Eccovi
la diciottesima
puntata dell’intervista geolibertaria, con domande di Dario
Farinola
e risposte di Massimo
Messina.
Trovate
le
puntate precedenti ai seguenti link:
Torna
in vita GeoLib, con un'intervista
Continua
l'intervista: liberalismo, liberismo, socialismo, Henry George ed il
georgismo
Georgismo,
libero mercato, anarchia
Neogeorgismo
"geselliano", imposta fondiaria, geolibertarismo
Geolibertarismo,
nonviolenza e libero mercato
Anarchia
e nonviolenza: due facce della stessa medaglia
Il
Partito Libertario di Fabio Massimo Nicosia... e la nonviolenza
Il
dittatore libertario di Fabio Massimo Nicosia, la nonviolenza, il
libero mercato
Dialogo
tra Farinola e Messina sulla nonviolenza
Per
la liberazione di ogni specie
Nonviolenza:
correlazione tra mezzi e fini
Disobbedienza
- anche fiscale - come strumento nonviolento per realizzare il
geoanarchismo
Libero
mercato: principale strumento nonviolento
Meno
violenza ci sarà più anarchia ci sarà
Minore
violenza possibile
Libertà
totale, che si tratti di aborto, spiagge o qualsiasi altra cosa
Come
difendersi dai soggetti pericolosi?
Quali
sono gli autori più importanti del pensiero georgista e
geolibertario?
Al
seguente
link vi è una pagina con un bell'elenco di liberali classici, di
economisi accademici (tra i quali i più noti tra quelli considerati
addirittura iperliberisti come il monetarista Milton Friedman, o
anche austriaci quali Hayek), economisti non accademici, libertariani
statunitensi, statisti (tra i quali Lincoln e Churchill) ed
intellettuali vari che erano favorevoli ad un'imposizione fiscale di
tipo georgista, sul valore fondiario:
http://earthfreedom.net/lvt-advocates
Hermann
Heinrich Gossen, Henry Heorge, Frank Chodorov, Albert Jay Nock, Fred
Foldvary spiegano che non sarebbe un "intervento statale",
ma proprio la via per l'estinzione di ogni intervento statale...
Anche Einaudi, che criticava la tassa unica georgista, lo faceva
affermando che sarebbe stata un'entrata troppo esigua per le
necessità statali, a suo parere! Quindi il georgismo potrebbe essere
anche una via per giungere all'estinzione dello Stato, che
imploderebbe per mancanza di risorse. Einaudi vede ciò
negativamente, da liberale, noi geolibertari possiamo vedere solo
positivamente se il georgismo è una via per giungere al
geoanarchismo.
Ad
una persona che si avvicina per la prima volta a queste due grandi
scuole di pensiero quali testi consigli affinché possa formarsi una
cultura di base?
Se
legge l'inglese e/o lo spagnolo, c'è innanzi tutto l'opera
fondamentale di Henry George, "Progresso e Povertà". Si
trova su Internet, liberamente scaricabile, sia la versione
originaria di George "Progress and Poverty" che la versione
leggermente ridotta e rimodernata nel linguaggio da Bob Drake
(consiglio quest'ultima, se non avete esigenze storico-filologiche).
Un altro libro di George da leggere è "Protection or Free
Trade". Entrambi
questi libri, in varie versioni per quanto riguarda "Progress
and Poverty", si possono scaricare liberamente alla seguente
indirizzo web:
https://schalkenbach.org/henry-georges-works/
Nella
sezione "Biblioteca geolib" di questo blog trovate testi di
neogeorgisti/geolibertari italiani. Consiglio di sicuro quelli di
Fabio Massimo Nicosia:
http://nonviolento.blogspot.com/p/biblioteca-geolib.html
Nicosia
ha pure pubblicato vari testi in cui esprime il suo georgismo
libertario e di mercato. Infine, ma decisamente non ultimo per
importanza, georgista/geolibertario italiano è anche Luca Andrea
Minola ed al seguente link si possono trovare suoi ottimi testi, a
livello accademico, alcuni in inglese ed altri in italiano,
scaricabili gratuitamente:
https://polimi.academia.edu/LucaAndreaMinola
Quali
sono i principi politico-culturali che uniscono tutti gli autori
georgisti e geolibertari e in che cosa differiscono tra di loro?
Tutti
quelli che ho nominato hanno a cuore la libertà dell'individuo e
quindi anche le libertà economiche, ma anche la distinzione tra ciò
che è frutto del proprio lavoro e ciò che non lo è. Le differenze
tra i vari georgisti/geolibertari
possono
anche essere notevoli, ma ciò che li unisce è da un lato l'amore
per la libertà individuale e dall'altro che ognuno possa avere ciò
di cui ha diritto.
