, essendo sintetici ed eufemistici, ma proprio per questo auspico un ingresso organizzato delle forze laiche di sinistra nel partito per cambiarlo e per indirizzarlo verso metodi liberali ed obiettivi liberalsocialisti o, meglio, geolibertari. Sinceramente mi chiedo quanto sia fattibile questa mia idea, ma non ne vedo di alternative, poiché quella di creare una quarta gamba nel centrosinistra che conti qualcosa mi sembra attualmente ancor più velleitaria della mia, oltre che immagino che sarebbe una quarta gamba inconcludente nel caso si realizzasse.
Quand'anche si riuscisse a portare qualcuno in parlamento, che risultati in termini di riforme si otterrebbero? Temo nessun risultato! Secondo me quello che manca a tutto il centrosinistra è una visione del mondo e studi specifici sui singoli temi che conducano a riforme che siano nel segno di tale visione del mondo. La visione del mondo che secondo me farebbe bene al centrosinistra è quella geolibertaria, che coniuga in sé le istanze liberali, quelle socialiste e quelle ambientaliste.
Non riesco a notare alcuna differenza di fondo, nessuna differenza di valori tra i filoni politici socialista, liberale di sinistra, neoazionista, radicale, repubblicano per come si ritrovano attualmente. I socialisti italiani sono anche liberali e repubblicani. I liberali di sinistra sono repubblicani e non mi sembra propongano politiche diverse da quelle socialiste. I neoazionisti hanno di certo caratteristiche peculiari, ma pure certamente sono liberalsocialisti, radicali e repubblicani. I radicali affermano di essere socialisti, liberali, azionisti e repubblicani. I repubblicani affermano di essere liberali. Per me così diventa quasi abbastanza indifferente iscrivermi ad Alleanza Lib-Lab o ai Socialisti Uniti PSI o al PSI e così via. La differenza per me sta nell'apertura mentale dei dirigenti di queste varie forze e di conseguenza nelle azioni politiche come possono essere le concrete e specifiche riforme.
lunedì 8 agosto 2011
Rivitalizziamo la chiesa!
Ritengo che la chiesa tutta dovrebbe risollevarsi e risintonizzarsi con lo Spirito Santo. Quelli che più credono di fare ciò (i carismatici del Rinnovamento nello Spirito), sinceramente, mi sembrano i più lontani da ciò a cui intendo riferirmi. Quando leggo la Bibbia trovo in essa l'esortazione a vivere più intensamente la mia fede ed a cercare la chiesa, la comunità dei fedeli, che non trovo, solitamente, nei bigotti che frequentano le varie chiese. Per questo credo che questi ultimi dovrebbero uscire dalle chiese ed ascoltare il mondo, cercare di cogliere i segni dei nostri tempi e di tradurre in lingua contemporanea la propria fede in maniera che anche chi si sente lontano dalla fede possa vedere essa come qualcosa di attuale, di vivo e non di stantio.
domenica 7 agosto 2011
Regolarizziamo gli scafisti
C'è molta, troppa sofferenza nel mondo e ciò che mi spiace di più è che molta di questa sofferenza potrebbe essere evitata, in teoria... Potrebbe essere evitata se solo ci si organizzasse. Non parlo solo delle grandi tragedie, ma anche di esse.
Prendiamo ad esempio ciò che succede in Somalia. Ci sono osservatori internazionali che prevedono certi sviluppi che puntualmente si avverano ed alcuni di questi osservatori indicano delle soluzioni che se fossero adottate da coloro che prendono le decisioni a livello globale eviterebbero certe tragedie.
Anche le riforme non attuate in Italia, anche se non siamo a livello della Somalia, sono attuabilissime se solo chi comanda le facesse. Alcune di queste sono popolari (come i tagli ai costi della politica) altre sono meno popolari, ma in ogni caso se si prendessero decisioni con autorevolezza i più finirebbero per accettarle e sarebbero benefiche per le future generazioni...
Quanti e in che modo stanno morendo attraversando il canale di Sicilia? La maggior parte di loro paga un sacco di soldi per un viaggio che li porterà probabilmente dritti verso una morte orrenda eppure fanno lo stesso quel viaggio... Quanti di essi sarebbero lavoratori a buon mercato se gli investitori investissero nel Nord Africa? Perché non si investe nel Nord Africa? Perché c'erano i dittatori ed adesso che i popoli arabi si stanno sollevando contro i loro dittatori l'Occidente tutto dovrebbe fare come fece nei confronti dell'Est Europa quando crollarono i regimi comunisti. Invece, per semplice razzismo, tutto ciò non accade. Si potrebbe, almeno, incentivare e regolamentare il business degli scafisti permettendo di trasportare i clandestini se sottostanno a regole di sicurezza basilari. Fare dei traghetti, insomma, che regolarmente, quotidianamente ed a prezzi accessibili permettano a questi disperati di venire qui (e tornare indietro). I molti che verrebbero qui potrebbero altrettanto facilmente tornerare indietro ed anche quelli che non tornerebbero sapendo che il traghetto c'è sempre eviterebbero di venire tutti insieme e tutti d'estate. Di certo il canale di Sicilia finirebbe di essere il loro cimitero. La verità è che qui in Italia la gente comune ha paura dell'immigrazione perché nessuno rispetta le leggi e chi nulla ha da perdere la rispetta ancora meno. Negli USA ancora oggi l'immigrazione non fa paura perché la legge viene rispettata poiché le pene sono tempestive e severe per chi la trasgredisce.
