venerdì 14 maggio 2010

Cattolicesimo dissenziente e scisma sommerso

Il cristianesimo tutto è una catastrofe! Non credo che il dissenso cattolico sia inefficace, però, poiché allo scisma sommerso partecipano praticamente tutti i cattolici, ma ancora non se ne rendono conto. Che i preti si sposino o meno, credo, sinceramente, che siano letteralmente cazzi loro. Che facciano sesso con persone dello stesso o dell'altro sesso sono pure, ovviamente, cazzi loro. Che la gerarchia cattolica sia una setta omofoba è problema purtroppo di tutti, poiché discriminano dentro la chiesa gli omosessuali (non quelli che si fanno preti, però!) e fanno opera politica per discriminare anche all'esterno della chiesa e purtroppo ci riescono pure.

Ciò che rende cattolico qualcuno non è se fa sesso o meno prima del matrimonio. Praticamente tutti, dissenzienti o sedicenti obbedienti al Vaticano, fanno sesso prima del matrimonio! Allo stesso modo non è abortire (che comunque è una tragedia in sé) che rende una donna fuori dal cattolicesimo! Chiunque pensi qualcosa del genere è egli al di fuori del cattolicesimo. Gesù ed i padri della chiesa parlavano di farsi le seghe o non farsele? Sono tutte cose che il potere ha inventato ed usato, insieme con la confessione auricolare, per rendere il popolo schiavo, a mio modesto avviso. Il Vangelo è altro, il Vangelo è contro il potere. Tanto è vero che il potere (quello ecclesiastico e quello politico in collaborazione) ha crocifisso un falegname predicatore rabbino e guaritore ebreo facendone poi una divinità, invece che seguire il suo divino messaggio. La gerarchia della chiesa cattolica è potente ed il cattolicesimo dissenziente vuole proprio, invece, sganciare la chiesa dal potere.

18 commenti:

Unknown ha detto...

penso che il celibato dei preti riguardi non solo i preti, ma tutti noi. Infatti credo che richiedere il celibato, richiedere la castità, richiedere di non fare figli etc. al fine di ottenere qualsiasi altra cosa (il sacerdozio o altro) sia una faccenda anticostituzionale, poiché in violazione di diritti non negoziabili. Dal mondo politico dovrebbero venire ammonimeti di questo genere. Non nascondiamoci dietro la vuota espressione "libera chiesa in libero stato", perché per quanto l'espressione possa suonare bene, essa non può escludere un possibile conflitto, a qualche livello, tra le due entità, di fronte al quale dobbiamo stabilire delle priorità, e queste non possono essere altre da quelle costituzionali, mi pare.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
ritengo interessante il tuo approccio, pur se non lo condivido. Quali sarebbero i "diritti non negoziabili" lesi dal celibato dei preti? La loro non negoziabilità è secondo te attuale principio costituzionale o credi che sia principio ancora da introdurre in Costituzione? Nel primo caso quali sono gli articoli che normano questa non negoziabilità?
Rimango per la formula "libera chiesa e libere chiese in libero Stato". La Costituzione, dal mio punto di vista, deve limitare principalmente il potere politico e stabilire norme a tutela di minori e assimilabili a minori. Tutto il resto per me è negoziabile, pure l'omicidio, sotto determinati controlli pubblici. Se convieni con me che l'eutanasia è un diritto, come puoi pensare che non possa essere diritto scegliere il celibato per poter fare il prete, posto che da cristiano penso che il prete debba essere sposato, come richiede la Bibbia, e magari dovrebbe essere un eccezione il prete celibe.

Anonimo ha detto...

Caro Massimo,
risponderò alle tue domande al più presto, al momento sono incasinato. Nel frattempo, puoi chiarirmi l'analogia tra il diritto all'eutanasia e la faccenda del celibato dei preti.

Massimo Messina ha detto...

Luigi,
scrivevo che se uno ha il diritto di farsi uccidere da un medico, perché non dovrebbe avere anche il diritto di obbedire a chi gli impone il celibato per essere prete? Se può disporre di qualcosa di così grande come la vita (togliendo la quale ci troviamo di fronte a qualcosa di difficilmente pensabile come reversibile), perché non può legalmente scegliere la sua castrazione affettiva?

Anonimo ha detto...

Io però non ho messo in discussione la libertà di accettare il celibato per diventare prete. Metto in discussione la libertà di porre quelle condizioni.

Facendo un esempio, non metto in discussione la libertà di schivare le pallottole o di riceverle, metto in discussione la libertà di scagliare pallottole contro qualcuno.

Quanto alle questioni costituzionali. Non posso fare altro che limitarmi ad osservare che non ci sono ambiti (dal lavoro ad altro) in cui richieste come il celibato o l'astinenza sessuale (al fine di ottenere un posto di lavoro o altro) non possano essere oggetto di controversia giuridica a discapito di chi quelle richieste pone.

Massimo Messina ha detto...

Perché dovremmo vietare per legge la libertà di porre la condizione del celibato per essere dichiarato prete da una qualsiasi chiesa? Se gli appartenenti a quella chiesa pongono quella condizione ai loro sacerdoti perché dovremmo imporre loro sacerdoti sposati?
Se scagli pallottole non lasci molto libero colui che prendi di mira, se gli dici "per essere mio prete devi essere celibe" egli potrà scegliere di fare altro nella vita, magari si cerca un'altra comunità in cui si vogliono, o comunque si accettano, preti sposati e se non ne trova se ne potrà ben fare una ragione. Non trovo legittima una sua eventuale richiesta affinché lo Stato intervenga per farlo divenire pastore di anime che non lo ritengono degno per tale compito.
L'analogia che fai con il mondo del lavoro mi pare azzeccata. Pensi che tali intromissioni nella libera contrattazione tra individui siano costituzionali a norme vigenti? Quali articoli della Costituzione normano in tale sciagurato senso? Aboliamo queste leggi stupide e violente?

