domenica 11 ottobre 2020

Autori georgisti, geolibertari e dintorni

Eccovi la diciottesima puntata dell’intervista geolibertaria, con domande di Dario Farinola e risposte di Massimo Messina. Trovate le puntate precedenti ai seguenti link:

  1. Torna in vita GeoLib, con un'intervista

  2. Continua l'intervista: liberalismo, liberismo, socialismo, Henry George ed il georgismo

  3. Georgismo, libero mercato, anarchia

  4. Neogeorgismo "geselliano", imposta fondiaria, geolibertarismo

  5. Geolibertarismo, nonviolenza e libero mercato

  6. Anarchia e nonviolenza: due facce della stessa medaglia

  7. Il Partito Libertario di Fabio Massimo Nicosia... e la nonviolenza

  8. Il dittatore libertario di Fabio Massimo Nicosia, la nonviolenza, il libero mercato

  9. Dialogo tra Farinola e Messina sulla nonviolenza

  10. Per la liberazione di ogni specie

  11. Nonviolenza: correlazione tra mezzi e fini

  12. Disobbedienza - anche fiscale - come strumento nonviolento per realizzare il geoanarchismo

  13. Libero mercato: principale strumento nonviolento

  14. Meno violenza ci sarà più anarchia ci sarà

  15. Minore violenza possibile

  16. Libertà totale, che si tratti di aborto, spiagge o qualsiasi altra cosa

  17. Come difendersi dai soggetti pericolosi?


Quali sono gli autori più importanti del pensiero georgista e geolibertario?

Al seguente link vi è una pagina con un bell'elenco di liberali classici, di economisi accademici (tra i quali i più noti tra quelli considerati addirittura iperliberisti come il monetarista Milton Friedman, o anche austriaci quali Hayek), economisti non accademici, libertariani statunitensi, statisti (tra i quali Lincoln e Churchill) ed intellettuali vari che erano favorevoli ad un'imposizione fiscale di tipo georgista, sul valore fondiario:

http://earthfreedom.net/lvt-advocates

Hermann Heinrich Gossen, Henry Heorge, Frank Chodorov, Albert Jay Nock, Fred Foldvary spiegano che non sarebbe un "intervento statale", ma proprio la via per l'estinzione di ogni intervento statale... Anche Einaudi, che criticava la tassa unica georgista, lo faceva affermando che sarebbe stata un'entrata troppo esigua per le necessità statali, a suo parere! Quindi il georgismo potrebbe essere anche una via per giungere all'estinzione dello Stato, che imploderebbe per mancanza di risorse. Einaudi vede ciò negativamente, da liberale, noi geolibertari possiamo vedere solo positivamente se il georgismo è una via per giungere al geoanarchismo.


Ad una persona che si avvicina per la prima volta a queste due grandi scuole di pensiero quali testi consigli affinché possa formarsi una cultura di base?

Se legge l'inglese e/o lo spagnolo, c'è innanzi tutto l'opera fondamentale di Henry George, "Progresso e Povertà". Si trova su Internet, liberamente scaricabile, sia la versione originaria di George "Progress and Poverty" che la versione leggermente ridotta e rimodernata nel linguaggio da Bob Drake (consiglio quest'ultima, se non avete esigenze storico-filologiche). Un altro libro di George da leggere è "Protection or Free Trade". Entrambi questi libri, in varie versioni per quanto riguarda "Progress and Poverty", si possono scaricare liberamente alla seguente indirizzo web:

https://schalkenbach.org/henry-georges-works/

Nella sezione "Biblioteca geolib" di questo blog trovate testi di neogeorgisti/geolibertari italiani. Consiglio di sicuro quelli di Fabio Massimo Nicosia:

http://nonviolento.blogspot.com/p/biblioteca-geolib.html

Nicosia ha pure pubblicato vari testi in cui esprime il suo georgismo libertario e di mercato. Infine, ma decisamente non ultimo per importanza, georgista/geolibertario italiano è anche Luca Andrea Minola ed al seguente link si possono trovare suoi ottimi testi, a livello accademico, alcuni in inglese ed altri in italiano, scaricabili gratuitamente:

https://polimi.academia.edu/LucaAndreaMinola


Quali sono i principi politico-culturali che uniscono tutti gli autori georgisti e geolibertari e in che cosa differiscono tra di loro?

