Proseguiamo l’intervista geolibertaria, con domande (e non solo domande) di Dario Farinola e risposte (e non solo risposte) di Massimo Messina. Le puntate precedenti le trovate ai seguenti link:
Continua l'intervista: liberalismo, liberismo, socialismo, Henry George ed il georgismo
Neogeorgismo "geselliano", imposta fondiaria, geolibertarismo
Il Partito Libertario di Fabio Massimo Nicosia... e la nonviolenza
Il dittatore libertario di Fabio Massimo Nicosia, la nonviolenza, il libero mercato
- Disobbedienza - anche fiscale - come strumento nonviolento per realizzare il geoanarchismo
-
Libero
mercato: principale strumento nonviolento
Nell'ultima delle tue risposte della puntata precedente hai sostenuto che non credi affatto all'idea che possa esserci un passaggio gestito dall'alto verso l'anarchia e addirittura in modo piuttosto severo hai dichiarato che certi atteggiamenti non siano neppure degni di ipotesi di scuola. Se da nonviolenti escludiamo la lotta armata come si raggiunge l'anarchia?
Perseguire una società basata sull’assenza di coercizione attraverso la coercizione è come voler evitare di bagnarsi mettendosi sotto la doccia ed aprendo il suo rubinetto. L’anarchia è assenza di coercizione nell’organizzazione sociale e quindi va perseguita attraverso la riduzione della coercizione, della violenza. Meno violenza ci sarà più anarchia ci sarà. Una società più violenta è, meno anarchica è. In uno slogan: nonviolenza unica via per l’anarchia! Ogni volta che evitiamo di offendere chi ci ha offeso, ogni volta che interveniamo impedendo a qualcuno di prevaricare su qualcun altro, ogni volta che smontiamo un pezzo di potere costituito, ogni volta che ci liberiamo da costrizioni sociali, ogni volta che prendiamo coscienza di una costrizione… stiamo facendo un passo (più o meno grande) verso l’anarchia.
In
una conversazione su Facebook una ragazza mi diceva testualmente che
il libero mercato non è
un sistema che fa
del bene all'economia e per accreditare questa teoria citava
l'agricoltura. Sosteneva che alcuni pomodori andrebbero in malora
perché produrre i pomodori in Italia costa un tot e quindi sul
mercato hanno un tot come prezzo; in altri Stati i costi sono
inferiori e quindi gli agricoltori italiani verrebbero danneggiati.
Citava anche (esempio che considero più interessante) la tutela del
made in Italy che verrebbe impoverito dalle imitazioni provenienti
dai paesi in via di sviluppo. Come replichi a questa ragazza su
entrambi questi esempi? A proposito di made in Italy con quali
strumenti pensi possa essere tutelato in un modello privo della
presenza dello Stato?
Parto dall’idea internazionalista ed umanista che gli agricoltori italiani non debbano essere tutelati più di altri, solo perché sono italiani. Perché in Italia i prezzi sono maggiori? L’Italia deve continuare a produrre ciò che non viene richiesto dal mercato? Il libero mercato danneggia sì qualcuno. Danneggia coloro che in sua assenza sono tutelati, ma la loro tutela è basata sulla coercizione, attualmente, essendo basata su “aiuti” pubblici che vengono dalle finanze pubbliche, che vengono dalle entrate pubbliche, estorte con la violenza ai cittadini. È un sistema basato sulla violenza ed in un tale sistema qualcuno ha dei vantaggi che verrebbero meno in un regime di pieno libero mercato. Rimettere tutto al mercato significa rimettere tutto alle responsabilità individuali. Se una buona parte degli italiani – e anche non italiani - ritiene che l’agricoltura italiana ed in generale tutto ciò che viene prodotto in italia debba essere tutelato, innanzi tutto potrebbe decidere di comprare beni e servizi italiani di qualità ed anche finanziarli al di là degli acquisti. Ciò a cui penso spesso è la liberazione delle risorse che vi sarebbe in assenza di coercizione. Finché metà di ciò che si guadagna viene estorta dallo Stato diventa più difficile anche immaginare organizzazioni alternative allo stesso Stato. Quando uno è in catene può immaginare vagamente cosa sia essere libero, quando si libera da esse può esplorare il mondo, con tutti i rischi, i pericoli e le opportunità che tale esplorazione comporta. Sui prodotti italiani penso che la qualità italiana sia tale che non ha bisogno di tutele dall’alto. Verrà sempre apprezzata a livello mondiale, finché la qualità sarà alta e così ci saranno clienti tra le fasce sociali che cercano la qualità, di diversi Paesi del mondo.
Prendo
spunto dal tema agricoltura affrontando
un argomento che
mi sta molto a cuore, se non altro perché è in diretta correlazione
con la tutela ambientale e la conservazione delle biodiversita. Qual
è la tua posizione in merito all'utilizzo dei pesticidi in
agricoltura? Nel caso in cui la tua opinione fosse negativa, in che
modo affronteresti il problema nel tuo modello geolibertario di
società?
Sinceramente non sono così ferrato in materia da avere un’opinione ben informata sull’uso dei pesticidi. Sulla questione, se ne sai di più, ti chiedo di portare anche qui nel blog le informazioni che hai. In generale penso che, appunto, ciò che dovremmo cercare di fare è diffondere quanta più informazione possibile e quanta più giustizia sociale possibile (senza coercizione alcuna). Solo chi è ben informato e non è in cattività economica può liberamente scegliere ciò che è meglio per lui. Se uno ha uno stipendio misero e/o non ha accesso all’informazione, come fa a scegliere? Sarà costretto a comprare solo ciò che gli è accessibile. Ciò può mai essere chiamato “libero mercato”? Finché ci saranno intere masse umane nel globo in tali condizioni, parlare di libero mercato senza comprendere che esso significa anche liberazione dal bisogno, giustizia sociale, allora è parlare di astrazioni metafisiche che nulla hanno a che fare con la società reale nella quale viviamo. Ecco perché, anche, mi dico socialista, nel suo senso originario, ritenendo il libero mercato strumento anche di giustizia sociale, ma pensando che nessun vero libero mercato possa essere realizzato solo formalisticamente, perché non può esserci nessun libero incontro di volontà se qualcuno è sazio e ne ha anche da buttare e qualcun altro ha fame.
