domenica 18 ottobre 2020

Nel solco della cultura, della teoria e della prassi della nonviolenza

Proseguiamo l’intervista geolibertaria, con domande di Dario Farinola e risposte di Massimo Messina. Le puntate precedenti le trovate ai seguenti link:

  1. Torna in vita GeoLib, con un'intervista

  2. Continua l'intervista: liberalismo, liberismo, socialismo, Henry George ed il georgismo

  3. Georgismo, libero mercato, anarchia

  4. Neogeorgismo "geselliano", imposta fondiaria, geolibertarismo

  5. Geolibertarismo, nonviolenza e libero mercato

  6. Anarchia e nonviolenza: due facce della stessa medaglia

  7. Il Partito Libertario di Fabio Massimo Nicosia... e la nonviolenza

  8. Il dittatore libertario di Fabio Massimo Nicosia, la nonviolenza, il libero mercato

  9. Dialogo tra Farinola e Messina sulla nonviolenza

  10. Per la liberazione di ogni specie

  11. Nonviolenza: correlazione tra mezzi e fini

  12. Disobbedienza - anche fiscale - come strumento nonviolento per realizzare il geoanarchismo

  13. Libero mercato: principale strumento nonviolento

  14. Meno violenza ci sarà più anarchia ci sarà

  15. Minore violenza possibile

  16. Libertà totale, che si tratti di aborto, spiagge o qualsiasi altra cosa

  17. Come difendersi dai soggetti pericolosi?

  18. Autori georgisti, geolibertari e dintorni


Parlando del tema carcere hai sostenuto che il carcere è perfettamente inutile perché il crimine è stato già commesso. Allora in che modo si crea un deterrente affinché quel crimine non si verifichi? Hai anche sostenuto che restringere la libertà di un individuo è giustificato se è ragionevole pensare che quella persona possa commettere un crimine. Ma con quali criteri oggettivi puoi limitare la libertà dell'individuo se quell'individuo non ha ancora commesso alcun crimine?

Punire qualcuno per spaventare altri non è idea che mi piace. Punire in sé non è idea che mi piace. Certe punizioni sono spontanee ed altre possono anche emergere dal mercato, senza bisogno di elaborare ingegneria sociale a tavolino. Parlare in generale di crimini, non credo che sia molto utile, perché bisogna vedere che mettiamo nel calderone del termine “crimine”. In generale, come ho già affermato e tu hai ben notato, penso che quando è ragionevole pensare che qualcuno possa essere pericoloso, che possa commettere crimini, quali ad esempio l’omicidio, sarebbe bene per gli altri potersi difendere e quindi anche privargli la libertà. Il caso più semplice è quello di chi minaccia di morte qualcun altro ed è chiaro che non si tratti di uno scherzo. Dovremmo forse aspettare che succeda? La vita della persona e la sua libertà non è già compromessa? Non va salvaguardata? Ho anche affermato che questo potrebbe essere l’unico caso in cui accetterei anche strumenti democratici come quelli usati nell’antica Grecia, come l’uso dell’òstracon. Più che sui criteri oggettivi per stabilire a priori chi è pericoloso, quindi, penso che dovremmo cercare strumenti d’azione di difesa nonviolenta, sempre ricordando che nonviolenza non è un assoluto, ma una ricerca continua della minore violenza possibile in date circostanze.


Parlando di pedofilia e di tutte le problematiche ad essa collegate hai sostenuto che bisogna ripensare al concetto di famiglia dalle sue fondamenta. Che cosa intendi esattamente?

Ho già affermato, in puntate precedenti, forse non troppo esplicitamente (spero ora di rimediare) che famiglia è insieme di persone che tali si sentono, che vogliono prendersi cura vicendevolmente tra loro, se si tratta di adulti. Per quanto riguarda i bambini, essi devono essere considerati figli di chi li ama e li accudisce e non di chi meramente li genera. Sono per una ultrasemplificazione delle adozioni, ma anche per una diffusione dell’idea che nessun genitore biologico solo per essere tale ha dei doveri nei confronti della prole. Ci sono persone che naturalmente sono più adatte di altre a prendersi cura dei minori ed altre persone che possono anche imparare e diventare ottimi genitori, ce ne sono altre che non vorranno neppure esserlo mai, ma pressioni sociali li portano non solo a fare figli, ma anche a prendersi cura di essi e lo faranno controvoglia e trasmettendo principalmente nevrosi e torture psicologiche più o meno grandi, invece che amore. Una diffusione dell’idea che madri e padri non devono necessariamente essere quelli biologici aiuterebbe, insieme ad uno stipendio per chi si occupa dei bambini, perché è lavoro che impegna e stressa (sia in senso negativo che positivo) anche più di tanti altri, pur se ancora socialmente ed economicamente non è ancora adeguatamente riconosciuto come tale.