Tutti quelli che ho nominato hanno a cuore la libertà dell'individuo e quindi anche le libertà economiche, ma anche la distinzione tra ciò che è frutto del proprio lavoro e ciò che non lo è. Le differenze tra i vari georgisti/geolibertari possono anche essere notevoli, ma ciò che li unisce è da un lato l'amore per la libertà individuale e dall'altro che ognuno possa avere ciò di cui ha diritto.


Fabio Massimo Nicosia fa spesso riferimento a due grandi filosofi anarchici dell'800 come Benjamin Tucker e Lysander Spooner, filosofi che proprio per il fatto di essere anarchici erano convinti assertori dell'economia di mercato. In sintesi quali sono le differenze tra questi due autori e i pensatori georgisti e geolibertari?

Partirei dalla considerazione che Herny George, Benjamin Tucker e Lysander Spooner sono considerati precursori ed ispiratori del Partito Libertario degli USA, che in questo momento sta candidando alla presidenza Joanne Marie Jorgensen, meglio nota come Jo Jorgensen, ma penso non sia difficile prevedere che non riuscirà a vincere. Tucker fu uno dei più importanti anarchici della storia. Fu il primo a tradurre in inglese "L'unico e la sua proprietà" di Stirner.

Benjamin Tucker pubblicò il periodico anarchico Liberty, nel quale scrisse il giurista e filosofo del diritto Lysander Spooner, oltre altri importanti anarchici. In Liberty, Tucker espose le teorie del filosofo britannico Herbert Spencer, scrisse a sostegno del libero pensiero e del libero amore e contro il proibizionismo. Tucker si batteva per una rivoluzione libertaria e nonviolenta usando lo slogan "neither bullet, nor ballot" (in italiano "né pallottole, né voti"). Dato che nelle puntate precedenti abbiamo trattato del rapporto tra anarchia e violenza, ecco cosa pensava Tucker a proposito: "L'idea che l'anarchia possa essere realizzata con la violenza è fallace come l'idea che possa essere sostenuta con la forza". Tucker, da nonviolento, effettuava anche azioni di disobbedienza civile, come quella di distribuire con la massima pubblicità il libro proibito di Walt Withman "Foglie d'erba", censurato dalle sessuofobe Leggi Comstock.

La femminista Victoria Woodhull, la prima candidata donna alla presidenza degli USA, ebbe una relazione con Benjamin Tucker. Mi sento vicinissimo a Tucker anche nel suo definirsi socialista ed a pensare che il socialismo si persegue attraverso l'estensione totale del mercato e della libera concorrenza, oltre al suo essere contro i monopoli. Egli ne individuò quattro, da abbattere: la terra, i dazi, il denaro e i brevetti. Mi sembrano evidenti, quindi, i punti in comune con Henry George.

Spooner è stato indubbiamente uno dei più importanti e influenti anarchici della storia. Egli considerava illegittima qualsiasi coercizione verso gli individui. Sosteneva la necessità di incrementare la concorrenza nella società. Creò, quindi, la American Letter Mail Company, una compagnia postale in concorrenza con il monopolio statale. Questa sua iniziativa gli causò diversi attacchi da parte del governo che ne causarono il fallimento, ma si ottenne comunque un abbassamento delle tariffe.

Considerava illegittima la pretesa dello Stato di rappresentare i cittadini, perché questi ultimi non hanno mai stipulato alcun contratto in tal senso. Secondo Lysander Spooner, ogni Stato è un'organizzazione criminale. Ecco cosa scriveva: «Lo Stato, come un bandito di strada, intima alle persone “o la borsa o la vita”. E molte se non tutte le tasse vengono pagate sotto il peso di questa minaccia. Lo Stato, in effetti, non tende un agguato a un uomo in un luogo solitario, balzando dal ciglio della strada, per puntargli la pistola alla tempia e svuotargli le tasche. Ma non per questo la rapina cessa di essere una rapina a tutti gli effetti, anzi, è ben più codarda e vergognosa. Il bandito di strada assume su di sé tutta la responsabilità, il pericolo e la criminalità del suo atto. Egli non pretende di avere un giusto titolo al vostro denaro, né di volerlo usare a vostro beneficio. Non pretende di essere altro che un rapinatore. Non è tanto impudente da affermare di essere semplicemente un “protettore” e di prendere il denaro dei passanti contro la loro volontà solo per essere in grado di “proteggere” quei viaggiatori che si illudono di essere perfettamente capaci dì difendersi da soli o che non apprezzano il suo peculiare sistema di protezione. Il ladro si limita a rapinarvi: non cerca di rendervi il suo zimbello e il suo schiavo, come fa lo Stato ogni qualvolta vi obbliga a fare qualcosa dicendo che è per il vostro bene, ergendosi ad arbitro morale delle vostre vite.»