Sempre
a proposito di tutela ambientale qual è la tua posizione in merito
al 5G di cui tanto si sta discutendo ultimamente e sulle onde
elettromagnetiche in generale? Come andresti a "governare"
il fenomeno nel tuo modello geolibertario?
Anche su tale argomento, non essendo un esperto in materia, non mi esprimo nel merito. I fenomeni, in generale, ribadisco, vanno governati attraverso la diffusione dell’informazione ed il rispetto delle scelte individuali di ognuno. Di fronte a cose che hanno tali impatti su intere masse umane, ancor di più deve essere posta la dovuta attenzione alla diffusione dell’informazione, alla sua accessibilità ed anche al rispetto delle libertà individuali. Penso anche che il mutualismo possa ridurre certi impatti. Da pochi anni, ad esempio, abbiamo tutti questi router WIFI nelle nostre case. Il sovrapporsi di queste onde può farci male? Non possiamo avere riscontri di lungo periodo, ancora, su questa questione e se nei condomini, come per le antenne centralizzate della TV, ci si mettesse d’accordo per condividere la connessione, su base volontaria, ovviamente? Così si potrebbero ridurre l’impatto di certe onde. Credo che un maggiore dibattito su tali argomenti possa solo essere positivo.
Adesso
affrontiamo un argomento che per la sua complessità affronteremo
anche nella prossima puntata: i diritti dell'infanzia in relazione ai
vaccini e allo sfruttamento minorile. Partiamo dal primo argomento:
innanzitutto, qual è la tua posizione sui vaccini e soprattutto in
che modo andrebbe tutelato il bambino? Sfruttamento minorile: nel tuo
modello geolibertario di società in che modo verrebbe debellata
questa piaga sociale?
Proprio perché non sono un esperto sulle questioni mediche, mi affido agli esperti e tra essi mi affido a quelli che mi sembrano più autorevoli, più credibili, e così facendo non posso che giungere all’idea che i vaccini facciano statisticamente molto più bene che male. Invito tutti a leggere “Quando i numeri ingannano - Imparare a vivere con l'incertezza” di Gerd Gigerenzer, testo che dovrebbe essere studiato dai ragazzi delle scuole medie, a mio modesto parere. Il libro di questo autore tedesco ci mostra, tra l’altro, come non esista qualcosa, non solo in medicina, in ambito umano, che possa non avere controindicazioni e che dobbiamo valutarne i rischi, scientificamente, ed imparare a decidere in base a tali rischi. Premesso ciò, da vaccinista, in sintesi, sono contro qualsiasi imposizione vaccinale. I vaccini devono essere presi assolutamente su base volontaria.
Il tema dei minori, che sollevi, è fondamentale, importantissimo e delicato, anche per noi anarchici. Chi è autorizzato a decidere per essi? Non è per nulla questione semplice. Sono per una semplificazione delle adozioni, ma anche per un maggiore controllo sociale su tali cose… Tendenzialmente penso che i genitori debbano essere considerati coloro che allevano i bambini e che non ci debba essere alcuna pressione sociale che obblighi i genitori biologici a prendersi cura della prole. I genitori, così intesi, sono coloro che penso debbano poter scegliere per la loro prole. Ribadisco: sono contrario alla pressione sociale che impone ai genitori biologici di occuparsi dei figli. Al contrario, poi, sono per forme di stipendio sociale per coloro che si prendono cura con successo, dei bambini. Si dovrebbe diffondere una sorta di gara a raccogliere fondi per chi cresce bene i minori, perché è un vero e proprio lavoro che impegna a tempo pieno, specialmente nel primi anni di vita. Se proprio c’è da distribuire la rendita fondiaria penso che aveva ragione Silvio Gesell che scrisse che andava data alle madri, per liberarle dall’oppressione del matrimonio come istituto patriarcale. Estendo l’idea a tutti coloro che si occupano a tempo pieno dei minori, che siano madri o padri e non intendendo “madri” e “padri” in senso biologico. Rimetterei comunque anche questa cosa al mercato, nel senso che in una società liberata come quella che immagino ed auspico ognuno decide verso quali genitori indirizzare fondi e così ci potrebbe essere una sorta di “controllo” sociale sui genitori più virtuosi. Magari così i vaccinisti finanzierebbero il fondo dei genitori vaccinisti e gli antivaccinisti quello dei genitori antivaccinisti, tornando alla questione vaccini… E così sarebbe anche più facile individuare chi è vaccinato e chi no e così decidere chi frequentare e chi no, o, meglio, come frequentare qualcuno, con quali eventuali misure di sicurezza, sulla base anche di queste informazioni.
Sullo sfruttamento dei minori, penso che l’evoluzione culturale e sociale funziona a prescindere dalle leggi statali, spesso. Nel senso che una volta che una società è matura su certi temi, non è di certo con le leggi positive che si tutelano certe cose, ma attraverso i comportamenti individuali diffusi a livello di massa. Se, ad esempio, in Europa si abolissero da un giorno all’altro tutte le norme di tutela dello sfruttamento minorile, mi sembra improbabile che si diffonderebbero comportamenti come quelli descritti abilmente da Charles Dickens nel suo celebre romanzo "David Copperfield".
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