Anonimo ha detto...

Ma io non ho sostenuto che bisogna imporre alla chiesa uomini sposati. Io sostengo che bisogna imporre alla chiesa uomini liberi di sposarsi o non sposarsi. Il che è diverso.

Massimo Messina ha detto...

Perché dovremmo "imporre alla chiesa uomini liberi di sposarsi o non sposarsi" come pastori di anime che non li seguirebbero? Se qualcuno pretende che il suo parroco per essere tale sia celibe (idea sbagliata ed anticristiana, ma prevalente tra i clericali), perché non deve poterlo avere come lo vuole?

Anonimo ha detto...

perché qualche chiesa potrebbe anche configurarsi in modo tale che i propri fedeli non seguirebbero sacerdoti che non fossero fisicamente castrati

Massimo Messina ha detto...

Cazzi (o forse meglio "non cazzi") loro!

Anonimo ha detto...

Sono cazzi di tutti, caro massimo.

Massimo Messina ha detto...

Concordo, ma non per questo voglio che lo Stato si intrometta nella libera contrattazione tra le parti.

Anonimo ha detto...

Ma se sono cazzi di tuuti, quale migliore istituzione, se non lo Stato, potrebbe intervenire. Hai detto bene prima, per te sono cazzi loro. Non puoi stare con un piede su due staffe.

Massimo Messina ha detto...

Lo Stato deve intervenire eccome. Se uno vuole essere prete di una comunità che pretende tra i requisiti dei suoi preti la castrazione lo Stato deve impedire che tale comunità abbia preti non eunuchi. Nel caso in cui si scoprisse che un non eunuco ha fatto credere di essere tale per ottenere il sacerdozio un qualsiasi suo parrocchiano potrebbe citarlo in giudizio per truffa.

Anonimo ha detto...

Immagino anche che se un contratto prevede che io mi faccia squartare (con conseguente passaggio a miglior vita) onde prelevare organi da trapiantare in cambio di una quantità più o meno enorme di quattrini che il beneficiario del trapianto si impegna a versare alla mia famiglia, e magari al momento di passare a miglior vita cambio idea, immagino che secondo te lo Stato dovrebbe intervenire a sanzionarmi.

Potrei continuare all'infinito a presentarti situazione vieppiù infernali. Sono convinto che il tuo atteggiamneto non cambierebbe di una virgola, perché è il tipico atteggiamento dell'ideologo.

Io, che non sono un ideologo (infatti sono un filosofo), vedo che le situazioni infernali che possiamo rappresentarci valgono come reductio ad absurdum dei principi. Fosse anche un tale principio ciò che chiamiamo principio di libertà, invece di accettare l'inferno, procederei a modificare, limitare, condizionare ciò che produce gli inferni.

Nella fattispecie, il principio di libertà dovrebbe essere concepito in modo tale da implicare l'impossibilità di negarlo. vale a dire, non ci possono essere contratti di nessuna natura attarverso cui io rinunci alla mia libertà (al suo nocciolo duro), e alla mia vita, all'integrità del mio corpo (del suo nocciolo duro), contratti in cui mi faccio uccidere, contratti in cui rinuncio al mio voto politico etc.
Se volessimo dire le cose enunciando un principio generale, potremmo dire: Non possiamo ammettere contratti che implichino la schiavitù. Alla persona che volesse diventare schiavo, dovremmo dire, molto semplicemente e in amicizia: NON PUOI!

Massimo Messina ha detto...

Caro filosofo,
farsi squartare non mi pare che sia la stessa cosa che impegnarsi a non sposarsi e neppure è uguale alla castrazione. Non ho parlato di sanzioni neppure per il caso di violazione di contratti che ritengo leciti, immagina se parlo di sanzioni su contratti che anch'io reputo illeciti. Non credo che l'autonomia contrattuale non abbia limiti! Immagini quindi male, molto male ed hai convinzioni erronee sul mio "atteggiamento dell'ideologo".
Riguardo i principi, però, cogli qualcosa di giusto. Negli Stati Uniti chiamano il Partito Libertario il partito dei principi ed anche i libertari Radicali Italiani tutti sanno che sono partito di principi. Essere un libertario di tale tipo, però, non mi conduce ad accettare l'inferno di cui parli, anzi! Poiché condivido in pieno le tue parole in proposito: "il principio di libertà dovrebbe essere concepito in modo tale da implicare l'impossibilità di negarlo".. Una chiesa che pretenda che i suoi preti siano eunuchi viola tale principio? Non mi pare, poiché si può divenire eunuchi per diverse cause. Contratti in cui ci si impegna a farsi castrare violano sì il nostro principio libertario. Contratti in cui ci si impegna a farsi uccidere mi sembra siano in chiara e totale violazione del nostro principio. Contratti in cui ci si impegna a non votare non mi pare che violino il nostro principio, per come lo intendo io.
Riguardo il contratto di schiavitù, bisogna vedere che si intende per "schiavo". Se si intende qualcuno che non abbia il diritto di mutare la sua condizione e sul quale il suo padrone ha una totale disponibilità come la si può avere su una cosa allora condivido la tua osservazione, ma non sempre nella storia per "schiavo" (o "servo") si è inteso ciò che ho appena scritto.

Unknown ha detto...

Ti preferisco però quando fai l'ideologo, almeno puoi essere, in alcuni casi, divertente.

Massimo Messina ha detto...

Luigi
mi spiace non riuscire sempre a divertirti, anche se è uno tra gli scopi di questo blog!