Siamo alla settima puntata
dell’intervista geolibertaria. Le domande sono sempre di Dario
Farinola e le risposte di Massimo Messina. Le puntate precedenti
dell’intervista le trovate ai seguenti link:
Fabio Massimo Nicosia ha
recentemente costituito il Partito Libertario elaborando un manifesto
costitutivo al quale abbiamo collaborato anche io e te. Ti riconosci
pienamente in quel manifesto o c'è qualcosa che cambieresti?
C’è il detto “chi tace acconsente” e
magari si potrebbe pensare che io non sia intervenuto
nell’elaborazione degli emendamenti al manifesto del costituendo
Partito Libertario perché mi ci ritrovo pienamente. Così non è e
se non sono intervenuto è proprio per la mancanza di tempo e di
energie che mi permettano di seguire queste cose. Alcune cose,
comunque, sulle quali dissento sono evidenti anche leggendo
quest’intervista che mi stai facendo. D'altronde immagino che neppure Nicosia si ritrovi pienamente in quel manifesto che è stato elaborato da lui ed ha subito emendamenti dal gruppo costituente. Per me, di fondo, va
rimarcato che nonviolenza e libertarismo, se si vuole essere coerenti
teoricamente e praticamente, sono due facce della stessa medaglia e
già l’idea stessa di base di costituire un partito che ha come
obiettivo conquistare
il potere per imporre leggi libertarie (vedi il concetto nicosiano di
“dittatore libertario”, che è idea geniale, ma che penso vada superata) è il contrario
della nonviolenza, che, invece, mette il fuoco dell’attenzione
sulla correlazione tra mezzi e fini: se vuoi la liberta/nonviolenza,
devi agire in maniera libertaria/nonviolenta. Ciò significa non
difendersi dagli autoritari/violenti? Per nulla, certo che bisogna
difendersi ed è doveroso farlo, ma la conquista del potere statale
implica già di per sé corrompere lo strumento al punto tale da
snaturarlo, non potendo così essere di certo nonviolento. Ciò
significa che bisogna lasciare che al potere ci siano gli autoritari? Anche a questa domanda la risposta è "per nulla". Ciò di cui sono umanamente convinto è che dobbiamo pensare ed agire con
l’obiettivo di far evaporare il potere, chiunque lo abbia in mano.
Questione copyright, brevetti e proprietà intellettuale: nel panorama libertarian (right e left) c'è un parere pressoché unanime sull'abolizione dei brevetti e del copyright. Non credi che l'autore originario oltre che essere riconosciuto sotto il profilo morale debba essere indennizzato soprattutto sotto il profilo economico, indipendentemente dallo strumento utilizzato?
Già
quando si incominciano ad usare termini in lingue straniere per non
farsi capire da tutti (come si usava un tempo con il latinorum), per
quanto l’uso si stia facendo di massa, ci vedo puzza di menzogna.
Esiste l’espressione italiana “diritto d’autore”. Perché non
usarla? Anche “left” e “right”: significano rispettivamente
“sinistra” e “destra” e non è perché a te, per esempio, non
piace la sinistra nostrana allora non possiamo parlare di sinistra e
di destra libertarie, che poco hanno a che fare con la “sinistra”
e la “destra” comunemente intese. Poco hanno a che fare, ma
qualcosa, comunque, hanno a che fare. Andando
al
merito della tua domanda: veramente c’è unanimità tra i libertari
sulle questioni legate alla proprietà intellettuale? Non mi stupirei
se non fosse così e mi pare che proprio tu dissenti da questa che
vedi come unanimità, se non ricordo male. Rispondendoti
puntualmente: un indennizzo deve essere dato a qualcuno quando
subisce un torto, quando gli viene tolta qualcosa. Nel caso del
diritto d’autore, l’autore subisce un torto nel momento in cui
crea qualcosa? Mi sembra che la sua mera opera creatrice non possa
essere configurabile come torto altrui, quindi perché indennizzarlo?
Libero conio: questo è un argomento che personalmente considero piuttosto enigmatico. Esattamente che cosa significa e in che modo verrebbe applicato? Ricordo che quando ci fu il passaggio dalla lira all'euro si creò una sorta di ansia sociale. Soprattutto la parte più anziana della popolazione si trovò piuttosto smarrita. Non credi che un sistema basato sulla circolazione di diverse monete in concorrenza tra di loro possa generare caos e disordine sociale?
Libero
conio significa che anche l’emissione monetaria è rimessa al
libero mercato. Come applicarla? Abolendo leggi che lo vietano:
attraverso il dittatore libertario... oppure attraverso la via
agorista... oppure attraverso gli
strumenti della nonviolenza. Credo che libero conio non significhi
necessariamente che vi siano più monete in concorrenza tra loro ed
anche se ciò significasse esistono leggi economiche come la legge di
Gresham, secondo la quale si tenderebbe ad usare la moneta più
“cattiva” e ciò mi conforta, perché quale moneta sarebbe più
cattiva di una moneta deperibile? Quindi penso che la mia idea di una
moneta geselliana per far evaporare/deperire anche la rendita
fondiaria potrà avere realizzazione, in un regime di libero conio.
Rispetto ai trattati europei che legano lo Stato italiano alla moneta unica europea, con quali strumenti giuridici pensi che si possa arrivare ad un sistema di libero conio? È necessario abolire lo Stato oppure credi che questo progetto si possa realizzare anche nel modello statale attualmente vigente?
Come insegna Nicosia, ognuno di noi
produce diritto, continuamente. Credo che quest’idea possa aiutarci
a capire che lo strumento giuridico siamo noi stessi, ognuno di noi,
attraverso la nostra forza di volontà. Libero conio in un sistema
statale? Mi sembra difficile che il potere possa da solo
autolimitarsi (questa è l’idea base del dittatore libertario),
specialmente se si tratta di un ambito come quello monetario!
Come sai, io personalmente mi riconosco completamente nel modello geolibertario nicosiano. C'è un elemento che mi contraddistingue da Nicosia ed è quello relativo al consenso sociale in relazione all'utilizzo della terra. Secondo Fabio il consenso si concretizza esclusivamente ex post con il pagamento del canone di indennizzo. Io invece ritengo che il consenso per essere veramente tale debba avvenire anche in modo preventivo. Tu quali opinioni hai a riguardo?
Avere
il consenso preventivo di tutti gli
altri
per appropriarsi di qualcosa sarebbe impossibile, ma anche per quello
successivo ci sono gli stessi problemi, seppure, magari in misura
minore. Anche quest’idea del consenso, va vista in un’ottica di
libero mercato, con più organizzazioni che si occupano di questo
consenso. Chi vuole dare tale consenso può scegliere attraverso
quale organizzazione darlo e così facendo, magari, sta già dando
una disponibilità preventiva a tale consenso. Non
tutte le organizzazioni, inoltre, si può immaginare che seguiranno
le stesse modalità. Ci sarà molto probabilmente
anche chi non vorrà dare nessun consenso e forse pure chi si
organizzerà per esprimere dissenso, piuttosto che consenso. Non è
che dobbiamo immaginare un mondo dove tutto va come vorremmo. In
questo Nicosia pure insegna che partendo dall’inclinazione
libertaria giunge a molte cose interessanti, ma non nega per nulla
che ci sia anche l’inclinazione opposta: quella autoritaria. Ciò
che aggiungo io è che dobbiamo porci la questione di come fare
affinché gli autoritari siano dannosi il meno possibile, anche
ponendoci l’obiettivo di rendere l’inclinazione libertaria
attraente e convincente, in termini razionali ed emotivi.
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