Fabio
Massimo Nicosia fa spesso riferimento a due grandi filosofi anarchici
dell'800 come Benjamin Tucker e Lysander Spooner, filosofi che
proprio per il fatto di essere anarchici erano convinti assertori
dell'economia di mercato. In sintesi quali sono le differenze tra
questi due autori e i pensatori georgisti e geolibertari?
Partirei
dalla considerazione che Herny George, Benjamin Tucker e Lysander
Spooner sono considerati precursori ed ispiratori del
Partito Libertario degli USA, che in questo momento sta candidando
alla presidenza Joanne Marie Jorgensen, meglio nota come Jo
Jorgensen, ma
penso non sia difficile prevedere che non riuscirà a vincere.
Tucker
fu
uno dei più importanti anarchici
della storia. Fu
il primo a tradurre
in inglese "L'unico e la sua proprietà" di
Stirner.
Benjamin
Tucker
pubblicò il periodico anarchico
Liberty, nel
quale scrisse
il giurista e filosofo del diritto Lysander Spooner, oltre
altri
importanti anarchici.
In Liberty, Tucker espose le teorie del filosofo britannico Herbert Spencer,
scrisse a sostegno del libero pensiero e del libero amore e contro il
proibizionismo. Tucker si
batteva
per una rivoluzione libertaria
e nonviolenta
usando
lo slogan "neither
bullet, nor ballot" (in
italiano "né
pallottole, né voti"). Dato che nelle puntate precedenti abbiamo trattato del rapporto tra
anarchia e violenza, ecco cosa pensava Tucker a proposito: "L'idea
che l'anarchia possa essere realizzata con la violenza è fallace
come l'idea che possa essere sostenuta con la forza". Tucker, da nonviolento, effettuava anche azioni di disobbedienza
civile,
come quella di distribuire
con la massima pubblicità il libro proibito di Walt Withman "Foglie
d'erba", censurato dalle sessuofobe Leggi Comstock.
La
femminista Victoria Woodhull, la prima candidata donna alla
presidenza
degli USA, ebbe una relazione con Benjamin Tucker. Mi
sento vicinissimo a Tucker anche nel suo definirsi socialista ed a
pensare che il socialismo si persegue attraverso l'estensione totale
del mercato e della libera concorrenza, oltre al suo essere contro i
monopoli. Egli ne individuò quattro, da abbattere: la terra, i dazi,
il denaro e i brevetti. Mi
sembrano evidenti, quindi, i punti in comune con Henry George.
Spooner
è stato indubbiamente uno dei più importanti e influenti anarchici
della storia. Egli considerava illegittima qualsiasi coercizione
verso gli individui. Sosteneva la necessità di incrementare la
concorrenza nella società. Creò, quindi, la American Letter Mail
Company, una compagnia postale in concorrenza con il monopolio
statale. Questa sua iniziativa gli causò diversi attacchi da parte
del governo che ne causarono il fallimento, ma si ottenne comunque un
abbassamento delle tariffe.
Considerava
illegittima la pretesa dello Stato di rappresentare i cittadini,
perché questi ultimi non hanno mai stipulato alcun contratto in tal
senso. Secondo Lysander Spooner, ogni Stato è un'organizzazione
criminale. Ecco
cosa scriveva:
«Lo
Stato, come un bandito di strada, intima alle persone “o la borsa o
la vita”. E molte se non tutte le tasse vengono pagate sotto il
peso di questa minaccia. Lo Stato, in effetti, non tende un agguato a
un uomo in un luogo solitario, balzando dal ciglio della strada, per
puntargli la pistola alla tempia e svuotargli le tasche. Ma non per
questo la rapina cessa di essere una rapina a tutti gli effetti,
anzi, è ben più codarda e vergognosa. Il bandito di strada assume
su di sé tutta la responsabilità, il pericolo e la criminalità del
suo atto. Egli non pretende di avere un giusto titolo al vostro
denaro, né di volerlo usare a vostro beneficio. Non pretende di
essere altro che un rapinatore. Non è tanto impudente da affermare
di essere semplicemente un “protettore” e di prendere il denaro
dei passanti contro la loro volontà solo per essere in grado di
“proteggere” quei viaggiatori che si illudono di essere
perfettamente capaci dì difendersi da soli o che non apprezzano il
suo peculiare sistema di protezione. Il ladro si limita a rapinarvi:
non cerca di rendervi il suo zimbello e il suo schiavo, come fa lo
Stato ogni qualvolta vi obbliga a fare qualcosa dicendo che è per il
vostro bene, ergendosi ad arbitro morale delle vostre vite.»