Da parte di determinati ambienti di estrema sinistra si sostiene la tesi che i Paesi poveri siano stati sfruttati e colonizzati dalle potenze occidentali. Quanto c'è di vero in questa teoria? Qual è la tua opinione sul fatto che le multinazionali con la complicità di determinati regimi utilizzi le risorse naturali di un determinato Paese senza che lo sfruttamento delle stesse vada a vantaggio della popolazione?

Molti paesi poveri sono stati colonizzati e sfruttati dall’Occidente e ciò non è tesi di estrema sinistra, ma storia. Che alcune multinazionali, poi, sfruttino le risorse naturali di alcuni Paesi a scapito delle popolazioni locali, è pure un dato di fatto ed è una di quelle cose che un geolibertario non può non contrastare. Il capitalismo reale va a braccetto con le tirannie sparse per il globo e noi geolibertari vogliamo riorganizzare il mondo in maniera volontaristica e tale per cui le risorse della natura vadano a beneficio di ognuno, nessuno escluso. Il principio è questo e sembra che le modalità attraverso le quali perseguire quest’obiettivo possano anche essere molteplici. Si tratta, quindi, anche di trovare lo strumento o gli strumenti più adatti per tale obiettivo ed essi vanno cercati nel solco della cultura, della teoria e della prassi della nonviolenza.


Passo ad un argomento di attualità. Faccio l'avvocato del diavolo: l'obbligo di indossare la mascherina per strada in relazione al problema COVID19 è un atto libertario perché tutela la libertà di chi non desidera essere contagiato. Cosa mi rispondi a riguardo?

Per strada e ad adeguata distanza dagli altri, assolutamente no, è una baggianata. In generale, sono per un’anarchia dei doveri, della responsabilità e non sapendo se sono contagioso o meno penso che, da anarchico, da persona che vuole tutelare la libertà propria ed altrui, non posso anche responsabilmente indossare la mascherina. Così come non mi metto a dare schiaffi anche quando ne avessi voglia verso qualcuno, allo stesso modo non mi avvicino ad un altro, in un momento in cui c’è un epidemia in corso che lo potrebbe portare in ospedale o potrebbe portare in ospedale chi interagisce con lui. Credo che saremo più credibili come anarchici quando saremo visti come anche più responsabili degli altri piuttosto che meno responsabili, non volendo imporre nulla a nessuno se non il rispetto della stessa libertà e quindi viene da sé una ferrea intransigenza verso noi stessi, per la tutela della libertà propria ed altrui.


Nel variegato mondo della destra, ivi compresa la destra libertaria, si sostiene che l'Islam in quanto tale è incompatibile con i valori dell'Occidente. Partendo da questo presupposto concettuale si sostiene che la libertà di circolazione totale possa a lungo termine costituire un vero e proprio suicidio culturale perché saremmo invasi da gente che non conosce il valore della libertà. Cosa rispondi a riguardo?

Sostengo da anni di essere anche islamico e sono innamorato dei valori di libertà dell’Occidente. Ritengo mazzinianamente che ogni tradizione culturale, religiosa, spirituale di ogni popolo abbia una sorta di missione per il resto del mondo. Purtroppo, però, nel mondo islamico c’è un evidente cancro che sta dilagando, negli ultimi decenni, che sta devastando il mondo islamico stesso ed alcune metastasi di tale cancro sono ormai presenti anche nell’Occidente e l’Occidente ha il dovere di salvaguardarsi, di difendersi. La libertà di circolazione, che io sostengo, quindi, secondo me può avere dei limiti dovuti alla difesa delle libertà individuali. Non ho ancora visto, però, seri studi di questi fenomeni, ad esempio, su come aumentino certi reati all’aumentare della provenienza dell’immigrazione da un luogo piuttosto che da un altro. Di certo, da amanti della libertà, dovremmo porci seriamente anche queste questioni contrastando fenomeni di erosione dello Stato di diritto, perché siamo anarchici di tradizione liberale che sanno che se lo Stato di diritto viene eroso da legislazione di stampo teocratico facciamo passi indietro e non avanti se la nostra meta è l’anarchia e quindi difendiamo lo Stato di diritto, da libertari, da anarchici che vivono in questo mondo, pragmaticamente. Altri tipi di anarchia, non mi possono interessare, perché di fatto nemici della libertà.

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