domenica 19 luglio 2020

Il Partito Libertario di Fabio Massimo Nicosia... e la nonviolenza

Siamo alla settima puntata dell’intervista geolibertaria. Le domande sono sempre di Dario Farinola e le risposte di Massimo Messina. Le puntate precedenti dell’intervista le trovate ai seguenti link:
Fabio Massimo Nicosia ha recentemente costituito il Partito Libertario elaborando un manifesto costitutivo al quale abbiamo collaborato anche io e te. Ti riconosci pienamente in quel manifesto o c'è qualcosa che cambieresti?
C’è il detto “chi tace acconsente” e magari si potrebbe pensare che io non sia intervenuto nell’elaborazione degli emendamenti al manifesto del costituendo Partito Libertario perché mi ci ritrovo pienamente. Così non è e se non sono intervenuto è proprio per la mancanza di tempo e di energie che mi permettano di seguire queste cose. Alcune cose, comunque, sulle quali dissento sono evidenti anche leggendo quest’intervista che mi stai facendo. D'altronde immagino che neppure Nicosia si ritrovi pienamente in quel manifesto che è stato elaborato da lui ed ha subito emendamenti dal gruppo costituente. Per me, di fondo, va rimarcato che nonviolenza e libertarismo, se si vuole essere coerenti teoricamente e praticamente, sono due facce della stessa medaglia e già l’idea stessa di base di costituire un partito che ha come obiettivo conquistare il potere per imporre leggi libertarie (vedi il concetto nicosiano di “dittatore libertario”, che è idea geniale, ma che penso vada superata) è il contrario della nonviolenza, che, invece, mette il fuoco dell’attenzione sulla correlazione tra mezzi e fini: se vuoi la liberta/nonviolenza, devi agire in maniera libertaria/nonviolenta. Ciò significa non difendersi dagli autoritari/violenti? Per nulla, certo che bisogna difendersi ed è doveroso farlo, ma la conquista del potere statale implica già di per sé corrompere lo strumento al punto tale da snaturarlo, non potendo così essere di certo nonviolento. Ciò significa che bisogna lasciare che al potere ci siano gli autoritari? Anche a questa domanda la risposta è "per nulla". Ciò di cui sono umanamente convinto è che dobbiamo pensare ed agire con l’obiettivo di far evaporare il potere, chiunque lo abbia in mano.

Questione copyright, brevetti e proprietà intellettuale: nel panorama libertarian (right e left) c'è un parere pressoché unanime sull'abolizione dei brevetti e del copyright. Non credi che l'autore originario oltre che essere riconosciuto sotto il profilo morale debba essere indennizzato soprattutto sotto il profilo economico, indipendentemente dallo strumento utilizzato?
Già quando si incominciano ad usare termini in lingue straniere per non farsi capire da tutti (come si usava un tempo con il latinorum), per quanto l’uso si stia facendo di massa, ci vedo puzza di menzogna. Esiste l’espressione italiana “diritto d’autore”. Perché non usarla? Anche “left” e “right”: significano rispettivamente “sinistra” e “destra” e non è perché a te, per esempio, non piace la sinistra nostrana allora non possiamo parlare di sinistra e di destra libertarie, che poco hanno a che fare con la “sinistra” e la “destra” comunemente intese. Poco hanno a che fare, ma qualcosa, comunque, hanno a che fare. Andando al merito della tua domanda: veramente c’è unanimità tra i libertari sulle questioni legate alla proprietà intellettuale? Non mi stupirei se non fosse così e mi pare che proprio tu dissenti da questa che vedi come unanimità, se non ricordo male. Rispondendoti puntualmente: un indennizzo deve essere dato a qualcuno quando subisce un torto, quando gli viene tolta qualcosa. Nel caso del diritto d’autore, l’autore subisce un torto nel momento in cui crea qualcosa? Mi sembra che la sua mera opera creatrice non possa essere configurabile come torto altrui, quindi perché indennizzarlo?

Libero conio: questo è un argomento che personalmente considero piuttosto enigmatico. Esattamente che cosa significa e in che modo verrebbe applicato? Ricordo che quando ci fu il passaggio dalla lira all'euro si creò una sorta di ansia sociale. Soprattutto la parte più anziana della popolazione si trovò piuttosto smarrita. Non credi che un sistema basato sulla circolazione di diverse monete in concorrenza tra di loro possa generare caos e disordine sociale?
Libero conio significa che anche l’emissione monetaria è rimessa al libero mercato. Come applicarla? Abolendo leggi che lo vietano: attraverso il dittatore libertario... oppure attraverso la via agorista... oppure attraverso gli strumenti della nonviolenza. Credo che libero conio non significhi necessariamente che vi siano più monete in concorrenza tra loro ed anche se ciò significasse esistono leggi economiche come la legge di Gresham, secondo la quale si tenderebbe ad usare la moneta più “cattiva” e ciò mi conforta, perché quale moneta sarebbe più cattiva di una moneta deperibile? Quindi penso che la mia idea di una moneta geselliana per far evaporare/deperire anche la rendita fondiaria potrà avere realizzazione, in un regime di libero conio.

Rispetto ai trattati europei che legano lo Stato italiano alla moneta unica europea, con quali strumenti giuridici pensi che si possa arrivare ad un sistema di libero conio? È necessario abolire lo Stato oppure credi che questo progetto si possa realizzare anche nel modello statale attualmente vigente?
Come insegna Nicosia, ognuno di noi produce diritto, continuamente. Credo che quest’idea possa aiutarci a capire che lo strumento giuridico siamo noi stessi, ognuno di noi, attraverso la nostra forza di volontà. Libero conio in un sistema statale? Mi sembra difficile che il potere possa da solo autolimitarsi (questa è l’idea base del dittatore libertario), specialmente se si tratta di un ambito come quello monetario!

Come sai, io personalmente mi riconosco completamente nel modello geolibertario nicosiano. C'è un elemento che mi contraddistingue da Nicosia ed è quello relativo al consenso sociale in relazione all'utilizzo della terra. Secondo Fabio il consenso si concretizza esclusivamente ex post con il pagamento del canone di indennizzo. Io invece ritengo che il consenso per essere veramente tale debba avvenire anche in modo preventivo. Tu quali opinioni hai a riguardo?
Avere il consenso preventivo di tutti gli altri per appropriarsi di qualcosa sarebbe impossibile, ma anche per quello successivo ci sono gli stessi problemi, seppure, magari in misura minore. Anche quest’idea del consenso, va vista in un’ottica di libero mercato, con più organizzazioni che si occupano di questo consenso. Chi vuole dare tale consenso può scegliere attraverso quale organizzazione darlo e così facendo, magari, sta già dando una disponibilità preventiva a tale consenso. Non tutte le organizzazioni, inoltre, si può immaginare che seguiranno le stesse modalità. Ci sarà molto probabilmente anche chi non vorrà dare nessun consenso e forse pure chi si organizzerà per esprimere dissenso, piuttosto che consenso. Non è che dobbiamo immaginare un mondo dove tutto va come vorremmo. In questo Nicosia pure insegna che partendo dall’inclinazione libertaria giunge a molte cose interessanti, ma non nega per nulla che ci sia anche l’inclinazione opposta: quella autoritaria. Ciò che aggiungo io è che dobbiamo porci la questione di come fare affinché gli autoritari siano dannosi il meno possibile, anche ponendoci l’obiettivo di rendere l’inclinazione libertaria attraente e convincente, in termini razionali ed emotivi.

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