domenica 31 luglio 2011
Perché non mi iscrivo ad Alleanza Lib-Lab
Dalla mia lettera di risposta a Gim Cassano, presidente di Alleanza Lib-Lab, che mi ha chiesto di iscrivermi alla suddetta associazione.
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Gli scopi di fondo dell'associazione Lib-Lab sono i miei stessi scopi e molte delle tue valutazioni sono le mie stesse valutazioni sull'attualità politica. Però non comprendo che differenza possa fare la mia adesione o meno all'associazione piuttosto che l'iscrizione al PSI o ad altri soggetti del socialismo liberale, democratico, riformatore o ad altri partiti e partitini più o meno democratici, laici, liberali, radicali e/o ambientalisti. Esistono ormai in Italia socialisti che non sono anche liberali? Esistono liberali di sinistra che non intendano con le loro proposte politiche non rispondere alle istanze di giustizia sociale proprie del movimento socialista?
domenica 12 giugno 2011
Gratta gratta...
Riguardo i chierici, con tutto il rispetto... Nel Vangelo viene ben spiegato che il più autorevole è chi è più umile. Questo avrebbero dovuto essere i preti ed i vescovi: servitori del popolo dei fedeli, non loro padroni! E se chi dovrebbe essere servitore si fa padrone, monarca assoluto ed infallibile (questo è il papa per il Vaticano e per la chiesa cattolica romana) allora noi tutti popolo della chiesa dovremmo fargli notare che ha sbagliato di certo qualcosa, non riverirlo ossequiosamente! Rispetto chi fa il più umile mestiere o è un disoccupato più di quanto rispetti chi impone gioghi che non riesce a portare egli stesso, come quello dell'obbedienza. Obbedisce il papa al Vangelo? Allora si faccia servo di tutta la chiesa, ascoltandola e cercando di comprenderla, piuttosto che scomunicare chi ama e solo per questo viene scomunicato. Il secolarismo di cui spesso si parla in ambienti ecclesiastici lo noto proprio osservando il Vaticano!
sabato 11 giugno 2011
Votiamo
Huawei E173
lunedì 6 giugno 2011
Il referendum sul nucleare
sabato 4 giugno 2011
Il divino dentro noi
Non nego e neppure affermo l'esistenza di un essere divino personale, poiché ritengo che il cuore della mia religione sia ben altro.
Esistono diversi punti di vista e tutti sono utili, ma bisogna intendersi sul linguaggio che si parla per comprendersi. La scienza indaga, vede, studia, esamina i fenomeni in una maniera diversa dalla religione o dalla filosofia o dalla poesia.
giovedì 2 giugno 2011
I quesiti referendari del 12 e 13 giugno prossimi
Ecco i quattro questiti referendari
Quesito 1 - Scheda di colore rosso
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica
Il quesito prevede l'abrogazione delle norme che attualmente consentono di affidare la gestione di servizi pubblici locali a operatori privati.
Questito 2 - Scheda di colore giallo
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito
Il quesito propone l'abrogazione delle norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l'erogazione dell'acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione per il capitale investito dal gestore.
Questito 3 - Scheda di colore grigio
Nuove centrali per la produzione di energia nucleare
Il quesito propone l'abrogazione della norma che prevede la realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.
Quesito 4 - Scheda di colore verde
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n.51, in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n.23 del 2011 della Corte costituzionale
Il quesito propone l'abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n.23 del 2011 della Corte costituzionale.
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Sono orientato a votare "no" ai primi due quesiti e "sì" ai restanti due.