Per quanto riguarda la schiavitù, Spooner fu un fervente abolizionista. Uno dei suoi più importanti lavori fu, infatti "L'incostituzionalità della schiavitù", del 1846. I suoi saggi sull'argomento furono molto influenti, al punto da essere inseriti nello statuto del Liberty Party. Nel 1858 pubblicò e fece circolare "Piano per l'abolizione della schiavitù".

Le sue teorie in generale hanno avuto una certa influenza sull'anarco-capitalismo. Un autore nel quale è presente una sua forte influenza è certamente Murray N. Rothbard. Purtroppo, quest'ultimo, poi, però, insieme all'anarcocapitalismo tutto, finì per assolutizzare il proprietarismo piuttosto che seguire l'essenza del pensiero di Spooner: la difesa strenua della libertà individuale. Il geolibertarismo, invece, mi sembra sia il miglior erede di Spooner.


Ci spieghi che cos'è il mutualismo e in che cosa differisce dal georgismo?

Partiamo dalla definizione di mutualismo di Anarcopedia:

In biologia il mutualismo è un «tipo di simbiosi armonica nella quale le specie conviventi traggono reciprocamente vantaggi dalla vita in comune». In campo socio-economico il mutualismo è, conseguentemente, un rapporto di reciprocità tra individui e/o associazioni d'individui strutturati egualitariamente sul «pari doveri e pari diritti», scardinando quindi la subordinazione che al contrario caratterizza il rapporto individuo-Stato. È una corrente del socialismo, con forti venature anarco-individualiste, favorevole al concetto di "proprietà", intesa come possesso personale ed usufrutto, e al libero interscambio dei beni tra i produttori. Il fine del mutualismo è una società libera, strutturata orizzontalmente ed egualitaria.

Tra i padri del mutualismo, da georgista, credo sia opportuno qui ricordate l'ebreo tedesco Franz Oppenheimer. Dopo aver studiato medicina, ed aver esercitato la professione di medico, cominciò anche ad occuparsi di questioni sociali, politiche ed economiche. Conseguì un dottorato di ricerca con una tesi sull'economista David Ricardo. Fu uno dei cofondatori del comitato tedesco per la liberazione degli ebrei russi. Poi accettò la cattedra di sociologia ed economia teorico-politica presso la Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte: la prima cattedra in Germania dedicata alla sociologia. Poi insegnò in Palestina, all'epoca protettorato britannico. Fu nominato membro onorario della American Sociological Association. Nel 1938, a causa delle persecuzioni antiebraiche dei nazisti, emigrò negli USA. Fu tra i fondatori del The American Journal of Economics e Sociology.

Si considerava un socialista liberale. Auspicava l'abolizione della proprietà privata terriera. Per Oppenheimer lo Stato nasce dalla sopraffazione di un determinato gruppo sociale su di un altro. Per Oppenheimer, l'autorità statale ed il capitalismo sono collusi l'uno con l'altro e sono tra le principali cause delle disuguaglianze e iniquità della società. Propose, sulla scorta delle teorie economiche di David Ricardo e Henry George, un modello di economia di mercato collettivista e cooperativista, che consentisse una fruizione egualitaria e mutualistica del lavoro, attraverso l'utilizzo da parte della popolazione di particolari strutture organizzative autogestite, chiamate Siedlungsgenossenschaften ("cooperative di colonizzazione"), e la riduzione delle istituzioni statali ad un mero apparato di organi amministrativi con la sola funzione di coordinare, in maniera imparziale e non intrusiva, gl'interessi generali delle singole unità produttive.

Il politico ed economista Ludwig Erhard, che fu cancelliere dell'allora Germania dell'Ovest dal 1963 al 1966, fu studente di Oppenheimer, con il quale discusse la tesi di dottorato, che implementò un particolare modello d'economia di mercato, il Soziale Marktwirtschaft ("economia sociale di mercato"), ispirato dal giustizialismo sociale dello stesso Oppenheimer, del quale però rifiutava categoricamente l'impianto socio-economico socialista e collettivistico-autogestionario. Le idee di Oppenheimer esercitarono una grande influenza sullo sviluppo dei kibbutz da parte dei primi coloni socialisti sionisti.

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