Per
quanto riguarda la schiavitù, Spooner
fu
un fervente abolizionista. Uno
dei suoi più importanti lavori fu,
infatti "L'incostituzionalità della schiavitù",
del 1846. I suoi
saggi
sull'argomento
furono
molto influenti, al
punto da
essere inseriti nello statuto del Liberty Party. Nel 1858 pubblicò e
fece circolare "Piano
per l'abolizione della schiavitù".
Le
sue
teorie in
generale hanno
avuto una certa influenza sull'anarco-capitalismo.
Un
autore nel quale
è
presente
una sua forte influenza è certamente Murray N. Rothbard. Purtroppo,
quest'ultimo, poi, però, insieme all'anarcocapitalismo tutto,
finì
per assolutizzare il proprietarismo piuttosto che seguire l'essenza
del pensiero di Spooner: la difesa strenua della libertà
individuale. Il geolibertarismo, invece, mi sembra sia il miglior
erede di Spooner.
Ci
spieghi che cos'è il mutualismo e in che cosa differisce dal
georgismo?
Partiamo
dalla definizione
di mutualismo di Anarcopedia:
In
biologia il mutualismo è un «tipo di simbiosi armonica nella quale
le specie conviventi traggono reciprocamente vantaggi dalla vita in
comune». In campo socio-economico il mutualismo è,
conseguentemente, un rapporto di reciprocità tra individui e/o
associazioni d'individui strutturati egualitariamente sul «pari
doveri e pari diritti», scardinando quindi la subordinazione che al
contrario caratterizza il rapporto individuo-Stato. È una corrente
del socialismo, con forti venature anarco-individualiste, favorevole
al concetto di "proprietà", intesa come possesso personale
ed usufrutto, e al libero interscambio dei beni tra i produttori. Il
fine del mutualismo è una società libera, strutturata
orizzontalmente ed egualitaria.
Tra
i padri del mutualismo, da georgista, credo sia opportuno qui
ricordate l'ebreo
tedesco Franz
Oppenheimer. Dopo
aver studiato medicina, ed
aver esercitato
la professione di medico, cominciò anche
ad
occuparsi di questioni sociali,
politiche
ed economiche.
Conseguì
un dottorato di ricerca con una tesi sull'economista David Ricardo.
Fu
uno dei cofondatori del comitato
tedesco per la liberazione degli ebrei russi. Poi
accettò la cattedra di sociologia ed economia teorico-politica
presso la Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte: la
prima cattedra in
Germania dedicata
alla sociologia. Poi
insegnò
in Palestina, all'epoca protettorato britannico. Fu
nominato membro onorario della American Sociological Association. Nel
1938, a causa delle persecuzioni antiebraiche
dei
nazisti,
emigrò negli USA.
Fu
tra i fondatori
del The American Journal of Economics e Sociology.
Si
considerava
un socialista liberale. Auspicava
l'abolizione
della
proprietà privata terriera. Per Oppenheimer
lo
Stato nasce dalla sopraffazione
di un determinato gruppo sociale su di un altro. Per Oppenheimer,
l'autorità statale ed il capitalismo sono
collusi l'uno con l'altro e
sono tra le
principali cause delle disuguaglianze e iniquità della società.
Propose,
sulla scorta delle teorie economiche di David Ricardo e Henry George,
un modello di economia di mercato collettivista e cooperativista, che
consentisse una fruizione egualitaria e mutualistica del lavoro,
attraverso l'utilizzo da parte della popolazione di particolari
strutture organizzative autogestite, chiamate
Siedlungsgenossenschaften ("cooperative di colonizzazione"),
e la riduzione delle istituzioni statali ad un mero apparato di
organi amministrativi con la sola funzione di coordinare, in maniera
imparziale e non intrusiva, gl'interessi generali delle singole unità
produttive.
Il
politico ed economista Ludwig Erhard, che
fu cancelliere
dell'allora Germania dell'Ovest dal 1963 al 1966, fu studente di
Oppenheimer,
con
il
quale discusse la tesi di dottorato, che implementò un particolare
modello d'economia di mercato, il Soziale Marktwirtschaft ("economia
sociale di mercato"), ispirato dal giustizialismo sociale dello
stesso Oppenheimer, del quale però rifiutava categoricamente
l'impianto socio-economico socialista e
collettivistico-autogestionario. Le idee
di Oppenheimer
esercitarono
una grande
influenza sullo sviluppo dei kibbutz da parte dei primi coloni
socialisti sionisti.