Eccovi la sedicesima puntata dell’intervista geolibertaria, con domande di Dario Farinola e risposte di Massimo Messina. Le puntate precedenti le trovate ai seguenti link:
Continua l'intervista: liberalismo, liberismo, socialismo, Henry George ed il georgismo
Neogeorgismo "geselliano", imposta fondiaria, geolibertarismo
Il Partito Libertario di Fabio Massimo Nicosia... e la nonviolenza
Il dittatore libertario di Fabio Massimo Nicosia, la nonviolenza, il libero mercato
Disobbedienza - anche fiscale - come strumento nonviolento per realizzare il geoanarchismo
Un tema controverso è quello dell'aborto. Rispetto a quando si tenne il referendum nel lontano 1981 molte cose sono cambiate ed oggigiorno abbiamo a disposizione moltissimi strumenti che aiutano ad evitare gravidanze indesiderate. A tal proposito ti faccio una domanda. Ipotizziamo che una donna rimanga incinta e desideri abortire ma nel contempo l'uomo voglia tenere il bambino. A tuo parere, è giusto che la donna interrompa la gravidanza facendo leva sul fatto che il bambino si trovi dentro il suo corpo oppure pensi che sia più corretto che il bambino possa essere dato in affidamento al padre? Una soluzione che a mio avviso eviterebbe quanto più possibile questo problema è l'idea che ci possano essere adozioni a pagamento in maniera tale che la donna venga incentivata a non interrompere la gravidanza. Cosa ne pensi a riguardo?
Innanzi tutto, penso che dovremmo essere attenti anche alle parole, specialmente perché siamo entrambi maschi e mi chiedi cosa sia giusto e cosa sia ingiusto relativamente al corpo delle donne. Sono un femminista vecchia maniera, per me l'utero è della donna e se lo gestisce la donna, innanzi tutto. Sulle parole, appunto, non credo che ci siano donne che desiderino abortire. Il desiderio è categoria che si applica ad altre cose... Se una donna intende interrompere la gravidanza, lo farà, in un modo o in un altro. Ovviamente potrà anche cambiare idea, anche a seguito di offerte monetarie e penso che anche su questo, essendo l'utero della donna, non dovremmo impedirlo. Tornando alle parole, non parlerei di "padre" da un punto di vista legale, finché non è nato nessun figlio, esattamente come non c'è nessuna "madre". C'è una donna gravida che può decidere, nella sua più totale autonomia, come gestire il suo utero. Ovviamente, da persona innamorata della vita, vorrei scegliesse per la vita e non per interromperla e continuasse così la gravidanza, in una società in cui potrebbe avere tutto il sostegno necessario a tale scelta e prima che agli uteri in affitto, penserei al reddito di genitorialità, per tutti coloro che si occupano di crescere bambini.
In
una dimensione geolibertaria è corretto che un individuo giri nudo
per strada? È corretto che due persone facciano sesso pubblicamente
oppure ritieni che determinate convenzioni sociali debbano essere
conservate anche in assenza di Stato? Nel caso in cui tu propendessi
per la seconda opzione a chi spetterebbe il compito di far rispettare
quelle convenzioni?
Se una persona va in giro nuda per strada non mi sembra che di per sé ciò possa ledere nessuno e lo stesso se due o più persone hanno rapporti sessuali in ambiente aperto. A chi ciò non piace non lo farà e trovandosi davanti a qualcuno che lo facesse, si potrà anche girare dall'altro lato e non guardare... Se ci sono convenzioni sociali tali per cui anche senza lo Stato si continuerebbe a vivere secondo certe regole, non saremo mica noi libertari ad imporre di cambiare quelle che sono regole comportamentali di questo o altro tipo, se non ledono nessuna o impongono agli altri alcunché... Se tutti vorranno vestirsi o la stragrande maggioranza e fare sesso di nascosto dagli altri, facciano pure, non gli imponiamo di certo nudità o vestiti e pareti trasparenti, l'importante è che lascino liberi gli altri di fare come vogliono, purché ciò non leda altri.
Occupiamoci
della questione
spiagge: in
una dimensione geolibertaria è corretto che ci siano spiagge libere
ed altre in convenzione oppure hai altre soluzioni a riguardo?
In una dimensione geolibertaria potrebbero esserci spiaggie libere e spiaggie gestite da qualcuno che pagherebbe un canone per gestirle, alla comunità. Il pagamento del canone, nella mia idea personale, avverrebbe attraverso un'erosione della moneta in possesso di chi gestisce la spiaggia, così come qualsiasi altro fondo terriero o risorsa naturale.
Coloro
i quali sostengono politiche proibizioniste sulle droghe sostengono
che in caso di legalizzazione (nel nostro modello sarebbe più
corretto parlare di liberalizzazione) ci sarebbe un aumento dei
crimini di natura sociale. Sostengono
che ci sarebbe un minore autocontrollo da parte delle persone e
citano per esempio a riguardo l'aumento degli incidenti stradali. Tu
come rispondi a riguardo e soprattutto come evitare nel tuo modello
geolibertario che, mettendosi alla guida, si possa costituire un
pericolo mortale per gli altri?
Posto che sono per la decriminalizzazione totale perché non credo che la repressione e la privazione della libertà possa mai razionalmente essere vista come compenso per ciò che è stato fatto, io sarei per l'autodifesa della società nei confronti di persone che si sono dimostrate pericolose ed in tali casi, quindi, si potrebbe anche pensare a misure che inducano a comportamenti virtuosi e penalizzino quelli pericolosi o dannosi, anche, nei casi estremi, applicando privazioni di libertà verso qualcuno. In ogni caso, quando parlo di misure di questo tipo, le immagino sempre come misure che emergano dal basso, dal mercato e non da entità di governo che non siano le persone stesse che in modalità più o meno associative, facciano delle campagne. Campagne anche contro l'uso delle sostanze stupefacenti o anche campagne contro l'aborto, per tornare alla tua domanda iniziale. Se obiettivo del libertario femminista, quale mi ritengo, è che la donna possa liberamente scegliere, ciò non toglie che ci debba anche essere la libertà di dissentire da qualsiasi scelta altrui e poterlo dichiarare anche pubblicamente e potersi associare per finanziare, ad esempio, comunità per uscire dalla tossicodipendenza o, sempre ad esempio, donne che decidono di non abortire.
Trattiamo
ora
l'argomento "ludopatia".
Questo è un altro fenomeno che suscita grande preoccupazione
sociale. Una persona affetta da ludopatia è sostanzialmente una
persona incapace di autogovernarsi. Nel modello statale attualmente
vigente spesso e volentieri si invocano misure normative più
restrittive per i gestori. In un modello privo dell'autorità statale
quale soluzione proponi?
Non propongo alcuna soluzione. La soluzione emergerà dal mercato. Quando qualcuno non è in grado di autogovernarsi può affidarsi o meno ad altri che vogliono aiutarlo. Potrebbe accadere che qualcuno, in forma più o meno associata, si prodighi ad impedire ad i ludopati di farsi del male e se ciò si diffondesse allora diverrebbe più facile risolvere tale problema... Auspicabile sarebbe una maturazione culturale di massa che porti le persone ad abbandonare ogni attività che reca danno agli altri, pur se reca per sé profitto, quando si tratta di persone che sono afflitte da coazione a ripetere atti o comportamenti autolesionistici.