Per saperne di più sui quesiti ecco la pagina web che ci indica tutti gli appuntamenti televisivi e radiofonici informativi della RAI sui quattro quesiti referendari:
http://rumors.blog.rai.it/2011/05/27/la-rai-per-i-referendum
Qui di seguito la pagina web del televideo sui quattro quesiti:
mercoledì 25 maggio 2011
Pregiudizi
lunedì 4 aprile 2011
I giovani arabi e noi
domenica 27 febbraio 2011
Spirito libico
Bisogna cancellare unilateralmente il trattato, immediatamente! Come occidentali dobbiamo immediatamente sostenere tutti i rivoltosi, perché altrimenti l’aiuto lo avranno dall’Iran, dalla Turchia e dagli estremisti islamici ed allora avremo veramente il nemico alle porte ed i popoli arabi saranno passati dalla padella alla brace.
venerdì 25 febbraio 2011
Scomode verità nel tempo della globalizzazione
Raffaella Milandri con una donna boscimane |
Se vi è una tutela governativa - come il Forest Right Act in India per esempio - che li protegge, essa viene spesso infranta; in altri casi, non esiste tutela o non sono censiti dal Governo, come i Pigmei del Camerun. Un caso esemplare è quello dei Boscimani del Kalahari: nella terra assegnata loro dal Governo del Botswana nel 1961, sono stati trovati ricchi giacimenti di diamanti e nel 1997 è iniziata una deportazione di massa, con chiusura dei pozzi d'acqua sulle loro terre. Unico loro desiderio ritornare "a casa" nella loro terra nel deserto. Essi hanno vinto un paio di cause contro il governo, il loro caso è una conclamata violazione dei diritti umani, eppure nulla accade, anzi si aprirà a breve una ennesima miniera; i diamanti hanno portato un surplus nelle casse dello Stato.
Cosa fare? Prendere atto, sensibilizzare l'opinione pubblica per proteggere vite umane nonchè culture antiche, usanze, costumi e linguaggi unici patrimonio dell'Umanità.
E far sì che l'Italia aderisca alla ILO 169, una convenzione internazionale dell'ONU a favore dei diritti dei popoli indigeni. Un grande segno di civiltà e sensibilità che l'Italia può dare, raccogliendo un grido di dolore che è quello della Natura stessa.
Raffaella Milandri si impegna in campagne informative e di denuncia attraverso foto, filmati e interviste . Attraverso mezzi di comunicazione e social network lancia appelli, raccoglie firme e missive di denuncia da inviare a Organizzazioni internazionali, Presidenti e Ministri di diverse nazioni, tra cui Sonia Gandhi e il Commissariato per l’eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell’ONU. Svariate sue foto sono state donate per aste di beneficenza e raccolte fondi a fini benefici.
venerdì 14 gennaio 2011
Il mondo del lavoro
In Italia nessuno investe sui giovani, che entrano nel mondo del lavoro... Ma tutto ciò è comprensibile: perché investire su chi verrà escluso, e per decenni anche, da qualsiasi processo decisionale? Purtroppo la società italiana è ingessata e nessun giovane può farcela in quasi nessun settore se non lecca il culo a qualcuno per decenni! Ci sono settori, però, dove non è così e dove la meritocrazia la fa da padrona ed i giovani possono anche in breve tempo arrivare ai ruoli chiave. Ecco qual è il punto, secondo me: piuttosto che piangersi addosso cercare di rimboccarsi realmente le maniche e lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi, cercando di lasciare il mondo intorno a sé un po' meglio di come l'abbiamo ricevuto da chi è venuto prima di noi. In un sistema meritocratico come quello di cui parlo, però, il "reddito fisso" non ha alcun ruolo, poiché meritocrazia, appunto significa che se sei più bravo guadagni di più, se lo sei meno guadagni di meno! La maggior parte di quelli che fanno progetti di "medio-lungo periodo" al mondo non hanno alcun reddito fisso e non vivono di certo alla giornata. Certo che ci sono ampi settori in cui è auspicabile che il lavoratore abbia il suo regolare stipendio fisso, ma tali lavoratori vorrei che partecipassero anche maggiormente alle sorti della loro azienda, ad esempio attraverso un meccanismo che faccia sì che una parte della retribuzione venga direttamente dagli utili d'azienda, poiché l'emancipazione delle classi lavoratrici passa anche attraverso il superamento del mero reddito fisso, ma non, ovviamente, sempre al ribasso! Riguardo le tutele, poi, sono diritti solo se sono universali, ovvero se riguardano tutti i lavoratori di tutti i settori, altrimenti si chiamano privilegi.
mercoledì 12 gennaio 2011
Discussione "surreale" (e clericale) alla Camera
Perché molti deputati che stanno intervenendo se la prendono con il laicismo??? Che c'entra il laicismo??? Sono forse i laicisti ad uccidere i cristiani? Dove? E poi, che sarebbe 'sto laicismo? Chi sono questi assassini laicisti?
Ogni scusa è buona per avanzare con il clericalismo: questa è l'impressione che danno, compresi i democratici Fioroni ed il membro dell'IdV Orlando! Per non parlare, ovviamente, del pidiellino Pagano e di Buttiglione.